Le ultime dichiarazioni di Marco Branca hanno lasciato di stucco l'ambiente calcistico ma soprattutto i tifosi interisti, che in una fase dedicata ai sogni sono stati presi a schiaffi da una realtà dolorosa: l'Inter non ha potere economico per imbastire un mercato in entrata degno del suo nome. Prima di acquistare, bisogna vendere. Discorso semplice, lineare, preoccupante. Che fosse finita l'epoca delle vacche grasse è lapalissiano, ma la speranza è che il club avesse ancora una certa forza finanziaria per puntare a un rinnovamento a prescindere dagli addii eccellenti. Invece non è così e la situazione di Destro lo conferma: il repentino cambio di scenario, con il riscatto della sua metà da parte del Siena, impone alla dirigenza nerazzurra più di una riflessione sulla bontà di un investimento più oneroso del previsto. E la riflessione porta, inevitabilmente, a legare l'arrivo dell'attaccante marchigiano (o meglio, il ritorno) alla cessione del collega di reparto Giampaolo Pazzini.

Per uno che arriva, ce n'è uno che esce. La matematica non è opinabile. Questo sarà il mercato dell'Inter, che dovrà prima liberarsi di giocatori giudicati troppo costosi per poi reinvestire quanto risparmierà, possibilmente su gente giovane, motivata e poco pretenziosa dal punto di vista economico. Restando in tema, è facile intuire chi partirà nelle intenzioni del club e chi lo sostituirà nella rosa di Stramaccioni. Detto di Destro-Pazzini (il centravanti di Pescia è al centro di una discussione con il PSG di Leonardo, si punta a incassare almeno 10-12 milioni di euro), che se saltasse la trattativa per il primo diventerebbe Longo-Pazzini, ecco le altre sostituzioni previste, almeno idealmente.

Matias Silvestre è virtualmente nerazzurro, l'accordo con Zamparini è già stato trovato ma prima di mettere nero su bianco l'Inter deve 'liberarsi' di Lucio e del suo contratto. La prossima settimana potrebbe essere decisiva: se il brasiliano trovasse l'accordo con il Fenerbahçe, Inter e Palermo chiuderebbero l'operazione e Stramaccioni avrebbe il suo nuovo centrale difensivo. La società di Corso Vittorio Emanuele godrebbe di un risparmio dal punto di vista finanziario, non dovendo più versare a Lucio gli ultimi 7 mnilioni netti previsti dal suo contratto. Il cartellino verrebbe pagato in comode rate, pesando di certo meno sul bilancio e lo stipendio dell'argentino non supererebbe i 2 milioni di euro.

Situazione portieri, siamo, è il caso di dirlo, in piene 'sliding doors'. Se l'Inter trovasse una sistemazione per Julio Cesar e per il suo contratto, avrebbe già il sostituto in mano: Samir Handanovic. L'accordo con l'Udinese c'è, si parla di poco meno di 15 milioni di euro, ma la trattativa al momento è congelata in attesa di capire come andrà con l'estremo difensore brasiliano, che ha un contratto fino al 2014 e altri 9 milioni di euro netti da ricevere. Naturalmente, l'Inter conta di incassare qualcosa dalla cessione del suo numero uno, ma anche se così non fosse risparmierebbe notevolmente sullo stipendio dello sloveno, portiere di grande livello e più giovane del collega.

Corsia destra, il destino di Maicon è ormai scritto: lontano da Milano. Però prima di affonbdare il colpo sul suo possibile sostituto, Mathieu Debuchy (8 milioni al Lille e meno di 2 milioni al francese), bisogna accasare il Colosso. Il Real Madrid è alla finestra, tra conferme e smentite. Più defilati PSG, Chelsea e Manchester City, che valutano altre opzioni per il ruolo. Il rischio di non trovare una nuova destinazione a Maicon è reale, nonostante la sua decisione di cambiare aria. E finché non si trova, l'Inter non puà investire sul sostituto: un po' come in tutti gli altri casi del mercato nerazzurro.

Posto che a centrocampo, con il riscatto di Guarin e quello di Poli (quest'ultimo ancora da definire), qualcosa è già stata fatta, ad oggi si valutano solo operazioni low cost, come quella per Mudingayi del Bologna. Certo, un eventuale addio di Stankovic (3 milioni netti a stagione) sarebbe salutato con moderata gioia dalla dirigenza interista, che così potrebbe persino alzare il tiro delle sue ambizioni. Un centrocampista di buon livello servirebbe come il pane e il rientro di Mariga, oggi infortunato, non garantisce copertura nel reparto. Soiprattutto, servirebbe un regista e anche M'Vila, in questa situazione economica, diventa un miraggio. Non si esclude una promozione di Alfred Duncan, uno dei giovani più maturi della Primavera interista. Ma un colpetto sarebbe comunque ben gradito, inutile far finta di nulla.

L'attacco ad oggi è un rebus. Preso Palacio, in via di cessione Castaignos (plusvalenza importante), serve ancora quell'esterno di cui Stramaccioni ha tremendamente bisogno per il suo 4-3-3. Certo, se arrivasse una buona offerta per Sneijder verrebbe presa in seria considerazione e, se accettata, aprirebbe nuovi scenari per il mercato nerazzurro in entrata. Non va dimenticato il ritorno di Coutinho, che la società ha blindato e sul quale punta tantissimo, ma il brasiliano da solo non basta. Oltre a Destro, il cui eventuale arrivo imporrebbe il prestito di Longo e dipende, come detto, dalla cessione di Pazzini, serve un altro innesto. Ma prima, è necessario piazzare Forlan, che ha un altro anno di contratto a 3,5 milioni netti, troppi alla luce del suo rendimento. Cedere l'uruguagio, cercato in Brasile ma ancora titubante, sarebbe un gran colpo e consentirebbe alla dirigenza interista di acquistare un esterno più giovane e tatticamente utile.

Situazioni in divenire, ma al contempo bloccate. Ed è questo il vero problema in casa nerazzurra. L'attendismo per le cessioni rischia di ripercuotersi sulle trattative in entrata, vistro che non tutte possono essere congelate come quella per Handanovic con l'Udinese. Altre società sono pronte a farsi avanti (vedi la Roma su Destro) e chi vende non può aspettare in eterno. Per questa ragione non è assurdo pensare anche a rescissioni contrattuali, alla luce della difficoltà a piazzare determinati calciatori con i loro onerosi ingaggi. Follia, considerati i nomi altisonanti dei diretti interessati, ma con il trascorrere del tempo potrebbe essere l'unica soluzione per 'fare' mercato in entrata. Serve pazienza, ma anche buona volontà. In assenza di soldi, bisogna essere bravi a procurarseli. La cartina tornasole delle capacità di una dirigenza.

Sezione: In Primo Piano / Data: Sab 23 giugno 2012 alle 21:30
Autore: Fabio Costantino
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