La stagione dell’Inter, seppure in un breve arco di tempo, è trascorsa tra fiammate. Di squadra e dei singoli. Eppure, nella sfida più importante della stagione, i nerazzurri hanno bisogno di certezze, di punti fermi su cui poter contare. Per affrontare il Psv, Luciano Spalletti deve guardare al proprio arsenale e capire quale arma può far male alla compagine olandese. Ben consapevole che una vittoria, pur essendo il massimo risultato, potrebbe ora non bastare più.

Vincere, dunque, l’imperativo categorico di domani sera. Il tecnico di Certaldo è alla ricerca dell’11 migliore per portare a casa i 3 punti e chissà, magari archiviare presto la pratica per mettere pressione al Tottenham. Nella probabile 'più probabil'e, due nomi stazionano stabilmente, uno a centrocampo e uno in attacco. E a tracciarne i trascorsi stagionali, si fa fatica a pensarli insieme, nella serata più importante per l’Inter. Si tratta di Borja Valero e di Ivan Perisic.

Lo spagnolo ha avuto una escalation di difficile previsione. Rimasto dopo diverse voci di mercato che lo volevano lontano da Milano, l’ex Fiorentina sembrava (ed in pratica era) ai margini del progetto tecnico di Luciano, che lo usava come rincalzo a partita in corsa. E nell’avvio convulso di stagione, non sono mancate le critiche per ‘nonno Borja’, visto da tutti “tecnico, molto tecnico, ma troppo lento”. Eppure, la classe nel calcio fa molto, ed insieme alla costanza sono fattori decisivi per ritornare nelle grazie del proprio allenatore. Sommandoci i problemi fisici di Nainggolan, gli alti e bassi di Brozovic e la costante ricerca di equilibri tattici, non è difficile capire come un veterano del centrocampo come il nativo di Madrid potesse tornare utile alla causa nerazzurra. E ora, aspira ad una maglia da titolare nella serata da non fallire.

Chi sicuramente ci sarà domani sera contro gli uomini di Mark Van Bommel è Perisic. Il croato ha ormai abituato a continui cali di tensione nel corso delle sue stagioni all’ombra della Madonnina. Nell’ultima annata, dopo un avvio da sogno, si era perso un po’ per strada, come d’altronde era capitato a tutta l’Inter, capace poi di piazzare il colpo di coda per Champions. Quest’anno il nativo di Spalato si sta ripetendo, nel bene e nel male. Un avvio da trascinatore in campionato, con 2 gol e 1 assist nelle prime 3 apparizioni. Poi il calo, per molti fisiologico dopo la cavalcata mondiale con la Croazia, per altri inevitabile conoscendo il rendimento negli ultimi anni di Ivan. Aveva la possibilità di smentire chi gli dava dell’incostante. Ha ancora un gettone da spendere, nella serata in cui l’Inter ha sostanzialmente più bisogno di lui.

Due traiettorie decisamente diverse, se non opposte. Due andamenti perpendicolari, che si sono incrociati solo in un punto. Lo snodo sembra essere la partita di Bologna. 1° settembre, l’Inter conquista con un 3-0 la sua prima vittoria dell’anno, con Perisic in campo (e a segno per la seconda volta consecutiva), con Borja fuori, e alla terza panchina di fila. C’è la pausa per le Nazionali. L'ex Wolfsburg, che tra Croazia e Inter non si è praticamente mai fermato, accusa il colpo. Torna, e continua ad essere titolare, nel 4-2-3-1 di Spalletti d’altronde è inamovibile. Borja rosicchia minuti, congela le partite, ma ha la classe anche per condurle. Come fa contro Cagliari e Spal, le prime apparizioni da titolare. Gioca un’ora anche nel derby, prima di essere sostituito, come accadrà anche a Perisic.

Borja mette il suo unico numero a referto fin qui con l’assist contro la Lazio, la partita in cui realmente il popolo nerazzurro capisce come e quanto lo spagnolo abbia dato e possa dare una mano alla causa spallettiana. Una sfida che Perisic giocherà per intero (cosa che gli è successa altre 8 volte in stagione) senza infamia e senza lode. Ed è forse questo il più grosso limite che Ivan sta evidenziando di sé: nelle giornate ‘sì’, influenza la squadra in maniera positiva, in quelle ‘no’, rischia di essere un fattore in negativo.

Per un Borja che cresce, c’è un Perisic che lascia più di qualche dubbio, partita dopo partita. Le nuove voci, di un suo possibile addio (puntualmente smentite) non aiutano, specie in un momento, e in generale in una stagione, in cui la pressione sull’Inter è aumentata in maniera sensibile. Quella pressione che Borja Valero ha dimostrato di saper gestire palla al piede in mezzo al campo, anche allo Stadium contro la Juventus, quando è entrato nel più che discusso cambio con Politano. Altro match giocato per intero da Perisic, che è partito ad alta intensità, salvo poi perdersi, un po’ come tutta l’Inter.

Serviranno entrambi a Spalletti nel match di domani sera. Lo spagnolo per la sua capacità di gestione e di giocate a sangue freddo, il croato per la sua imprevedibilità. Ordinato – fin troppo – il primo, fuori dagli schemi – e a volte anche dalle partite – il secondo. Ora Luciano ha bisogno di entrambi. Borja e Perisic sono chiamati alla migliore partita dell’anno, per intensità di pensiero e di gamba. Ci arrivano in momenti opposti, devono arrivare al top entrambi, insieme. Per l’Inter.

Sezione: In Primo Piano / Data: Lun 10 dicembre 2018 alle 11:44
Autore: Federico Rana / Twitter: @FedericoRana1
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