"Adesso arriva una partita non proprio banale", parola di Ernesto Pellegrini che, malgrado il tanto tempo trascosrso dagli undici anni alla presidenza dell'Inter (dall'84 al '95), non dimentica la sua Beneamata, che domenica affronterà i cugini in una delle stracittadine più belle del campionato italiano. "Da milanese, mi rende felice vedere Inter e Milan così in alto. Poi beh, non serve neanche chiedermi un pronostico: il cuore era, rimane e resterà per sempre nerazzurro" sentenzia l'ex numero uno dell'Inter, intervistato dalla Gazzetta dello Sport.

Come arriva la squadra a questa sfida?
"Sono fiducioso, finora il cammino è stato positivo: mi auguro di vedere la stessa Inter che ha fatto così bene nell’ultimo periodo, con anche un ottimo gioco. Dall’altra parte, però, attenzione al Milan: non penso possa replicare la prestazione, per esempio, della sconfitta contro lo Spezia. Questo derby sarà una battaglia sportiva". 

Chi mette in copertina?
"Ibrahimovic e Lukaku, ovviamente. Stravedo per Romelu: mi piace tantissimo, è devastante tecnicamente e fisicamente, ha velocità e vede la porta come pochi. Inoltre apprezzo il fatto che sia una persona religiosa. Segna e guarda il cielo: sembrerà un gesto banale, non per me".

Barella come Berti?
"Il paragone ci può stare, anche se Nicolino era più potente dal punto di vista fisico. Senza nulla togliere a Nicolò: attualmente, a centrocampo, in Italia nessuno è al suo livello. Ho tanti amici a Cagliari, conoscevo il suo potenziale e non ho mai avuto dubbi sul suo acquisto".

Matthäus, nell’Inter di oggi, che peso avrebbe?
“Beh, Lothar sarebbe insostituibile. Idem Matteoli. La nostra era una squadra eccezionale, che avrebbe potuto vincere di più. Peccato perché capitarono degli episodi che definirei maldestri… Non vado oltre”.

Conte-Trapattoni.
"Persona differenti, identici in campo per l’atteggiamento: hanno grinta, determinazione e assoluta voglia di vincere".

Tornando al derby, chi ruberebbe al Milan?
"Zlatan fa paura, può fare la differenza. Ma noi abbiamo Romelu…”.

Saranno gli uomini decisivi?
"Sì. E aggiungo proprio Barella: lotta dall’inizio al 90’, non si risparmia mai, ha un ottimo piede… È un calciatore completo".

Capitolo societario: le sue sensazioni?
"Sono amico di Marotta e Antonello (a.d. sport e a.d. corporate, ndr), dei fuoriclasse nei rispettivi ruoli. Li stimo molto: fortunatamente ci sono loro in questo momento di difficoltà… Per il resto, cosa posso dire: mi auguro che la famiglia Zhang possa ripensarci, altrimenti sarebbe un’ottima cosa se riuscissero a cedere in mani buone, possibilmente italiane". 

Magari alla coppia Pellegrini-Moratti.
"Lo escluderei, perlomeno per quanto mi riguarda. Io e Massimo ci siamo sentiti, ma ho fatto il mio tempo. Certo che mi piacerebbe, i sogni fanno parte della vita, anche per me è così, ma non ci sono i presupposti".

Il miglior ricordo della sua gestione?
"Uno dei più belli è certamente il derby vinto grazie all’incornata di Serena su cross di Bergomi, quello dell’11 dicembre 1988. Uno dei peggiori resta l’eliminazione contro il Bayern Monaco negli ottavi di finale di Coppa Uefa, bruciante dopo lo 0-2 di Monaco, quello con il gol-capolavoro di Berti: per fortuna, a fine stagione, arrivò lo scudetto dei record".

Sezione: In Primo Piano / Data: Ven 19 febbraio 2021 alle 20:25
Autore: Egle Patanè / Twitter: @eglevicious23
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