Intervistato dal canale ufficiale della Lega Serie A per Total Italian Football, Rodrigo Palacio racconta a Laura Barriales la sua esperienza a Milano e quelle che sono le sue sensazioni per questa stagione. Prima, però si parte un po’ raccontando la storia personale del Trenza: “I miei genitori lasciarono la Spagna a causa della Guerra Civile e raggiunsero dei parenti che si trovavano in Argentina. Mio padre iniziò a giocare a calcio una volta arrivato lì e mi ha insegnato lui questo mestiere. Per me è stata una scelta naturale quella di diventare un calciatore. Quando ero più giovane mi piaceva giocare più vicino all’area di rigore anche perché il fisico me lo consentiva, oggi mi dedico un po’ di più alla fase difensiva per venire incontro alle richieste del mio corpo. La Trenza? La taglierò una volta che finirò la carriera perché adesso la gente mi riconosce anche grazie a questa treccia. In Argentina mi chiamavano anche la Joya, mi piacciono entrambi i soprannomi”.

Dopo delle domande più personali, si passa al racconto dell’arrivo in Italia dell’ex Boca Juniors: “Avevo voglia di venire in Europa, un giorno Fabrizio Preziosi venne a Buenos Aires offrendomi un contratto triennale e io accettai subito. Mi sono sentito accolto sin da subito, ho fatto la scelta giusta. Il passaggio all’Inter? Sono arrivato un po’ tardi su questo tipo di palcoscenico, ma la colpa è mia. Avevo rifiutato in passato offerte dall’Europa perché al Boca mi sentivo a casa, poi però maturai questa decisione di lasciare il Sud America e alla fine il mio viaggio mi ha portato all’Inter. All’Inter non presi il 22 nonostante lo avessi indossato perché volevo fosse ricordato come il numero di Milito e per non incorrere nel paragone con lui. Il gol nel derby? Fu la partita perfetta, è il gol più importante della mia carriera in Italia, ma non il più bello, che rimane quello fatto da genoano al Napoli. La sconfitta contro la Juventus della Tim Cup è stata una brutta eliminazione. Non mi era mai capitato prima di sbagliare un rigore nella lotteria finale e aver sbagliato quello che poi è stato il rigore decisivo in negativo è un’esperienza bruttissima. Volevo morire in quel momento, ma alla fine sono cose che capitano. Devi andare avanti e non pensarci più. La prossima volta sarò pronto per segnare".

Sezione: In Primo Piano / Data: Dom 13 marzo 2016 alle 14:15
Autore: Gianluca Scudieri / Twitter: @JeNjiScu
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