Anche se i riflettori erano puntati soprattutto su di lui, non è stato solo Marko Arnautovic a deludere durante l'amichevole di Piacenza. L'austriaco doveva dimostrare di essere pronto per la Serie A e per un posto nell'attacco di Mourinho, ma anche altri più illustri colleghi hanno marcato visita a livello di prestazione. Mancini e Quaresma, che ormai il rettangolo di gioco lo vedono solo in caso di estrema necessità, hanno fatto vedere ben poco per convincere l'allenatore portoghese della loro utilità in questa squadra. Non è solo il modulo a tarpare, è il caso di dirlo, le ali, ma anche il loro momento di forma e l'atteggiamento con cui si misurano anche con un'amichevole. Il brasiliano, che ha disputato una prova negativa in Champions League a Kazan, è apparso volenteroso ma ancora un pesce fuor d'acqua in questa Inter, dove da un anno e mezzo è un corpo estraneo. E pensare che in estate si era convinto di laciare Milano per andare alla Roma o al Genoa, salvo poi farsi convincere a sua volta da Mourinho a rimanere a Milano. Ma, ad oggi, questa scelta non sembra in grado di pagare. Non è una bocciatura, sia ben chiaro, da qui a gennaio Mancini potrà fruire magari di altre occasioni, ma a Piacenza ha fatto ben poco oltre al gol del momentaneo vantaggio su rigore.

Non ha fatto neanche questo Ricardo Quaresma, deciso a rimanere all'Inter a tutti i costi durante il mercato estivo e oggi sempre più ai margini della squadra. Un'ala offensiva come lui fatica, come Mancini, a trovare spazio in una squadra che di ali oggi non ha più bisogno e, se da qui a gennaio le cose non dovessero cambiare, il Trivela potrebbe chiedere di essere ceduto, così come accaduto a gennaio scorso quando l'Inter lo prestò al Chelsea. Dietro questo cambio di rotta (per cui tornerebbe in corsa il Genoa), il desiderio di non perdere la nazionale, che ha ancora chance di qualificazione ai prossimi Mondiali dopo il successo ai danni della Svezia. Mentre i connazionali lottavano per andare in Sudafrica, Quaresma giocava un'amichevole contro una squadra di Serie B, primo impegno concreto dopo tanta panchina e tribuna. Una situazione che non può non farlo riflettere. Discorso a parte merita Vieira, anch'egli poco produttivo sabato pomeriggio al Garilli, ma con la testa probabilmente già altrove. Lui lo ha ammesso candidamente, se da qui a gennaio non troverà spazio, cambierà squadra.

Sezione: In Primo Piano / Data: Dom 11 ottobre 2009 alle 19:32
Autore: Fabio Costantino
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