Inter-Siena è la partita della festa, la partita dell’abbraccio dei tifosi, quasi una serata di gala dopo la vittoria dello scudetto. Una serata atipica in cui la partita segue i festeggiamenti, anziché il contrario. Anche questo è il calcio moderno. Difficile trovare le giuste motivazioni quando di fronte ci sono la squadra campione d’Italia e una squadra già salva che non ha più niente da chiedere a questo campionato, ad avvantaggiarsene è lo spettacolo perché le due formazioni possono giocare a viso aperto. Nonostante la festa andata avanti fino a notte inoltrata, Mourinho manda in campo la formazione migliore con Figo e Balotelli a supporto del rientrante Ibrahimovic. Formazione tipo anche per il Siena con Kharja dietro Calaiò e Ghezzal. Stadio stracolmo in ogni ordine di posto, bambini e famiglie sugli spalti, coreografie da brividi, striscioni, parrucche colorate, trombette, una bellissima giornata di sport come sempre dovrebbe essere.
Dopo soli 2 minuti Calaiò tenta il colpo di testa, palla alta. Ancora Calaiò al 3’ scambia con Portanova e si ritrova a tu per tu con Julio Cesar, botta sotto la traversa ma è strepitoso il riflesso del portiere, che evidentemente non risente dei bagordi e devia sopra la traversa. Al 6’ ci prova Ibrahimovic dalla sinistra, Curci non trattiene e la difesa senese spazza. Al 20’ Galloppa, molto attivo, lascia scorrere la palla e dal limite tenta il tiro al volo, blocca centralmente Julio Cesar. Partita molto soft, senza ansie da entrambe le parti; qualche amnesia difensiva da parte dell’Inter, qualche colpo d’alta scuola di Ibrahimovic, ampi spazi e qualche bella percussione bianconera. Al 28’ Ibra sull’out di destra riceve palla dalla sinistra, scarico centrale per Stankovic che impatta immediatamente, respinge la difesa del Siena. Il gol che sblocca la partita arriva a un minuto dalla fine: calcio di punizione battuto dal vertice sinistro da Muntari, respinge di pugno Curci, palla sui piedi di Stankovic che tenta la botta da fuori area, ancora Curci respinge addosso a Cambiasso che non deve far altro che mettere dentro a porta vuota con Curci a terra. E la festa si fa ancor più bella. Squadre al riposo dunque con l’Inter in vantaggio, e sulle gradinate la soddisfazione è palpabile.
Due novità per il Siena al rientro in campo, fuori Kharja e Codrea, dentro Jarolim e Coppola. Passano solo sei minuti e l’Inter raddoppia con un altro protagonista di questo scudetto e l’uomo del futuro interista: Mario Balotelli, lanciato da Ibrahimovic al limite del fuorigioco, va via in velocità, a tu per tu con Curci salta il portiere e mette dentro a porta vuota mostrando lo scudetto al pubblico. Ma il Siena non ci sta a fare da spettatore alla festa dell’Inter e prova a reagire all’8’, quando Calaiò si produce nel suo pezzo migliore, il colpo di testa, andando però a colpire il palo con Julio Cesar immobile. Al 13’ Ibrahimovic, seppur dolorante, riceve palla al limite e prova la girata al volo, blocca Curci. Dall’altra parte, su calcio d’angolo, Ficagna di testa da solo non inquadra lo specchio della porta e si dispera. Ibrahimovic però continua ad essere dolorante e a chiedere il cambio, al 17’ Mourinho chiama la sua prima sostituzione ma al posto dello svedese esce Figo, in campo va Santon, tra le imprecazioni di rabbia dello svedese che si sfoga con un compagno: “Non mi cambia!”.
La scena si ripete al 29’: fuori Balotelli, dentro Mancini. L’espressione di Ibra è tutto un programma, tra lo stupito e il rassegnato, ma Mourinho continua a tenerlo in campo. Pochi secondi e il Siena colpisce il secondo legno, stavolta con una sventola di Coppola. Ma Mou avrà le sue ragioni se tiene in campo lo svedese perché alla mezz’ora Mancini se ne va sulla destra e serve Ibrahimovic a sinistra, gran tiro sotto le gambe del portiere e 3-0, condito con un applauso verso il pubblico, per dimenticare una volta per tutte il gesto polemico di due settimane fa. Al 32’ Mourinho concede la standing ovation a quello che è forse in questo momento il miglior portiere al mondo, Julio Cesar, e fa esordire in questa stagione Paolo Orlandoni. E il terzo portiere dell’Inter fa vedere tutte le proprie qualità al 34’ quando va a togliere da sotto l’incrocio un gran tiro di Ghezzal, esaltandosi subito.
Non accade più nulla di significativo e così, dopo nessun minuto di recupero, l’arbitro manda le due squadre sotto la doccia. L’Inter schianta 3-0 il Siena pur con la testa e il fisico alla lunga festa della notte precedente e consolida, semmai ve ne fosse bisogno, il proprio primato in classifica. L’impressione è che la corazzata nerazzurra resterà ancora per molto tempo la vera squadra da battere.
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