Qualcuno avrà interpretato la decisione di Mourinho di non convocare Davide Santon per la trasferta di Livorno nel modo sbagliato. Con la squalifica di Chivu, per il giovane terzino nerazzurro sarebbe stata l'occasione per riscattare un momento non facile della sua pur breve carriera, iniziato con l'errore di Genova che è costato l'unica sconfitta per i nerazzurri in campionato, e proseguito con brevi apparizioni, l'ultima delle quali la non esaltante prestazione nella ripresa di Inter-Palermo. In realtà, lasciandolo fuori, Mourinho è passato dalle parole ai fatti. Giovedì sera dopo la partita contro i rosanero il tecnico ha detto che avrebbe aiutato Santon a superare questa fase di appannamento, oggi gli ha impedito di diventare ancora una volta oggetto di polemiche e bersaglio delle critiche nel caso lo avesse fatto giocare e i risultati non fossero stati entusiasmanti. Non tutti riescono a capire cosa passi nella testa di Mourinho quando prende certe decisioni.

Convocando Santon ma lasciandolo in panchina, quando il suo avversario di ruolo è squalificato, avrebbe dato ossigeno al partito di chi lo vuole a tutti i costi sul terreno di gioco, scaricando di conseguenza critiche nei confronti dell'allenatore. Meglio togliersi ogni tentazione, dunque, anche perché Mou aveva già in mente di non farlo giocare domani al Picchi. Nessuno potrà lamentarsi guardandolo scuro in volto in panchina, dunque, perché Santon sarà totalmente fuori dai giochi. Il ragazzo è stato troppo esposto mediaticamente nelle ultime settimane, ha ragione il portoghese quando teme che possa diventare oggetto di discussione totalmente gratuita come è accaduto a Balotelli. Già SuperMario è stato sacrificato sull'altare del calcio parlato più di una volta, un destino a cui lui stesso però ha contribuito. Santon invece ha un'unica colpa: essere un enfant prodige, ma pur sempre enfant, per cui spesso si dimentica che non è assolutamente obbligatorio che giochi solo perché è il futuro del calcio italiano.

Mourinho lo ha scoperto e ha rischiato lanciandolo, tocca a lui difendere questo patrimonio dai venti esterni. Anche a costo di lasciarlo a casa nel momento in cui potrebbe tornare protagonista. Evidentemente non è ancora pronto per tornare quello che abbiamo ammirato la scorsa stagione, quindi è giusto che rimanga un po' lontano dai riflettori e non esponga il proprio fianco a ulteriori polemiche. Non farebbe bene né a lui, né alla squadra, che viene prima di tutto. In attesa di rivederlo sulla fascia sinistra a correre e dribblare come qualche mese fa, accettiamo di buon grado la decisione, del tutto motivata, di Mourinho. Non fatichiamo a credere che anche il bravissimo Davide farà altrettanto.

Sezione: In Primo Piano / Data: Sab 31 ottobre 2009 alle 18:52
Autore: Fabio Costantino
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