Oggi presso la Sala della Regina di Palazzo Montecitorio, si è svolto il Convegno “Contro la violenza. Riportare il calcio a misura d’uomo”. Il presidente onorario dell'Inter Massimo Moratti nel suo intervento ha risposto alle domande di Gianni Riotta, editorialista de La Stampa. Ecco le sue parole: 

Nel periodo tra il 1994 e il 1995 il presidente ha deciso di riprendere l'Inter e si discuteva in famiglia. La moglie Milly non era convinta e in una colazione mi disse che era importante intervenire per chi soffre, e io le ho detto che gli interisti soffrivano più di tutti (da tifosi). Nonostante le vittorie il presidente si è impegnato per Inter Campus, per aiutare Emergency. E' eccezione la sua presidente o può diventare la norma?
"E' una emozione enorme essere qui. Sono fiero per l'Inter e per Zanetti, che ci sia questo affetto verso la squadra e verso di noi. Io credo che ogni società abbia l'imprinting della proprietà. Se c'è una proprietà che segue, che ne fa un fatto di cuore allora l'imprinting è automatico. Serve un grande rispetto dei tifosi, del pubblico, che soffre come noi. Poi serve avere molto coraggio di fare quello che pensi serva. Come contro il razzismo, senza aver paura, per superare questo problema, una forma di ignoranza che sopporti, ma che ripeto è da superare. Le altre sono organizzazioni, come quella di Javier e Inter Campus. Una volta all'estero non incontravo il presidente della repubblica, ma uomini d'affari. Il calcio dà grande visibilità e può accadere, un mezzo per fare delle azioni positive. Ad esempio il comandante Marcos in Messico, approcciato per altre cose, ha capito che l'Inter poteva essere un'amicizia. Aveva un amico capitalista e nelle sua squadra giocava Ronaldo. Noi siamo andati a conoscere e lì non è più un fatto e politico, ma l'intervento attraverso l'Inter per far sentire la voce di quel paese. Poi è bellissimo vedere tanti bambini felici. Infine c'è il cacio che ti rinormalizza...".

Quali sono i calciatori che la hanno colpita, dentro e fuori dal campo?
"Nella esperienza di mio padre e nella mia la cosa che ricordi sono i calciatori. Javier è speciale, è arrivato nel mio primo giorno per poi restare in tutta l'esperienza. Ha grande discrezione e senso per capire quello che succede e reagire nel modo giusto. Fa parte di un mondo speciale. Io sono legato anche a quelli che ci hanno accompagnato nel Triplete e nei 5 anni di vittorie. Quegli atleti avevano dentro qualcosa di speciale, come quelli della Grande Inter. E' come una orchestra e se li metti insieme funzionano bene, è un sistema: trovi 16 giocatori che assieme condividono tutti un certo sentimento. Non voglio far nomi, al massimo dico Recoba che lo sanno tuti essere una mia passione, ma nessuno era geloso di lui, sapevano che era una mia mania. Poi Ronaldo e Ibra, tutti caratteri speciali che io ho apprezzato, anche perchè alla base del campione in campo".

La nuova Inter le dà fiducia?
"Ho abbastanza fiducia anche se c'è questa serie di pareggi. Dico così perchè mi sembra equilibrata e l'allenatore è una persona forte, ha bel rapporto con il gruppo. Qualcosa di buono potremo fare, superando questo momento. Anche loro son stati bravi e hanno subito il cambiamento senza dire nulla. Nessuno mi ha fatto pesare questa cosa. Sono andati avanti lo stesso. Un po' i risultati attuali sono legati a questo cambiamento. Io credo che oltre all'internazionalizzazione, il futuro sarà legato al carattere di chi entra e io non posso sapere. Ma per l'ambizione di queste persone, anches e non posso prevedere il futuro, certamente sarà positivo". 

E' un industriale, ma la sua famiglia ha lavorato con i due schieramenti della politica. Ecco cosa chiede oggi alla politica?
"La gente ha bisogno di fiducia, vuole avere fiducia verso chi decide. E' un matrimonio che nasce dal tanto lavoro. Qui in Italia ci sono tante opinioni diverse, tanta libertà se vogliamo, però entriamo in un periodo di emergenza grave per i posti di lavoro in ambito industriale. Qualcosa serve che venga fatto velocemente, un investimento. Guardare avanti, tra 10 anni e fare un investimento per il domani. Un esempio è Zanetti, un vero professionista che ha fatto le scelte giuste. Ha avuto anche la possibilità di andare via, non me lo ha mai detto ma lo sapevo. Invece è andato avanti e chissà per quanto continuerà (ride ndr). Ha grande dignità ed ha sposato la bandiera di cui tutti siamo innamorati"

 

Sezione: In Primo Piano / Data: Lun 09 dicembre 2013 alle 12:30
Autore: Luca Pessina / Twitter: @LucaPess90
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