"Siamo già al lavoro per cercare strade alternative alle cessioni. Se riuscissimo ad evitare queste ultime, lo faremmo ben volentieri". Un messaggio chiaro, una strategia da perseguire per rimanere in linea con il Fair Play Finanziario, il tutto firmato Massimo Moratti.

IL PRIMO PASSO E' COMPIUTO - Nell'incontro di ieri a Sondrio il presidente è stato chiaro: il FPF è una cosa seria, l'Inter è pienamente rientrata nei parametri e sta studiando un'operazione per rimanere in linea con i parametri del provvedimento indetto dal presidente Uefa Michel Platini senza però dover perdere pezzi pregiati anno dopo anno. Operazione di certo complessa ma che in Corso Vittorio Emanuele stanno stilando nella piena consapevolezza di un ottimo lavoro già svolto per larga parte: ripianare il deficit creatosi a cavallo tra fine anni '90 e inizio 2000 era impresa ardua, l'Inter lo ha fatto e anche vincendo tanto, tantissimo.

LA SVOLTA DOPO L'ADEGUAMENTO - Adesso però è l'ora della svolta. Era necessario dover perdere qualche gioiello per dare freschezza alle casse nerazzurre come è stato per Mario Balotelli, una plusvalenza al netto importantissima, ma anche per ripristinare un'ordine nel monte ingaggi, capitolo che ha influito in maniera totale nella recente cessione di Samuel Eto'o e nella scelta di Gian Piero Gasperini che percepisce poco più di un milione di euro all'anno, invece dei circa dodici che venivano recapitati annualmente a José Mourinho non più tardi di due anni e mezzo fa. Non è stato un caso, infatti, il no al costosissimo Andrè Villas Boas. Un autentico processo di rivoluzione che sta portando i suoi frutti e che l'Inter vuole continuare a portare avanti attraverso però una modalità differente non strettamente legata alle cessioni - ci saranno anche quelle, ma gestite in modo differente -, bensì ad altri agganci.

LA STRATEGIA PER IL FUTURO - Innanzitutto, ci sarà da stabilire definitivamente il monte ingaggi che vede ancora chi come Muntari o Chivu guadagna tantissimo: il primo è in odore di addio a gennaio o a giugno per fine contratto, il secondo ad esempio è in scadenza ma se rinnovo sarà le cifre saranno molto più basse dell'attuale salario da tre milioni e mezzo. Gli introiti però da cosa arriveranno se non dalle cessioni? La strategia varata dall'Inter e rapidamente accennata dal presidente Moratti è legata al merchandising e agli accordi commerciali. E' molto difficile che gli sponsor possano coprire interamente i 'buchi' economici di una società come l'Inter, il presidente lo ha spiegato, ma un piano è stato varato per avere un incasso importante che consenta di avere introiti validi da affiancare comunque per il momento a delle cessioni che rimarranno anche se il processo nel tempo dovrà portare a non privarsi delle stelle di maggiore valore. Per intenderci, la cessione di un Santon sarà sempre vista di buon grado se il giocatore è di 'seconda fascia' nei piani del tecnico e se la plusvalenza è netta e corposa.

L'ARDUA CILIEGINA SULLA TORTA - Non solo merchandising e accordi commerciali, però. Il grande progetto è quello dello stadio di proprietà di cui in casa Inter si discute da anni, un'operazione difficile da realizzare in breve tempo per i permessi che vanno a incastrarsi con la politica, ma un modello al quale l'Inter sta pensando per il passo in avanti decisivo da questo punto di vista. Servirà tempo, questo è certo, ma il processo è partito da poco e la società ha già fatto passi da gigante mettendosi in regola con i conti e ora regolarizzando il monte ingaggi. Ora toccherà alle operazioni commerciali insistendo con le autorità competenti sul fronte stadio. Senza correre, ma con le idee chiare e già attive: l'Inter ha intrapreso la strada del Fair Play Finanziario nel migliore dei modi, ora è venuto il momento della svolta. Incassare senza indebolirsi, sarà dura ma l'impresa non è impossibile. Tutt'altro.

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Sezione: In Primo Piano / Data: Ven 09 settembre 2011 alle 12:05
Autore: Fabrizio Romano
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