A dieci anni esatti da Barcellona-Inter, la partita simbolo del Triplete nerazzurro, Massimo Moratti è ospite sulle frequenze di Radio 24, all'interno della trasmissione 'Tutti Convocati'. La chiacchierata parte proprio dal ricordo di quella che José Mourinho definì 'la mia sconfitta più bella': "Fu la partita manifesto, la più emozionante e la più valorosa. Il fatto di essere rimasti in 10 subito, penso abbastanza ingiustamente, ha dato una carica ai giocatori incredibile. Per tutti è stata una partita fantastica". 

Lo spirito di squadra che ha dato Mourinho si concretizza con Eto'o terzino.
"Eto'o è stato speciale. Se uno pensa alla sua classe, al suo stile, e poi vede quella partita di sacrificio... E' un ragazzo orgoglioso, voleva far capire che era il simbolo del suo Paese: quella sera fu stupendo". 

Ci racconta i due giorni prima di Barcellona-Inter?
"Era il clima normale di una partita importante loro volevano fare la remuntada e c'era quel desiderio di fare una grande battaglia. Laporta era un amico, una persona perbene, avevamo fatto l'operazione Ibrahimovic-Eto'o e gli ero riconoscente. Vedemmo la partita insieme, come si usa in Spagna, avevo un po' l'imbarazzo di esagerare col tifo. Entrambi ci comportammo con attenzione, nonostante, la tensione; non avevo visto l'entità del recupero, ma quando ho visto mio figlio che è saltato sul seggiolino ho capito che era finita. Ho esultato, ma subito dopo mi sono scusato con il presidente".

La Champions l'Inter l'ha vinta quella sera?
"Direi di sì, quella sera noi abbiamo avuto non la presunzione ma l'idea che era fatta c'era. Conoscendo Mourinho, allievo di Van Gaal, avevo la sicurezza che conoscesse il gioco del Bayern. A Madrid fu difficile, ma l'ostacolo più alto fu il Barcellona".

Ha riparlato con Ibra di quello scambio di mercato?
"Lo ha voluto il caso. Devo dire che Ibrahimovic si è comportato sempre molto bene con noi. Il primo sms di congratulazioni dopo Madrid l'ho ricevuto da lui, non era una cosa semplicissima; io l'ho sempre trovato professionista serissimo che ha sposato le nostre intenzioni. Ci è andata bene con Eto'o, è stato più utile di quanto ci aspettassimo". 

La scena di Mourinho dopo la finale: come l'ha vissuta?
"Decisamente un po' stonato alla fine della partita. L'ho visto due sere dopo, era un lunedì, abbiamo cenato insieme a casa mia. Nessuno ha voluto disturbarsi per farlo rimanere perché non volevamo rompere l'incantesimo: abbiamo lasciato che tutto andasse così, solo dopo sono venuti fuori i sentimenti. Ma magari non vincevamo la Champions". 

Le parole di Milito sul contratto subito dopo la finale.
"No, beh.... I presidenti si trovano a che fare con tantissimi problemi. La stagione successiva prendemmo Benitez, un matrimonio non riuscitissimo. Poi con Leonardo abbiamo avuto bei successi, fosse arrivato prima avremmo portato a casa qualcosa di più". 

All'alba del 23 maggio, a San Siro, con Zanetti entra suo figlio con la Coppa: era una investitura?
"Mi seccava mettermi in vista quando non c'era Mourinho, era lui che meritava la passerella a San Siro. Io mi stavo anche rilassando, il giorno dopo mi sarei svegliato pensando che eravamo campioni d'Europa, un bel sogno. L'ho pensato ma non per dargli l'incarico pesante di diventare presidente, ma per rappresentare la continuità della mia famiglia". 

Mou ha detto che il migliore di tutti è stato Ronaldo il Fenomeno.
"Sono d'accordo con lui, era veramente fuori dal normale: aveva una classe immensa. Sinceramente gli infortuni sono stati un'ingiustizia perché avrebbe avuto una carriera ancora più splendente, e forse sarebbe rimasto all'Inter". 

Come vede Milano in questi giorni?
"Il futuro c'è, non è negato. Stiamo attraversando questo periodo disgraziatissimo, contro un nemico invisibile: dobbiamo affrontare tutto con la massima prudenza". 

Il futuro della Milano del calcio?
"Il Milan ha avuto successi notevoli, l'Inter pure: non è facile ripetersi. L'Inter è capitata in buone mani, mi sembra che il gruppo (Suning ndr) ha voglia e i mezzi per far tornare il club ad alti livelli. Il tifoso deve avere pazienza in questo senso". 

Ha cambiato idea sulla ripresa del campionato? Questa crisi farà bene al calcio?
"Il mio pensiero è semplice: dobbiamo prepararci alla nuova stagione, rincorrere questo è pericoloso e una perdita di tempo. La crisi obbliga tutto il mondo a ripensarsi, questa è una lezione involontaria che ci consente di adeguarci al nuovo. Il calcio è fatto per far sognare la gente, la pazzia di comprare un giocatore caro ci sarà sempre. Certo che poi le cifre caleranno, ma saranno comunque diverse da quelle della gente comune". 

Sezione: In Primo Piano / Data: Mar 28 aprile 2020 alle 14:33
Autore: Mattia Zangari / Twitter: @mattia_zangari
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