Il 2010 dell'Inter è da 9,5 in pagella. E' questo il voto del presidente nerazzurro Massimo Moratti, che spiega a Sky Sport perché l'anno dei cinque trofei non può essere da 10. "Il 10 si poteva dare vincendo a Montecarlo la supercoppa europea. Certo, a fine anno fa impressione vedere scritti i 5 titoli vinti, lì, tutti assieme. E' sinceramente eccezionale". Il 2010 è stato un anno un po' particolare sul fronte panchina: si è cominciato con Josè Mourinho per proseguire con la breve parentesi di Rafa Benitez fino all'ingaggio di Leonardo. E a proposito dello Special One, Moratti afferma: "Mourinho era tutto un insieme e va visto nella sua globalità: questi scontri, le dichiarazioni che faceva, un pò erano pensate e un pò erano istintive. Mourinho bisogna prenderlo al 100% per com'è, perchè il tutto porta a vincere. Se gli togli qualcosa, gli togli anche l'entusiasmo", dice Moratti, che poi torna anche sull'addio di Mou: "L’ho vissuta come una cosa naturale, lo straprevedevo, si era capito, non aveva mai avuto forse la voglia e il piacere di dirmelo perché era un dispiacere per lui farlo, ma tacitamente entrambi avevamo capito questa cosa. Non è stata una rottura tra persone ma la scelta ambiziosa da parte sua di poter dimostrare di essere bravo anche da altre parti ma di grande affetto nei confronti dell’Inter, tanto è vero che è scappato dalla finestra, è scappato via dal campo e questo dimostra che gli dispiacesse molto".

Dopo Mou, è arrivato Benitez: un cameo contraddistinto dalla conquista degli ultimi due trofei, ma anche dalla fine burrascosa del rapporto dopo le parole del tecnico spagnolo post-Mondiale. Oggetto del contendere, tra gli altri, il mercato. A proposito della sua posizione Moratti ribatte: "Benitez sapeva che non amavo molto che fosse pubblica  perché potevamo discuterne tra noi e verso la quale c'erano molte aperture. Tuttavia, non mi permetto minimamente di entrare nella vita di una persona che crede di dover fare una cosa e pensa sia giusto farla. L'unico giudizio che posso dare - prosegue Moratti - riguarda la società, e quindi mi è dispiaciuto nei confronti dei giocatori e in un momento bellissimo per la società che ci fosse questa situazione. Niente di più".

Oltretutto, sia Mou che Rafa sono andati via dopo successi importanti. Una circostanza dalla quale Moratti trae lo spunto per una sorta di augurio a Leonardo: "Se fra sei mesi Leonardo andrà via vorrà dire che avremo vinto ancora la Coppa dei Campioni!". E a proposito di Leo, ecco cosa si aspetta Moratti: "L'ingaggio di Leonardo non è nella maniera più assoluta una sfida verso qualcuno o nei confronti dei tifosi interisti. Ho pensato fosse giusta perchè conoscendo la professionalità e l'intelligenza della persona, ho pensato fosse adatta al momento, soprattutto, anche per cominciare un progetto. Cosa mi aspetto da lui? Una vivacità maggiore di quella che c'è stata, da un punto di vista atletico, nel gioco sorprendente, nel piacere di vedere i giocatori esprimersi al meglio. Questo gli chiedo, di riportare nell'ambiente la felicità di fare il proprio mestiere. La squadra in questo periodo aveva un pò perso queste qualità, dovute forse anche al fatto di aver vinto troppo l'anno scorso. Adesso non è più il momento di scherzarci su, bisogna ripartire e credo che lui sia capace di farlo".

L'obiettivo principale di Moratti rimane lo scudetto: "Lo scudetto non mi piace mai pensare di perderlo perché hai contro i nemici calcistici e quindi pensi sempre per il pubblico di doverlo portare a casa. E quindi allo scudetto ci terrei, spero che la squadra possa riprendersi e credo che abbia modo di farlo anche se sono tanti i punti di differenza. La Champions League ormai è entrata nell’ordine delle idee come qualcosa di raggiungibile e quindi ci dobbiamo pensare per forza. Sappiamo tutti che è una scommessa e quindi non voglio creare pressioni nell’allenatore". Corsa al tricolore che verrà affrontata con un uomo in più, Andrea Ranocchia: "E' bene pensare al futuro e rinnovare anche psicologicamente la squadra. Poi, finalmente un italiano e anche questo non fa male. Ranocchia è un giocatore che avevamo avvicinato già precedentemente, in comproprietà col Genoa. E’ stato dunque abbastanza naturale e rientra in un nostro progetto di andare sui giocatori giovani. Anche il punto di vista economico, benché questo non sia stato uno scherzo, credo sia da affrontare così, sia a livello d’ingaggi che di spesa". 

Non manca, Moratti, di ricordare quanto successo nel 2006: "Dobbiamo ricordare che il calcio italiano ha sofferto la terribile situazione che è poi venuta fuori con calciopoli e quello è stato decisamente il momento peggiore del calcio. E quindi comunque adesso è meglio. Il calcio segue quella che è la situazione economica internazionale e quindi non può permettersi di essere brillante come un tempo. Bisogna avere delle nuove idee, forse creare dei tornei leggermente diversi ad alto livello, però il calcio oggi segue quella che è la situazione internazionale. Ci vogliono anche dei rinnovamenti, certamente, io penso in primis per me stesso e credo sia necessario anche a livello nazionale e internazionale".

Sezione: In Primo Piano / Data: Gio 30 dicembre 2010 alle 15:03 / Fonte: Sky Sport
Autore: Christian Liotta
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