Si diceva che doveva essere il derby che avrebbe riaperto il campionato, il derby che avrebbe riportato il Milan in corsa per lo scudetto in attesa di recuperare la partita con la Fiorentina. Si diceva di un Milan che arrivava a questa sfida più in forma, carico, al cospetto di un’Inter in difficoltà. Niente di tutto questo, il derby è stato sì decisivo, ma per ribadire ancora una volta la superiorità assoluta dell’Inter. Un’Inter spumeggiante, carica come una molla, che ha dato spettacolo nel primo tempo trovando un gol meritatissimo, e che in dieci uomini si è compattata in difesa senza lasciare spazio ai disperati tentativi del Milan (che di fatto non ha mai trovato il pertugio giusto per la conclusione) e che ha colpito nella prima azione di contropiede del secondo tempo chiudendo di fatto i giochi. La ciliegina sulla torta è stata la grandissima parata di Julio Cesar che nel recupero ha neutralizzato un rigore di Ronaldinho, negando al Milan anche il cosiddetto gol della bandiera. Una grande dimostrazione di forza di una squadra che, ancora una volta, si è dimostrata più forte di tutto e di tutti, e che ora da lassù guarda tutti dall’alto in basso, ancora più in alto…

La cronaca. Due minuti e subito grandi emozioni: Sneijder, uno dei più attesi, dalla destra va al tiro di collo pieno verso il palo più lontano, la palla sfiora l’incrocio con Dida comunque attento. Dall’altra parte al 6’ Ronaldinho pesca Antonini sulla sinistra, cross immediato per Borriello che però spara alto. Partita subito bellissima, all’8’ Pandev si rende autore di una poderosa percussione, la difesa respinge il tiro, la sfera carambola sui piedi di Sneijder che non ci pensa su due volte e scarica a rete, Dida è bravissimo a respingere con il piede sinistro, riprende Cambiasso che due volte spara su un avversario. Il gol arriva però un minuto dopo e la firma è del Principe, Diego Milito: lancio lungo dalle retrovie, Abate non tiene l’avanzata dell’argentino che, dalla sinistra, trova l’angolino basso più lontano. Nulla da fare per Dida e curva Nord in delirio. Partenza al di là delle più rosee aspettative per intensità, spettacolo ed emozioni. Scatenato Milito, stavolta dalla destra riceve palla da Pandev e scarica sul primo palo, Dida respinge in angolo. Ma che ritmi! Il Milan, dopo qualche attimo di smarrimento e un eccesso di frenesia nei primi minuti, si riassesta e trova un po’ di ordine in mezzo al campo, ma non riesce comunque a rendersi pericoloso dalle parti di Julio Cesar. Ci pensa l’arbitro Rocchi a mutare gli equilibri, come un fulmine a ciel sereno, al 25’: Lucio si sgancia in propensione offensiva e viene steso da un avversario, sembra fallo ma l’arbitro lo ammonisce per simulazione. Il brasiliano si allontana, non convinto, ma in silenzio. Non la prende allo stesso modo Sneijder, già innervosito da un paio di ostruzioni involontarie da parte dell’arbitro Rocchi, e platealmente lo applaude in senso ironico. Spesso gli arbitri fanno finta di non vedere o al massimo mostrano il giallo, ma evidentemente deve essersi risentito più del dovuto Rocchi, che mostra il rosso immediato all’olandese tra lo stupore generale e la rabbia dello stesso Sneijder, di Mourinho in panchina e Moratti in tribuna (che si lascia andare a un’espressione che è meglio non ripetere). Il derby perde così uno dei suoi protagonisti, tra l’altro tra i migliori in campo fino a quel momento. Una decisione molto discutibile, assolutamente.

Alla mezz’ora il Milan protesta per un fallo di mano di Maicon in area su tentativo di pallonetto da parte di Ronaldinho, ma l’arbitro opta per l’involontarietà. Al 38’ brividi lungo la schiena dei tifosi interisti: calcio di punizione di Pirlo dai 25 metri, la barriera devia a Julio Cesar battuto mettendo il portiere fuori causa, ma fortunatamente la sfera si perde in angolo. Ma non finisce lo show di Rocchi che, intanto, espelle anche un membro della panchina dell’Inter, probabilmente ancora per proteste. Al 44’ Pirlo se ne va in slalom e tenta di sorprendere Julio Cesar, palla alta. Termina così sull’1-0 un primo tempo che ha visto un’Inter nettamente superiore fino all’espulsione di Sneijder, ma che ha poi gestito tranquillamente la gara anche in dieci.

Al rientro in campo non c’è più Gattuso nelle fila del Milan, al suo posto entra Seedorf, per una squadra più sbilanciata in avanti nel tentativo di sfruttare il vantaggio numerico. E quasi va vicino al pari dopo un solo minuto, quando da azione di calcio d’angolo Julio Cesar con un riflesso felino respinge da distanza ravvicinata una perfetta incornata di Seedorf; l’azione prosegue, la palla arriva a Ronaldinho che dal limite controlla e si gira facendo la barba al palo. Adesso è il Milan a spingere maggiormente. Break di Milito al 10’ lanciato da Pandev nel corridoio, ma stavolta il sinistro è debole e Dida blocca. Ma la percussione del Milan riprende, due volte Borriello ci prova di testa nel giro di 2 minuti, ma senza fortuna e l’Inter deve arretrare. Ma è pericolosa in contropiede, come al 16’ quando Milito se ne va in dribbling, serve Pandev che scavalca la linea difensiva del Milan e, da solo davanti a Dida, con un pallonetto colpisce in pieno il palo. Poteva essere il colpo del ko, soprattutto perché nel miglior momento del Milan, che arriva però un minuto dopo: Antonini stende Maicon al limite dell’area, dovrebbe entrare in campo Thiago Motta al posto di Pandev ma Mourinho dice di aspettare perché proprio il macedone deve battere il calcio di punizione. La sua è una parabola perfetta che scavalca la barriera e si infila alle spalle di un immobile Dida. Per l’Inter è la fine di tutte le sofferenze, per il Milan una vera batosta visto che la massima spinta si è tradotta soltanto nel secondo gol interista. E tutta la curva comincia a saltellare. Solo dopo i festeggiamenti può entrare Thiago Motta, e per l’uscente Pandev c’è un’autentica ovazione.

Al 31’ paura per Antonini che nello slancio va a sbattere la testa contro i cartelloni pubblicitari. Per fortuna non è nulla di grave, ma al suo posto entra Jankulovski. Il Milan riprende a spingere, anche se con meno convinzione e lucidità; Leonardo prova il tutto per tutto e manda in campo anche Huntelaar al posto di Ambrosini. Cambio anche per l’Inter: fuori Milito, tra gli applausi di tutti i tifosi nerazzurri, e dentro Balotelli. Siamo a dieci minuti dalla fine. Ultimi trepidanti minuti che mancano dal fischio finale, San Siro è una bolgia, Mourinho in piedi incita tutto lo stadio dimenticadosi perfino della partita. Sembra tutto finito ma c’è ancora il tempo per beatificare Julio Cesar, che prima al 90’ si oppone a un gran tiro di Borriello, poi supera sé stesso: è il 91’ quando Lucio si oppone in scivolata a una conclusione ravvicinata, per Rocchi è fallo di mano, secondo giallo e rosso per lui con conseguente rigore per il Milan. Dal dischetto Ronaldinho tenta di riaccendere una flebile speranza per i suoi ma si fa ipnotizzare dal portierone nerazzurro che indovina l’angolo giusto e para tra l’apoteosi generale. Gli ultimi minuti scorrono via senza grossi patemi fino al triplice fischio finale, che sancisce una solidissima realtà. L’Inter è la squadra più forte del campionato.


IL TABELLINO
INTER-MILAN 2-0
(1-0)

Reti: 10' Milito; 20' st Pandev

INTER (4-3-1-2): Julio Cesar; Maicon, Lucio, Samuel, Santon; Zanetti, Cambiasso, Muntari (dal 40’ s.t Cordoba); Sneijder; Milito (dal 35’ s.t. Balotelli), Pandev (dal 21’ s.t. Motta). (Toldo, Cordoba, Materazzi, Mancini, Arnautovic). All. Mourinho.

MILAN (4-3-3): Dida; Abate, Thiago Silva, Favalli, Antonini (dal 32’ s.t Jankulovski); Gattuso (dal 1’ s.t. Seedorf), Pirlo, Ambrosini (dal 35’ s.t Huntelaar); Beckham, Borriello, Ronaldinho. (Abbiati, Kaladze, Bonera, Inzaghi). All. Leonardo.

ARBITRO: Rocchi di Firenze.

NOTE: spettatori 80 mila circa. Espulsi Sneijder al 27’ p.t. per proteste, al 46’ s.t Lucio per somma di ammonizioni; al 41’ p.t. Silvinho (preparatore portieri Inter) per proteste; ammoniti Beckham, Favalli, Thiago Silva, Muntari per gioco scorretto, Lucio per simulazione, Pandev per comportamento non regolamentare. Angoli: 8-2 per il Milan. Recuperi: 2’ p.t.; 5’ s.t.

Sezione: In Primo Piano / Data: Dom 24 gennaio 2010 alle 22:48
Autore: Domenico Fabbricini
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