Dopo l'intervento a SkySport24, InterChannel ha proposto l'intervista del tecnico Walter Mazzarri a Roberto Scarpini nel corso del programma "Mondo Inter". Ecco le parole del mister nerazzurro:

Come è nata l'idea di questo libro? Inizia raccontando la sua carriera di calciatore o solo quella da allenatore? 
"Parlo della mia carriera di allenatore perchè di quella da calciatore non sono stato neanche contento e non sembrava fosse giusto metterla in evidenza. Questa idea è nata da una proposta della Rizzoli, che mi ha preso anche un po' di sorpresa, non pensavo che una casa editrice cosi importante potesse notare la mia storia calcistica, non ci avevo mai pensato, in quel momento li ho riflettuto, poi ho pensato alla mia storia privata, con mio figlio, che non ho potuto seguirlo negli anni più belli, nella parte della sua vita fino ad ora che ho 18 anni e ho accettato. Io tendo a non parlare mai della mia vita privata, ho fatto un eccezione proprio perchè mi è sembrata una cosa bella e perchè mio figlio sapesse che cosa ho fatto mentre non ero con lui e potesse sentire dalle mie parole quello che è stato il percorso negli anni che purtroppo sono stato meno presente con lui".

Suo figlio Gabriele sarà emozionato per la dedica?
"Questo non lo so perchè lui è in un'età, tra i 18 e i 19 anni, nella quale non dimostra, è un'età particolare. Credo che apprezzerà fra qualche anno il perchè di questo gesto che ho fatto anche perchè potrebbe comprendere il perchè il lunedi lui voleva giocare con me e io mi distraevo perchè magari mi arrivava una telefonata del presidente e avrà pensato di avere un padre un po' assente. E' una cosa sentita, se poi lui la vuole prendere nel modo giusto bene, altrimenti bene lo stesso".

Inter-Juventus, all'andata finisce 1-1: esci dalla partita e cosa succede? Ti ferma una persona...
"Dieci anni di Serie A mi hanno abituato a essere sui giornali, ti attribuiscono meriti e attenzioni e questo è un orgoglio. Ma a volte sono importanti certe cose nel privato, tipo quando una signora ti fa dei gesti mentre esci dallo stadio e ti costringe a fermarti. E ti ringrazia per quello che sto facendo per suo figlio, e poi mi dice che è la mamma di Ricky Alvarez. Io le dissi che il merito era del ragazzo che si stava esprimendo al meglio, ma sono soddisfazioni che valgono una partita vinta". 

Un messaggio ai tifosi.
"A volte succede che una frase detta in un certo modo viene trascritta in un'altra maniera. Porte chiuse era comunque un messaggio legato alla gara col Catania, ma non era un alibi per dare colpa a qualcuno. Io spero che grazie al pubblico possiamo superare questo momento difficilissimo, faccio questo appello perché ho capito da subito che questo è un tifo competente e attaccato alla squadra come pochi. Questo legame ci ha fatto partire in questo modo, ci hanno dato la spinta per avere il quid in più per superare gli avversari. Spero di rivedere questo incitamento, io posso garantire lo stesso impegno, perché nessuno qui si impegna meno di quanto dovrebbe, e il loro sostegno ce lo meritiamo. Io sono il primo tifoso nerazzurro, i tifosi devono capire l'essenza del mio lavoro, io vivo di risultati come loro". 

La Juve in casa non ha lasciato praticamente niente, segnando 30 gol subendone solo sei, battendo tutte le squadre più forti.
"Ma il calcio è proprio questo. Noi dobbiamo andare lì con spirito combattivo, sapendo che se facciamo le cose bene può succedere qualcosa. Quando siamo stati equilibrati e intensi, giocando con cattiveria sportiva, abbiamo fatto sempre bene. Poi vediamo al 95esimo cosa sarà successo". 

Le ha fatto piacere che il Presidente Moratti sia stato l'autore della prefazione?
"Sono contento che abbia accettato. Sapete tutti che con lui è scattato qualcosa di speciale, il suo gesto testimonia quanta stima ci sia tra di noi".

Primo incontro con Moratti.
"E' stato speciale, io sono partito da lontanto e vedere il Presidente è stato qualcosa di veramente speciale. Mi è scattato qualcosa di importante e sono andato subito all'incontro. Nel giro di poco tempo mi ha detto "Se lei vuole la panchina dell'Inter è sua", mi sono emozionato".

Incontro con Jose Mourinho negli USA.
"Incontro con Moratti prima e con Mourinho poi, cose difficilmente immaginabili prima per me. E' stato bello incontrarlo, siamo rimasti da soli nello spogliatoi, ci siamo chiariti, anzi ho provato a chiarire qualche ruggine, ma lui mi ha fermato subito perchè non c'era il bisogno di questo passo. Ci siamo capiti subito. E' una delle poche volte in cui mi stavo dimenticando di dare la mano ai miei giocatori che stavano scendendo in campo".

Un'altra edizione del libro? "Spero sia un buon auspicio per il futuro, quando avevamo programmato l'uscita non potevamo immaginare di essere, ora, in questa situazione. Speriamo di proseguire nel migliore dei modi, contano i fatti e non le parole".


 


 

Sezione: In Primo Piano / Data: Gio 30 gennaio 2014 alle 21:10
Autore: Christian Liotta
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