In collegamento dalla sua abitazione, Marco Materazzi si è concesso ai microfoni della Gazzetta dello Sport per una lunga intervista. Di seguito le sue dichiarazioni: "In questo momento non ci sono fede e colori. C'è solo verde, bianco e rosso. I tifosi interisti mi hanno sempre dimostrato affetto, come ho sempre fatto io perché penso mi abbiano regalato dieci anni fantastici, i migliori. Quindi sono io che ringrazio loro".

Cosa ti manca di più in questi giorni?
"A tutti gli italiani penso che manchi lo sport: il calcio soprattutto. Ma abbiamo dalla nostra la famiglia e non ci farà male rivalutare questo bene prezioso. A me manca un figlio, perché vive a Roma e non è qui con me. Però sono qui con il resto della mia famiglia".

Da quando non giochi a paddle?
"Da quando è iniziata la quarantena (ride, ndr). Ho un amico che ha il campo: fin quando abbiamo potuto, abbiamo giocato. Mi manca l'agonismo, mi manca lo sport".

Raccontaci quali iniziative hai preso negli ultimi giorni...
"Io c'entro poco, l'iniziativa di aiutare la Croce Rossa è stata di Del Piero e Cannavaro. Non aveva senso aiutare un ospedale in particolare: sarà la Croce Rossa a decidere chi aiutare. L'Italia, nei momenti di difficoltà, si è sempre rivelata unita e compatta. Io ho messo in palio una mia maglietta, in un concorso al quale può partecipare chiunque doni almeno un euro".

Oggi è la Festa del papà: come ti hanno omaggiato in famiglia?
"Una torta, che sto mangiando da oggi pomeriggio (ride, ndr). Io ho comprato solo gli ingredienti. Mi hanno fatto una torta che pesava sei chili: ne è rimasta poca. Sono queste le piccole cose che ti rendono felice".

Come vedi la situazione di Bergamo?
"Ogni tanto sento il Papu Gomez, in città stanno vivendo davvero un momento difficilissimo. Se non ci diamo una regolata tutti quanti, sarà veramente difficile venirne a capo. Sento anche Ventola, lì c'è molta paura anche perché si sentono di minuto in minuto le ambulanze che passano. Il Papu se s'incazza fa bene: è un italiano adottato, ormai. Così come tutti i suoi compagni che qualche settimana fa ci hanno resi orgogliosi, tutti quanti".

Cosa ti è piaciuto di meno in questi giorni?
"C'è gente che trova mezzucci per cancellare contratti di lavoro. Quello che è successo a Brescia, al di là di smentite di facciata, penso sia stata una vigliaccata. Io ho massimo rispetto di quelle terre: essere arrivati a convocare gente che è stata già esonerata, solo per trovare il modo di rompere il contratto, penso sia stata la cosa che meno mi è piaciuta negli scorsi giorni. Vi assicuro che le smentite sono di facciata. Anche perché il mondo è piccolo, le cose si sanno: prima di reagire in un modo del genere, mi sono documentato".

Parliamo di cose più belle: di recente Sky ha mandato in onda tutte le partite del Mondiale 2006. Quante ne hai viste?
"Tutte. E devo dire che ho giocato pure bene: non pensavo (ride, ndr). Semifinale e finale sono state due belle partite. Ho giocato meglio in semifinale. A volte uscivo un po' troppo fuori, ma ero tranquillissimo: dietro c'erano Cannavaro e Buffon, potevo anche andarmi a prendere un caffè. In quel periodo abbiamo dimostrato che lo sport può unire una nazione: venivamo da un momento un po' burrascoso. Anche oggi, chi prima ci derideva, vedi i francesi, ha visto che ne stiamo uscendo fuori alla grande".

Hai ricordato qualcosa che avevi dimenticato?
"Ricordavo tutto, soprattutto le azioni più delicate. Con i tedeschi siamo stati un po' cattivi: li abbiamo bullizzati. Loro sembravano pulcini che giocavano contro la Nazionale italiana. In casa loro. Quella è stata una soddisfazione grandissima per noi. Penso che quella sia stata la vera finale: la partita delle partite".

Hai citato la semifinale contro la Germania: gli assist di Pirlo e Gilardino sono magici, non trovi?
"Gila non voleva tirare (ride, ndr). Pirlo ha fatto un passaggio che è poesia: nessuno può immaginarsi di fare una cosa del genere. Solo lui".

Il più forte giocatore con cui hai mai giocato?
"Ho avuto la fortuna di giocare contro tutti i più forti. Penso che il migliore sia stato Ronaldo, quello brasiliano. CR7 lo reputo un robot: gioca e vince. Non poteva essere altrimenti, perché l'ho battezzato io alla prima partita. Ma proprio ieri vedevo delle immagini del Fenomeno: ti aspettava, ti derideva, ti faceva tunnel e segnava. Era molto forte e molto veloce: cosa volere di più? Ho un solo rammarico: averlo avuto dopo due infortuni. Avrei potuto vincere molto di più... E poi sono legato ai miei compagni del Triplete".

Oggi è il compleanno di Carlo Mazzone.
"Colgo l'occasione per fargli gli auguri. Chi non ha mai avuto Carletto, avrebbe dovuto averlo. Almeno un anno. Io ho avuto questo privilegio: quello che ti insegna lui in un anno, gli altri allenatori non te lo insegnano in una carriera".

Hai sentito José Mourinho negli ultimi giorni?
"No, è un po' che non lo sento. Anche loro sono un po' in difficoltà...".

Matrix parla anche di Steven Zhang, presidente nerazzurro: "Io sono dalla sua parte, a differenza di molti che lo hanno criticato".

Sezione: In Primo Piano / Data: Gio 19 marzo 2020 alle 19:11
Autore: Andrea Pontone / Twitter: @_AndreaPontone
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