La Gazzetta dello Sport traccia il profilo di Marcelino, balzato in pole-position per guidare l'Inter dopo la giornata di ieri superando Stefano Pioli. Il tecnico asturiano viene paragonato a Diego Pablo Simeone per l'intensità e per la passione con cui guida le sue squadre. Un carattere forte che in carriera l'ha già portato a diversi scontri, dentro e fuori dal campo. L'ultimo è quello della scorsa estate con Musacchio, il difensore del Villarreal: fascia di capitano tolta e lite conseguente. Risultato? Marcelino dice addio al Sottomarino Giallo proprio in prossimità del playoff di Champions League con il Monaco.

Qualcuno sussurra che il rapporto con il presidente Roig si fosse già incrinato dopo l'ultima giornata della passata Liga: Villarreal già certo del piazzamento Champions e battuto dallo Sporting Gijon (squadra tifata dallo stesso Marcelino e dalla moglie) in piena bagarre salvezza. Asturiani salvi, Rayo Vallecano retrocesso e il suo presidente chiede alla Federcalcio spagnola di aprire un'inchiesta per presunta combine. Marcelino s'indigna e spiega tutto in conferenza stampa. Ovviamente, non ci sono ripercussioni.

"Oggi, a 51 anni, Marcelino è pronto al grande, definitivo, salto - sottolinea la Gazzetta -. Lo voleva tanto il Valencia per il post Pako Ayestaran però la Liga non permette di allenare due squadre nella stessa stagione. E allora a Mestalla è arrivato Cesare Prandelli. Ora c’è l’Inter, in crisi tecnica e d’identità. Marcelino è un tipo con le idee chiare, il polso fermo e un’idea di calcio moderna e piacevole. I suoi allenamenti, che essendo aperti al Villarreal abbiamo avuto il piacere di goderci, erano uno spettacolo tanto per i vecchietti della città della Comunitat Valenciana come per i giocatori. Alla Pinetina i pensionati non possono entrare, però i giocatori ci sono e hanno bisogno di morale, guida e intensità. Marcelino è in grado di offrire l’intero pacchetto".

Lo scorso anno ha fatto innamorare tutti con il suo 4-4-2 al Villarreal: qualificazione in Champions e semifinali di Europa League persa nel doppio confronto con il Liverpool del suo modello Klopp. Ma non è un dogmatico della tattica, tanto che anche nella passata stagione non era inusuale vedere un 4-1-4-1 o un 4-2-3-1. Spagnolo sì, ma non un fautore del tiki-taka. Anzi, negli anni passati non ha fatto mistero di non apprezzarlo particolarmente: "Non mi piace. Nel calcio, il possesso di palla portato allo stremo ha poco senso se poi si conclude poco. La partita perfetta? Quella in cui non ci tirano mai in porta", disse. 

Insomma, se Inter sarà, di certo non sarà un'avventura banale.

Sezione: In Primo Piano / Data: Sab 05 novembre 2016 alle 08:15 / Fonte: Gazzetta dello Sport
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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