Leonardo avrà anche l'incarico di valorizzare il patrimonio Coutinho

Il 2011 sarà l’anno di Philippe Coutinho. Non è una certezza, ma una speranza. Il colpo estivo dell’Inter, accompagnato da grandi aspettative, non ha destato finora grandi impressioni, con tutte le attenuanti del caso. Benitez volente o nolente si è dovuto affidare spesso al baby brasiliano, snaturandone le caratteristiche per il bene della squadra e schierandolo in posizioni non proprio consoni alle sue caratteristiche. Coutinho nasce come trequartista, inizialmente avrebbe dovuto essere l’alter ego di Sneijder, dando fiato di tanto in tanto all’olandese. Poi, però, i numerosi infortuni in rosa hanno costretto il tecnico spagnolo a schierare Coutinho da attaccante esterno, ruolo che il ragazzo ha interpretato diligentemente, senza però rendersi protagonista di particolari exploit. Tanto impegno, ma pochi lampi di classe, quella che gli viene attribuita. Inoltre, l’ex Vasco da Gama ha pagato anche la crisi e la mancanza di risultati dell’Inter, finendo imbottigliato nella confusione generale, prova fin troppo ardua per un 19enne che proviene da un mondo completamente diverso da quello italiano ed europeo in generale. Infine, l’infortunio che lo ha tolto di mezzo prima del Mondiale per Club e che lo costringe tutt’ora a rimanere fuori per tutto il mese di gennaio.

L’arrivo di Leonardo per lui sarà un toccasana, non solo perché i due sono connazionali, soprattutto per il fatto che il nuovo allenatore ama instaurare un rapporto sereno con i suoi giocatori e, avendo condiviso il passato sul rettangolo di gioco, conosce il peso delle responsabilità che può avere un giovane nato in Brasile e catapultato nella realtà europea. Leonardo cercherà di infondere fiducia in Coutinho, mentre il trequartista recupera dal problema muscolare, in modo da prepararlo anche psicologicamente al rientro. Poi, avendo condiviso con lui anche il ruolo e ragionando con la stessa mentalità, Leo saprà trovargli la posizione ideale e, soprattutto, lo deresponsabilizzerà nel limite delle sue possibilità, rivalutando così un patrimonio a cui la a società nerazzurra crede ciecamente.

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