RifondInter: questa ormai è diventata la parola d’ordine. Del resto, la prova di Trieste contro il Cagliari, dopo la vittoria rocambolesca contro il Genoa, non ha fatto che confermare quelle che sono le impressioni di una stagione, quella di una squadra che ormai ha dato praticamente tutto, che non fa in tempo a pensare di poter raggiungere un obiettivo sulla carta improbabile come il terzo posto che puntualmente vede le proprie intenzioni frustrate dai fatti. E dove perlomeno Stramaccioni sta facendo il possibile sul piano soprattutto motivazionale (si veda la reazione immediata dopo i due gol, cosa che in passato accadeva assai di rado) e sul piano tecnico-tattico, anche se il giovane tecnico romano a meno di sorpresone non può essere certo attrezzato per i miracoli sportivi.

RifondInter, insomma: un capitolo che su FcInterNews.it abbiamo aperto ormai da diverso tempo sciorinando più o meno tutti gli aspetti, dal mercato in entrata e in uscita, passando per le idee sulla guida tecnica e sui risvolti economici, fino alle possibili evoluzioni tattiche e a quelle che possono essere anche le modifiche per quel che concerne l’assetto societario.  In tutto questo, però, manca forse il tassello finale, vale a dire l’obiettivo. Perché va bene ricostruire e quant’altro, ma occorre anche che ciò vada fatto per uno scopo ben preciso, un traguardo importante da raggiungere. E in un certo senso, l’assist giusto potrebbe arrivare da uno che da giocatore poteva essere nerazzurro e che invece all’Inter fece parecchio male in passato, ovvero Michel Platini, attualmente presidente dell’Uefa.

Platini, infatti, pare aver sciolto le riserve preparandosi al varo della nuova Champions League, che a partire dal 2015-2016 potrebbe diventare una vera e propria Super-Champions, visto che a parteciparvi potrebbero essere ben 64 squadre, con conseguente abolizione della Europa League e raddoppio dei gironi della prima fase. Delle tre proposte ipotizzate a dicembre, questa alla fine sembra essere quella maggiormente assimilabile dai club, in quanto comporterebbe solo l’introduzione di un solo turno aggiuntivo; soprattutto, questa è l’idea che potrebbe restituire un posto importante all’Italia, ultimamente mortificata all’eccesso dal ranking europeo con tanto di perdita di un passaporto per l’Europa dei grandi, che con la riforma potrebbe nuovamente avere diritto al massimo dei posti a disposizione.

Una riforma che garantirebbe più posti per la Coppa dei Campioni, per un mega-torneo che verrebbe inaugurato nella stagione più propizia, visto che per ospitare la finale del 2016 della Champions c’è una candidatura già in atto, e che sembra essere già quella più forte: quella di Milano, come annunciato qualche settimana fa dall’assessora allo Sport del capoluogo lombardo Chiara Bisconti. Insomma, la prospettiva è di quelle allettanti: fare propria la prima edizione di questa nuova Champions League formato XXL, unico campionato europeo per i club, e farla propria proprio sotto il cielo di Milano, qualora fosse proprio Milano (rimaniamo sempre nel campo delle ipotesi) ad aggiudicarsi l’onore di ospitare l’atto finale: sarebbe davvero il massimo.

Prospettiva in cui credere: in fin dei conti, il Bayern Monaco dall’inizio dell’anno ambisce a giocare la finale di Champions tra le mura amiche dell’Allianz Arena (Real e Barça permettendo), perché non potremmo farlo anche noi? Quattro anni per pianificare una squadra che possa arrivare a questo traguardo sono più che sufficienti; se poi arriverà anche qualche vittoria prima e dopo, sarà tutto oro colato, del resto il Cuchu Cambiasso dopo la gara col Cagliari ha detto una cosa giusta: l’Inter può permettersi solo un anno così, non di più…
 

Sezione: In Primo Piano / Data: Lun 09 aprile 2012 alle 12:25
Autore: Christian Liotta
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