La prima, vera grande partita da grande squadra dell’Inter di Antonio Conte. Non c’è altro modo per definire lo spettacolo andato in scena a San Siro nel big match della 18° giornata: una vittoria del gioco, delle idee e dei singoli giocatori che ha visto i nerazzurri trionfare su una Juventus povera e incapace di reggere la mareggiata dei padroni di casa.
E dire che il risultato è persino bugiardo: i gol sono stati due, ma con una mira migliore il risultato sarebbe stato più rotondo. L’Inter ha rischiato di debordare a più riprese, giocando sulle ripartenza in cui la Juve si è fatta spesso trovare a difesa scoperta. Il pressing dell’Inter ha orientato il gioco bianconero che si è schiantato contro le barricate nerazzurre, arrivando al primo tiro in porta quasi al novantesimo - quando Handanovic ha messo il sigillo sulla gara, con una parata bassa sul tiro ravvicinato di Chiesa.
Una vittoria convincente, un solco nettissimo scavato dall’Inter nei confronti della Juve - dopo oltre mille giorni dall’ultima vittoria nerazzurra contro i nove campioni d’Italia, arrivata sotto De Boer. Due passi falsi, poi lo sprint nel secondo big match vinto dell’anno, con tutt’altro mood rispetto alla gara contro il Napoli.
DOMINIO - Negli ultimi anni, l’Inter soffriva la Juventus principalmente a centrocampo: dove i bianconeri pescavano grandi campioni, a Milano si arrancava per trovare la quadra lì in mezzo. A San Siro è andato in scena uno spettacoloso concerto dei centrocampisti dell’Inter: Barella e Vidal hanno banchettato in mezzo al campo, con Brozovic che ha sfoderato una partita da giocatore assoluto, mettendo in mostra la sua qualità migliore - ovvero quella di saper dettare il passaggio al compagno, sempre. Lo si vedeva comparire in mezzo al campo nei momenti più impensabili, a suggerire un passaggio facile, sbrogliando una situazione complicata.
Il dominio dell’Inter è stato evidente nella costruzione: in tre passaggi, la squadra di Conte eludeva il pressing avversario e si catapultava verso la porta, con Handanovic e De Vrij spesso liberi di impostare. Le situazioni di gioco sono stati la manifestazione più palese della mano di Conte, il vero vincitore dello scontro di domenica sera. Criticato, ancora scottato dall'eliminazione dalla Champions League, ma più vivo che mai, trascinato dal gol del suo gladiatore personale che dopo tre mesi d'inferno si rimette la corona nella notte più importante. Chi l'avrebbe mai detto che l'ammazza-Juve sarebbe stato proprio Arturo VIdal?
MANIFESTO - Inutile girarci attorno: Niccolò Barella è diventato uno dei migliori centrocampisti al mondo. E se la continuità delle sue prestazioni non lasciava spazio a interpretazioni, l’elettricità che il giocatore sardo ha scatenato nei 90’ contro la Juventus sono stati il manifesto definitivo delle sue qualità, impreziosite da un gol che sembra semplice ma che nasconde molte insidie.
Barella ha giocato una partita totale: il primo a portare il pressing, per poi rinculare e chiudere le linee di passaggio. Riconquistata la palla, eccolo di nuovo a guidare il contropiede, surclassando i centrocampisti avversari e scandendo il ritmo dell’attacco nerazzurro.
Il cross morbido per Vidal sul secondo palo ricorda molto il pallone regalato a Lukaku per il gol nel derby d’andata dello scorso anno, mentre il peso del secondo gol di ieri sera è uno di quei fattori che iniziano a incidere nel cuore del tifo interista il nome di un giocatore che - a ventitré anni - si è già preso l’Inter.
SIGILLO - La differenza tra questa sontuosa vittoria dell’Inter e alcuni passi falsi del passato recente si identifica in una sola considerazione: contro la Juve, l’Inter non ha regalato gol. Perché la squadra di Conte, le occasioni che ha creato ieri, le crea praticamente a ogni partita: la macchina da rete imbastita dall’ex CT è una certezza, così come lo sono le occasioni regalate dal meccanismo difensivo della squadra.
Contro la Juventus, tutto il contrario: Skriniar, De Vrij e Bastoni hanno organizzato perfettamente gli spazi, le coperture sono arrivate sempre al momento giusto, i sistemi di raddoppio hanno funzionato alla perfezione. E, dulcis in fundo, Handanovic ha timbrato il cartellino nel momento più importante: la parata bassa su Chiesa è facile solo sulla carta, il tempo di reazione del portiere sloveno è da top player. E, dopo una serie di inciampi, anche il Capitano ha piazzato la zampata vincente.
Menzione d’onore per Alessandro Bastoni: di come l’ex Atalanta sia diventato una certezza per questa squadra se n’è già parlato su queste pagine, ma contro la Juventus Basto ha spinto il tasto del next level, aumentando la propria consapevolezza e giocando una gara d’élite. Dalle chiusure puntuali al pallone con cui ha tagliato in due la difesa della Juventus, Bastoni è pronto a prendersi l’Inter. L’Inter è pronta a prendersi la Serie A?
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Autore: Marco Lo Prato / Twitter: @marcoloprato
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