Il ventiquattresimo episodio della prima stagione de L'Orologio oltre ad affrontare quelle che sono state le principali tematiche della sconfitta di domenica contro l'Atalanta si è soffermata a lungo su quello che potrebbe essere l'arrivo di Beppe Marotta all'interno della dirigenza nerazzurra.

La lettura deve essere fatta su due diversi piani ed entrambi devono necessariamente prescindere dal curriculum del dirigente eletto dal WFS miglior manager del 2017/18. I due piani succitati sono quello del calciomercato e quello finanziario del club.

Nelle sue esperienze recenti, nella fattispecie quella alla Juventus, Marotta ha operato seguendo determinate costanti facilmente riscontrabili: in primis è evidente come il modus operandi dell'ex dg juventino sia dettato dalla ricerca del meglio che offre il campionato italiano, sin a partire dal primo anno in questa carica sempre in maniera crescente come squadre da cui acquistare i giocatori. Nel 2010, anno del suo arrivo a Torino con una Juventus non in auge come lo è attualmente, il mercato era dettato da occasioni e da intuizioni: in questo solco si inserisce Martinez, acquistato come miglior giocatore del sorprendente Catania per rafforzare la Juventus. Da lì in poi tutto si è evoluto conseguentemente ai risultati della Juventus sino ad arrivare all'estate in cui a Torino sono giunti Piani e Higuain, i due migliori delle due principali contendenti al trono. Altra costante è quella della ricerca del parametro zero: Pirlo, Barzagli (arrivato praticamente a 0, visto i soli 300mila euro sborsati), Pogba, Dani Alves e ultimo Emre Can sono tutti arrivati a Torino dopo la scadenza del contratto per l'ottimo lavoro ai fianchi del dirigente ex Samp che vanta anche nel palmares personalissimo l'arrivo gratuito di Cassano alla Sampdoria svoltando la storia recente dei blucerchiati. Una terza caratteristica del mercato svolto da Marotta e quella relativa alle spese: nessuna delle sessioni di mercato juventino della gestione Marotta è mai finita con un saldo positivo indice di come sul mercato ami agire con una discreta libertà facendo affidamento anche all'autofinanziamento - con giocatori appetiti sì sul mercato, ma che vengono ceduti anche e soprattutto per non inficiare le dinamiche interne dello spogliatoio -, ma non solo

Non solamente perché buona parte del budget bianconero della gestione Marotta è arrivato da nuovi sponsor portati dal pool di dirigenti coordinati proprio dal dirigente ormai prossimo a giungere all'Inter: dai naming rights dello stadio, al cambio di main sponsor e sponsor tecnico la Juventus ha potuto aumentare il proprio fatturato generando entrate simili a quelle dei vari top club europei. E proprio questa capacità ampiamente dimostrata in questo decennio unita alle potenzialità espresse dalla proprietà nerazzurra potrebbe generare situazioni favorevoli alle casse dell'Inter che già può vantare di un board direttivo di primissimo livello in cui manca semplicemente un uomo in grado di far fare l'ultimo salto di qualità anche negli sponsor del vecchio continente e non solo nei regional asiatici gestiti direttamente o quasi da Suning. E chissà, la capacità di aver già gestito un cambio di sponsor tecnico potrebbero tornare utili in un futuro prossimo portando l'Inter in una situazione di win-win, cosa non avvenuta in sede di rinnovo con Pirelli, ad esempio.

La sua figura dal punto di vista del background divide la tifoseria, ma dal punto di vista del curriculum personale non si può dubitare delle sue capacità e l'Inter, così come i suoi tifosi, devono riuscire a scindere le due cose nel tentativo di apprezzare la professionalità di un manager di acclamata caratura mondiale.

Ascolta "Ep. 24 - ...e alla fine arriva Marotta" su Spreaker.

L'Orologio è un podcast sportivo di approfondimenti tattici, statistici e finanziari sull'Inter, la Serie A e la UCL. Ci trovate anche su orologiopodcast.it 
A cura di Marco Lo Prato e Gianluca Scudieri

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Sezione: In Primo Piano / Data: Sab 17 novembre 2018 alle 16:48
Autore: L'Orologio / Twitter: @TheOrologio
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