Il Sassuolo, non un avversario qualunque visti soprattutto gli ultimi precedenti, per ripartire bene anche in campionato, dopo il successo ottenuto in Coppa Italia. Spalletti “torna” al 4-3-3, con Joao Mario e Vecino ai lati di Brozovic in mezzo al campo. Nainggolan parte dalla panchina, davanti il tridente Politano-Icardi-Perisic. Stesso modulo anche per De Zerbi, con Boateng falso nueve affiancato da Berardi e Djuricic. Cabina di regia affidata a Sensi.
PRIMO TEMPO - Le linee strette e aggressive del Sassuolo frenano la manovra nerazzurra sul nascere. In fase di attesa, i neroverdi alzano gli interni di centrocampo ai lati di Boateng, chiudendo gli spazi per vie centrali, con gli esterni pronti ad uscire su D’Ambrosio e Asamoah. Sensi scala sulla mezzala dell’Inter, Joao Mario o Vecino, in proiezione offensiva. L’uruguaiano si fa notare per corsa ed inserimenti sul centro-destra, meno per lucidità e precisione delle giocate nello stretto; il portoghese rifinisce con buona qualità, ma non trova grande continuità. E la squadra di De Zerbi, una volta riconquistata palla, riparte con grande pericolosità, portando tanti uomini nella trequarti di casa, alzando Duncan e Locatelli, stringendo Berardi e Djuricic. Il tutto orchestrato dal lavoro spalle alla porta di Boateng e accompagnato dalla spinta costante dei terzini. L’Inter, in inferiorità numerica, in una prima fase temporeggia, trovando poi i tempi giusti con Brozovic in mediana e Skriniar-De Vrij in difesa per andare alla riconquista del pallone ed evitare grossi pericoli dalle parti di Handanovic (impensierito sopratutto con conclusioni dalla distanza). Su costruzione dal basso ospite, Il pressing dell’Inter si fa molto alto e compatto, partendo da Icardi-Joao Mario-Politano sul “quartetto” dei centrali (i due difensori più Sensi e Locatelli), con l’allargamento di Vecino su Rogerio. I padroni di casa recuperano palloni importanti, soprattutto sull’out di destra, senza tuttavia riuscire a gestirli nella maniera corretta, o a trasformarli in vere e proprie occasioni da gol. Se da una parte Politano si mostra molto vivace e dall’altra Perisic, utile anche in fase difensiva, prova a creare alternative di gioco attaccando gli spazi lungo il fronte offensivo, il lento e disunito possesso palla non consente di sviluppare una vera e propria manovra. I nerazzurri sembrano crescere, ma nei primi 45’ non danno mai la sensazione di giocare con grande convinzione, contro un Sassuolo che, di contro, dimostra un'ottima organizzazione.
SECONDO TEMPO - Gli uomini di Spalletti appaiono slegati sul terreno di gioco, accompagnati dalla volontà di provare a far qualcosa di più, ma traditi dall’esecuzione di - quasi - ogni singolo gesto, dal movimento senza palla alla precisione tecnica della giocata una volta entrati nella metà campo avversaria. L’aumento del pressing neroverde, con una delle due mezzali in appoggio a Boateng sulla costruzione dal basso nerazzurra, apre a qualche spazio ricoperto da verticalizzazioni ben riuscite, poco supportate da una fase offensiva prevedibile, dove pesa la prestazione di Icardi, in difficoltà sia nella sua ultima versione di “collante”, che nel dominare l’area di rigore. E il Sassuolo riparte numeroso e a grande velocità, trovando per vie centrali le sponde di Boateng e sviluppando, poi, il gioco in ampiezza, dove l’allargamento di Duncan e soprattutto Locatelli, unito alla spinta dei terzini, crea superiorità nel confronto con la retroguardia dell’Inter, comunque quasi sempre brava nel muoversi orizzontalmente, guidata da De Vrij e Skriniar e salvata in ultima battuta da Handanovic. All’ora di gioco entra Nainggolan per Joao Mario; qualche istante dopo, per gli ospiti, Boga per Djuricic, meno presente nella ripresa nella fase di raddoppio in sostegno a Rogerio. Anche il numero 20, incaricato di aumentare l’imprevedibilità nella fase offensiva, non garantisce grande apporto in quella difensiva, lasciando molto spazio a D’Ambrosio, difficile da superare, molto timido nel proporsi e nell’attaccare lo spazio. Meno raddoppi sistematici in ripiegamento delle ali neroverdi aumentano anche la possibilità di 1vs1 per Perisic, contro Lirola, e Politano, contro Rogerio. Qualche buona iniziativa dei due nerazzurri, mal accompagnata dal lavoro di Nainggolan e Vecino, non trova sbocchi importanti. De Zerbi è costretto a cambiare in mediana, inserendo Bourabia per Duncan e Magnanelli per Sensi. L’Inter prende maggiormente campo, trovando però in Brozovic una fonte di gioco poco aiutata e meno lucida del “solito”. E rendendosi protagonista di una fase di stallo, un controllo del match tutt’altro che produttivo. Spalletti passa al 4-3-1-2, Lautaro (subentrato a Politano), affianca Icardi in avanti, Perisic e Borja Valero (subentrato a Vecino) le due mezzali. Il Toro trova un paio di occasioni per rendersi pericoloso, il Sassuolo le ripartenze per provare ad espugnare nuovamente San Siro. Alla fine è 0-0, alla fine è andata bene così, al termine di una prestazione, per la Beneamata, sottotono, contro un avversario sfida dopo sfida sempre più “storicamente” ostico.
Autore: Christopher Nasso / Twitter: @ChrisNasso91
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