Saranno famosi. Juan Jesus è ospite della trasmissione di Sky Sport 'I signori del calcio', edizione dedicata ai campioni che verranno. E il brasiliano ha incantato tutti in questo primo anno all'Inter: una sorpresa assoluta, promessa anche per il Brasile di Scolari. Juan si confessa a Sky, ecco quanto FcInterNews.it ha raccolto integralmente.
IL NOME - "Il mio nome viene da quando mia mamma leggeva un libro. Qualcosa come 'Don Juan', qualcosa di simile (sorride, ndr). Quindi ha deciso di chiamarmi così, con l'appellativo Jesus".
GLI INIZI DA CALCIATORE - "Il mio approccio col calcio è arrivato a 5-6 anni, guardavo mio fratello più grande giocare; poi sono andato a scuola calcio aiutato da mio papà. Poi mi sono trasferito a 11 anni a Minais Gerais, fino ai 15 anni a giocare. Quindi all'Internacional di Porto Alegre".
I DUE IDOLI - "I miei idoli erano Lucio e Juan della Roma. Li ho visti giocare insieme in Seleçao, due modelli per me. Davvero fantastici".
IL SUO RUOLO - "Ho inizialmente provato da attaccante, poi da centrocampista, poi da terzino sinistro e quindi difensore centrale. Lo sono rimasto, oggi mi trovo bene (sorride, ndr)".
IL GRANDE SALTO - "Prima ho giocato nella Primavera dell'Internacional, poi mi ha chiamato il tecnico della prima squadra. Avevo 18 anni, ero felicissimo perché pensavo di arrivare a 20 anni".
IL MAESTRO FALCAO - "Falcao? Un grande uomo. Ed è stato un grande giocatore. Come persona mi ha insegnato tanto, capisce di calcio e in Italia come in Brasile ha fatto moltissimo. Mi ha insegnato tante cose, dicendomi che il centrale deve rubare palla magari senza attaccare troppo".
L'INTER ALLA PLAYSTATION - "Conoscevo l'Inter da tempo perché giocavo a Playstation, con gente come Zanetti o Cordoba la prendevo sempre. Giocatori fortissimi, ovviamente. Poi in Brasile guardavo le partite europee e ho sempre conosciuto l'Inter, sin da piccolo".
LA CHIAMATA A SORPRESA DELL'INTER - "La chiamata dell'Inter è stata una sorpresa per me. Hanno chiamato il mio agente Calenda, mi ha informato della volontà dell'Inter. Ero sorpreso, non mi aspettavo che una big mi volesse così presto, così giovane. Devo dire che ero davvero felicissimo. Credo in Dio e sapeva lui cosa fosse per me questa occasione, per quello mi sono ritenuto pronto. Con l'Internacional poi mi sono lasciato bene. Ero felicissimo di arrivare qui a Milano in una società come l'Inter, nota in tutto il mondo. Per me era una gioia imparagonabile. Mi voleva anche il Napoli, non con un contatto diretto ma tramite un procuratore. Ho scelto l'Inter perché mi può dare tanto, qui devo scrivere la storia e vincere tutto".
NIENTE PAURA - "Non ho mai paura di niente perché amo giocare a calcio. Mi piace il mio lavoro come la mia vita da calciatore".
PRIMI MESI A MILANO - "I primi mesi appena arrivato ero felice di ambientarmi a Milano e iniziare a sviluppare il mio lavoro. Poi, col tempo, ho trovato più spazio sebbene prima non avessi avuto tante opportunità. Ho capito il momento e ho fatto il mio, poi è arrivata l'occasione".
COLONIA BRASILIANA - "Ho trovato subito ottimi amici in spogliatoio. Mi ha aiutato prima Cordoba che giocava appena io ero arrivato; poi anche i brasiliani, Maicon, Julio Cesar e Lucio. Li ringrazio perché senza di loro non sarebbe stato facile inserirmi qui. Il rapporto con i brasiliani mi ha sicuramente agevolato".
LUCIO, TANTA ROBA - "Giocare con Lucio per me è un'esperienza enorme. Con lui ho imparato tanto. Giocare con lui, come dite voi, è tanta roba (ride, ndr)".
STRAMACCIONI - "Con Stramaccioni ho un bel rapporto. Mi schierò prima in Primavera, una volta; poi in prima squadra mi ha dato fiducia sempre, ha creduto in me, il rapporto è bello e tranquillo tra tecnico e giocatore".
IL DEBUTTO ALL'OLIMPICO - "Ricordo il mio esordio all'Olimpico, contro la Lazio, due minuti. Ero contento di esordire, meno contento di perdere la partita. In ogni caso, per me il debutto è una gioia che non dimentico".
ARGENTO ALLE OLIMPIADI - "L'Olimpiade per me era un punto dove potevo far bene, così da farmi notare dall'Inter e dalla Seleçao maggiore. La medaglia d'argento sia stata un vero peccato, puntavamo all'oro e quel Brasile lo valeva, ci trovavamo bene. In ogni caso, in quell'Olimpiade di Londra l'Inter ha visto tutto quello che sono in grado di fare. Questo mi ha aiutato tanto".
THIAGO SILVA, UN AMICO - "Thiago Silva in molte cose ha saputo aiutarmi. Ha giocato a Milano, mi dava consigli in base alla posizione nel modulo, mi diceva di rimanere sereno. Lui è più tecnico di me, può giocare anche a centrocampo; io sono più fisico e di corsa. Non ci assomigliamo come difensori".
MONDIALE IN BRASILE - "Il Mondiale in Brasile ormai è vicino, spero di esserci perché sto facendo il mio lavoro e di vincere. Portare a casa la Coppa in Brasile sarebbe stupendo, è una cosa mai accaduta per la Seleçao".
FRATELLO COUTINHO - "Coutinho è un fratello minore, per me. Mi ha sempre aiutato, anche se era in Spagna mi chiamava e mi chiedeva se necessitassi di qualcosa. Per me Philippe è veramente un fratello: dispiace che sia andato via. Rimarrà un fratello, ci sentiamo ancora sempre e giochiamo a PlayStation online (ride, ndr)".
L'OCCASIONE BOLOGNA - "Potevo andare al Bologna in agosto, è vero. Ma io stavo facendo bene, il mio agente mi ha detto di rimanere sereno perché l'occasione sarebbe arrivata. Mi allenavo bene e tutti notavano i miei progressi, si trattava solo di aspettare".
TORINO-INTER - "Quella partita contro il Torino era l'opportunità della mia vita. Facevo il vero esordio, dal primo minuto, ho pensato di fare davvero tutto il mio meglio perché non sapevo quando mai avrei avuto un'altra chance".
RANOCCHIA - "Ranocchia è un gran giocatore e un grande uomo. Parliamo spesso, siamo amici. Quando ho iniziato a giocare è sempre stato al mio fianco".
DIFESA A TRE O QUATTRO? - "Non ho preferenze sulla difesa a tre o a quattro. Mi basta che il mister mi dica dove giocare e io obbedisco, voglio aiutare il tecnico, farei pure il portiere o l'attaccante".
INTER-MILAN, QUESTIONE DI DERBY - "Il derby di Milan è conosciuto da tutto il mondo. Giocarlo per me è stata una cosa stupenda, sin da piccoli tutti guardano una partita simile. Non so spiegare cosa sia per me, davvero. Poi il mio primo derby l'ho vinto e per poco non facevo gol, fortunatamente c'era Samuel dietro e ha fatto rete lui".
GLI INTERISTI - "I tifosi meritano il meglio. Loro nei momenti brutti o meno ci sono sempre, ti sono vicini. Sempre".
JUVENTUS-INTER 1-3 - "A Torino, lo Juventus Stadium era pieno. Nessuno ci aveva vinto, ma a me non fregava nulla. Pensavo solo a fare il mio lavoro, dare il massimo, vincere e così è stato. Abbiamo battuto poi la Juve di tre gol, giocando davvero bene".
PERICOLO CAVANI - "La partita contro il Napoli è stata come con Milan e Juve. Non potevamo sbagliare, poi c'era davanti Cavani: non puoi lasciargli spazio, è un campione che sa fare la differenza. Ma in quella partita ero sereno e concentrato per fare il meglio".
SEMPRE AL TOP - "Pensiamo sempre a fare il massimo. Abbiamo avuto un calo, ma l'Inter è l'Inter e vogliamo restare in alto. Sempre".
CASSANO IL BRASILIANO - "Cassano è uno che fa sempre ridere. La nostra amicizia lo fa sembrare un brasiliano: scherza sempre, è felice, questo di lui mi piace tantissimo. Ha avuto un problema al cuore, ci racconta che ha visto la morte, ma invece è con noi grazie a Dio e averlo con noi è spettacolare".
BALOTELLI - "Balotelli è una persona diversa. E' un bravo giocatore se è concentrato, il resto non so dirlo perché non lo conosco. Io nel derby contro di lui ero concentrato come sempre, se lui non ha fatto bene come suo solito magari è anche perché io ho fatto bene il mio lavoro".
IMPERATIVO: VINCERE - "I brasiliani vogliono vincere, sempre. Io voglio alzare trofei. Per noi brasiliani è un dettame, vincere sempre è la mia mentalità".
FUTURO ALL'INTER - "Sono in una squadra grandissima. Voglio fare tutta la mia vita calcistica qui; se poi l'Inter non mi vuole più... credo comunque che questo non succederà. Una squadra che mi piace è il Real Madrid, perché c'è gente come Cristiano Ronaldo, Higuain, Di Maria, Marcelo. Tutta gente di alta qualità".
MORATTI - "Moratti per me è un grande uomo. Sono contento di averlo come nostro presidente, se lui mi ha voluto qui devo ringraziarlo sempre. Lui è gentile con me, sempre".
IL RAPPORTO CON I TIFOSI - "I tifosi sono il nostro dodicesimo uomo in campo. Ci affiancano, non mollano mai la squadra, anche nei momenti di crisi".
LA VITA A MILANO - "A Milano mi trovo benissimo, sembra un po' Porto Alegre. Spero di restare a Milano, sempre all'Inter, insieme a tutti i tifosi".
LO SCHERZO - "Volevo fare uno scherzo. A Milano si dice: 'San Juan fa minga ingann'. E avevo preparato una maglietta sotto con questo detto (scoppia a ridere, ndr)".
Autore: Fabrizio Romano / Twitter: @FabRomano21
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