11 anni sono oltre quattromila giorni. Tanta è stata l’attesa, un incantesimo lungo una decade e spezzato da una squadra forte, fortissima, composta da un gruppo di giocatori che hanno saputo compattarsi dietro a una figura, quella di Antonio Conte, che è stata totemica. E che adesso può aprire un ciclo.

L’Inter vince lo Scudetto una domenica d’inizio maggio senza giocare, grazie a una cavalcata fantastica e a un percorso che parte da lontano. Lo fa da padrona assoluta di un campione che ha faticato un girone ad addomesticare, vittima di qualche incertezza e del normale processo di crescita che porta un insieme di giocatori a diventare un’entità unica, capace nel girone di ritorno di fare 41 punti sui 45 disponibili, cannibalizzando una corsa a senso unico in cui la peggior antagonista dell’Inter è sempre stata l’Inter stessa. 

MOMENTI - Quando l’Inter si presenta alla prima partita della nuova stagione è tra le favorite del campionato, perché Conte al secondo anno poteva avere una marcia in più rispetto alle altre. Il percorso non è stato lineare, senza intoppi, anzi. 

L’uscita dalla Champions League è stata una ferita che non ha mai abbandonato lo spogliatoio dell’Inter. E’ stata vittima di tanti fattori, tra circostanze esterne e oggettivi errori di un gruppo che stava ancora trovando se stesso. Conte, che alcuni volevano lontano dall’Inter, ha fatto quel che sa fare meglio: ha lavorato duro, senza sosta, ancor più di prima, per riavvolgere il nastro e trovare un nuovo equilibrio, fondato su una spina dorsale chiara - formato dalla difesa a tre Skriniar, de Vrij e Bastoni, da Barella e Brozovic e lì davanti da Lautaro Martinez e il fulcro di questa squadra, Romelu Lukaku.

Così l’Inter è ripartita grazie a una vittoria in quel di Reggio Emilia, con il Sassuolo annichilito da una squadra che ha ritrovato benzina. Da lì è stata una corsa forsennata a recuperare il terreno perduto, smarcando tutte le insidie nel percorso, per essere pronti quando contava di più: tra febbraio e marzo la squadra ha scavato il solco decisivo, esasperando ogni aspetto del calcio di Conte. Corti e compatti, cinici e verticali: Lukaku ha guidato la truppa nelle undici vittorie consecutive che hanno divelto la concorrenza, riuscendo a vincere in tanti modi. Dallo scacco matto tattico alla Juventus, al KO tecnico nel derby di ritorno contro il Milan, passando per la scarica di adrenalina della vittoria con la Lazio e i 3 punti decisivi, di corto muso, contro l’Atalanta. 

TITOLI - Man mano che i punti si sono accumulati, i tifosi hanno cominciato a chiedersi: “Ma quanto manca?”. E allora Conte, sorpassato il Milan a febbraio, ha dovuto insegnare al suo gruppo a essere paziente, calmo, ad aspettare che la partita venisse da loro senza aggredirla e rischiare di incorrere in spiacevoli situazioni. Così la lunga maratona dell’Inter si è trasformata in uno sprint a tappe, perché l’Inter non si è mai guardata indietro.

Conte ha gestito sapientemente un gruppo, ha trovato risorse inaspettate e ha portato finalmente a compimento un percorso iniziato da lontano. Perché dopo il Triplete l’Inter ha sofferto e i suoi tifosi hanno dovuto vivere momenti bui, coronati oggi da questa cavalcata.

Ci sarà tempo di glorificare gli interpreti di questo percorso - che deve essere un inizio, non la fine. Perché il bello arriva adesso. L’Inter, grazie a questo Scudetto, acquisisce una nuova credibilità, una dimensione internazionale. L’anno prossimo si affaccerà alla Champions League da testa di serie e affronterà il campionato da favorita indiscussa.

Ora è il momento dei festeggiamenti, poi arriverà quello della programmazione. Che è stata la vera arma di questa squadra, guidata da un gruppo di dirigenti che nonostante le mille difficoltà ha perseguito una strada iniziata con Luciano Spalletti e portata a compimento da Antonio Conte.

E’ lo Scudetto di un popolo, è un momento atteso da undici anni. Che inizi la Festa! 

VIDEO - FESTA SCUDETTO IN PIAZZA DUOMO: QUANTI SFOTTO' PER LE RIVALI

Sezione: In Primo Piano / Data: Dom 02 maggio 2021 alle 18:03
Autore: Marco Lo Prato / Twitter: @marcoloprato
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