È giunta l'ora dei verdetti. Anche per Claudio Ranieri, l'aggiustatore che sembrava aver saputo dare davvero una scossa all'annata nerazzurra, grazie a quelle sette vittorie che lasciavano ben sperare per una seconda parte di stagione all'altezza delle aspettative da Inter. E invece poi l'inatteso crollo iniziato a Lecce e culminante nelle due ultime clamorose sconfitte interne contro Novara e Bologna. Adesso la Champions si trasforma in un esame quanto mai decisivo per il tecnico romano, confermato dalla società che ha deciso di concedergli un'ultima chance. Sul terreno dell'Olympique Marsiglia, Ranieri lo sa, è in gioco la sua permanenza all'Inter, visto che Moratti non tollererebbe l'ennesimo segnale di un equilibrio ancora assente ad Appiano.

E in questi casi, come spesso accade, a farne le spese è in primis l'allenatore. Così una sconfitta a Marsiglia potrebbe diventare l'ultima tappa di Ranieri sulla panchina dei nerazzurri, la cui gestione, stando a quanto filtra nelle ultime ore, verrebbe affidata al duo Figo-Baresi, in attesa di un'estate in cui è comunque lecito attendersi ben altre mosse nei meccanismi e nelle strategie di mercato del club. Arriviamo così al punto, indipendentemente da un eventuale divorzio da Ranieri a stagione ancora in corso. Qualora Moratti si fosse convinto a cambiare marcia affidando la panchina a uno fra Guardiola, Blanc, Capello e Villas Boas, al momento tutti occupati ma che potrebbero liberarsi a giugno, non può non pensare a quanto questi chiederebbero non solo in termini economici ma, soprattutto, di uomini. Una scelta del genere va fatta in linea con la ferma volontà di segnare una forte svolta alle ultime due stagioni, assecondando sotto tutti gli aspetti le idee del nuovo tecnico.

Facile notare come l'analisi sia in netto contrasto con quanto esige il fantasma del Fair Play Finanziario. Guardiola, Capello, Villas Boas e Blanc forse non chiederebbero il Palacio di turno, e anche se lo facessero dovranno avere chiaro che l'Inter direbbe loro sì, diversamente da quanto accaduto con Benitez e Gasperini. La società e l'allenatore devono intraprendere insieme la stessa strada, idea che fa da base all'inizio di un nuovo ciclo. Per questo se le due cose rimangono incompatibili - mister FPF e uno fra i tecnici prima citati -, il mirino va messo da un'altra parte. Anche l'ipotesi Zenga sarebbe apprezzabile, uno che ha l'Inter nel proprio DNA e che piuttosto arriverebbe a nuoto a Milano pur di sedersi su quella panchina. L'allenatore dell'Al Nasr, idolo indimenticato del popolo nerazzurro, ridarebbe all'ambiente quella scintilla che è venuta a mancare in questi ultimi due anni. L'empatia fra pubblico, allenatore e società, un po' come Conte alla Juve, dove il progetto segue passo passo ciò che esige la squadra ed il suo mister. E proprio Zenga, ribadiamo, non si farebbe scrupoli ad accettare l'incarico. D'altronde lui stesso si è lasciato andare su Twitter ad una frase d'incitamento in cui potrebbe essere letto un senso nascosto, subito dopo la sconfitta di venerdì: "Io ho l'Inter sempre nel cuore", il pensiero dell'Uomo Ragno, a differenza di altri.

Sezione: In Primo Piano / Data: Dom 19 febbraio 2012 alle 15:02
Autore: Daniele Alfieri
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