Oblio. Un oblio senza fine. La peggior Inter da oltre dieci anni. Forse, la peggior Inter dallo 0-6 nel derby di tardelliana memoria. Insomma, Inter-Bologna è stato un delirio, proprio a un girone esatto dall'avvento trionfale di Ranieri, che sulla panchina nerazzurra espugnò il terreno del Dall'Ara e poi, in Champions, trionfò a Mosca. Un girone dopo, però, le cose tornano indietro come nel Gioco dell'oca, e Ranieri rischia seriamente l'esonero a poche ore dal match col Marsiglia.

CHE CONFUSIONE. L'Inter dell'ultimo periodo è in confusione totale. Lo si capisce dagli atteggiamenti tattici più volte mescolati dalla panchina. Si passa con pochissima disinvoltura dal 4-2-3-1 (esordio assoluto) al 4-3-1-2, con variante sul tema in 4-3-2-1. Col Novara, per rimontare, si era abbozzato un 4-2-4. Insomma, più che una squadra, sembra un assemblaggio di menti algebriche. Ranieri naviga a vista, i giocatori si perdono nella nebbia e la società non offre scialuppe di salvataggio: un bel vedere, non c'è che dire.

DI VAIO-DI VAIO: 0-2. Ed è così che se al Novara era bastato un gran gol di Caracciolo, al Bologna serve molto meno per impacchettare la partita e portarsi a casa i tre punti. A Di Vaio occorrono appena 120 secondi e due errori marchiani degli avversari, prima di Lucio (svarione su Ramirez), poi di Ranocchia (tana per Andrea!). 0-2, gelo su San Siro. L'Inter non c'è più, scompare in questo mare di melma, tra contestazione, svogliatezza, approssimazione tattica e voglia di farla finita.

MAI VISTA UN'INTER COSI'. Alzi la mano chi rammenta un'Inter così arrendevole. Nemmeno contro l'Alaves, contro il Lugano, contro nessuno: un'Inter così deprimente non si ricorda da qui a trent'anni. Questa è una squadra troppo controllata. Siamo abituati alle vittorie, ma anche negli anni bui, i nerazzurri erano capaci di rimonte, assediare l'avversario (specie al Meazza), tentare in ogni modo la via del gol. Qui c'è calma, tranquillità, nessuna reazione, solo confusione. Si gioca sulle punte, quando si dovrebbe tentare di 'spaccare' la porta. Il tris di Acquafresca, che saltella gaio tra le belle statuine interiste, è l'ennesimo segnale: sbaglia chi pensa che il fondo del barile sia questo.

SCHALKE, DO YOU REMEMBER? Dietro l'angolo c'è ancora di peggio, lo Schalke lo ricordano tutti. E il Marsiglia vale di più. Serve una scossa, serve una linea chiara, per una volta, della società. Serve qualcuno che indichi la via: dove si vuole arrivare e come ci si vuole arrivare. La gara col Bologna è stata imbarazzante, prima di tutto per chi è sceso in campo. Uno scempio dei colori nerazzurri. Perdere ci sta, per carità. I momenti neri esistono nel calcio, ci mancherebbe. Ma ad un certo punto parlare, riunirsi, analizzare, cercare di capire non basta più. Occorre agire.

Sezione: In Primo Piano / Data: Sab 18 febbraio 2012 alle 10:30
Autore: Alessandro Cavasinni
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