L'Inter ha finalmente giocato una partita da Champions League. Era da tempo che il popolo nerazzurro sperava di assistere a una prestazione del genere in campo europeo, e l'occasione non poteva essere più consona: l'ottavo di finale contro il Chelsea, squadra tosta, che comanda la Premier League e che ha un feeling particolare con questa competizione (arriva spesso e volentieri fino in fondo), pur non avendola mai finta. Un match intenso, giocato sul filo dei nervi e cambiato immediatamente dall'immensa classe di Diego Milito, uno dei protagonisti più attesi: dribbling a rientrare su Terry e conclusione a fil di palo, un marchio di fabbrica per il Principe. E' lui il valore aggiunto della squadra nerazzurra quest'anno. Nelle precedenti stagioni c'era Ibrahimovic, campione assoluto ma mai decisivo nelle serate di Champions che contavano. Milito invece è un'arma inestimabile, per lui il torneo non fa differenza: la porta è larga allo stesso modo sia in campionato sia in coppa, e lui la vede con la medesima nitidezza.

Allo stesso tempo, il vantaggio repentino ha dato una svolta all'atteggiamento tattico delle due squadre: il Chelsea ha iniziato a macinare gioco da subito e la squadra di Mourinho ha arretrato il proprio baricentro, aspettando l'avanzare degli inglesi. Impostazione prevedibile da parte di entrambe le contendenti. L'Inter però ha sofferto molto in mezzo, Obi Mikel, Lampard e Ballack hanno fatto girare bene il pallone, ma sonostati gli arretramenti di Anelka e le incursioni di Kalou a creare il maggiore scompiglio nella retroguardia nerazzurra. Drogba, il più atteso tra gli avanti dei Blues, ha fatto a lungo a sportellate con Samuel e Lucio, ma il vero pericolo lo ha creato a palla ferma, con una punizione che ha centrato la traversa. Complessivamente, il Chelsea ha cercato la via del gol solo con conclusioni da fuori, complice la prova eccellente della coppia centrale difensiva di Mourinho. In mezzo, a contribuire all'avanzata degli inglesi è stata anche la prestazione incolore di Thiago Motta, lento, impacciato e costantemente preso d'infilata da giocatori decisamente più veloci di lui. Non è un caso se l'incursione di Ivanovic che ha portato al pareggio di Kalou sia nata dalla sua zona di competenza.

A pesare maggiormente sull'equilibrio interista è stata paradossalmente l'assenza di Santon, che ha imposto l'arretramento in fascia di Zanetti. E' arcinoto l'apporto che il capitano dà alla mediana in fase di copertura, copertura che ieri è mancata e ha semplificato il gioco dei centrocampisti di Ancelotti, molto tecnici e sempre pericolosi. Nel match di ritorno sarà determinant il ritorno di Zanetti in mezzo, dove la sua presenza colma i vuoti lasciati dai vari Muntari, Motta e a volte anche Stankovic (a causa di una condizione ancora in fase di ricostruzione). Lo stesso Cambiasso, eroe nell'altra metà campo, ha faticato più del dovuto a contenere le incursioni degli inglesi. L'assenza del gemello ha pesato anche sulla sua prestazione. Altro paradosso: l'ingresso di Balotelli ha semplificato la vita alla difesa interista, non tanto per il contributo di SuperMario nelle retrovie, quanto per la sua capacità di tenere basso Malouda e impedirne le sgroppate messe in atto per un'ora. Inoltre, l'attaccante ha guadagnato qualche punizione importante, utile a far rifiatare una difesa a volte in debito d'ossigeno, in cui è emerso comunque un Lucio spettacolare. Meno gradevole la prestazione di Eto'o, unico errore di Mourinho nella formazione: il camerunense ha confermato di non essere in un buon momento e forse Pandev avrebbe fatto più comodo. Quanto meno nella finalizzazione dell'assist che Sneijder ha servito sull'1-0 e che Eto'o ha ciabattato ignobilmente, come un centravanti di terza categoria.

Come interpretare la partita di ritorno? Chiaramente il Chelsea farà la partita dall'inizio e l'Inter dovrà contenere. Il ritorno di Zanetti in mediana servirà in quest'ottica, e forse un Pandev sarebbe più utile di un Eto'o, quanto meno per le sue qualità di contropiedista e di giocatore a tutto campo. L'esperienza in Europa è utile, ma quando la condizione non è al meglio serve a poco o nulla. Mourinho dovrà valutare bene se il camerunense avrà recuperato la condizione che lo ha abbandonato ultimamente, prima di affidarsi nuovamente a lui. Contenimento e contropiede, questa la strategia che probabilmente Mou adotterà allo Stamford Bridge. Forse la tattica migliore per rendere inutile la spinta dei Blues nel loro tempio.
 

Sezione: In Primo Piano / Data: Gio 25 febbraio 2010 alle 10:31
Autore: Fabio Costantino
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