Schiantata, ammaccata, da aggiustare. Velocemente. L'Inter è una macchina in palese difficoltà, con limiti evidenti più di personalità che di qualità. Nel freddissimo pomeriggio di Reggio nell'Emilia quel timido sole che scalda solo quei fortunati che non si trovano all'ombra appare fin troppo bollente per la squadra di Roberto Mancini, che contro la verve del Sassuolo pare sciogliersi proprio come la neve al primo caldo. La 'sindrome da Inter' (così definita da Eusebio Di Francesco nel post match) viene cancellata dai colpi del tridente tanto azzurro quanto meraviglioso: Simone Zaza, Domenico Berardi e il solito Nicola Sansone fanno tornare a Milano un gruppo che oggi deve cercare sé stesso, nel minor tempo possibile. Il campionato sta sfuggendo di mano e l'Europa League si avvicina. Il compito di 'mettere a nuovo' una macchina parecchio gibollata spetterà a un uomo tornato ad Appiano Gentile in veste di mago, ma che ora dovrà munirsi dei migliori strumenti: da oggi Mancini è obbligato a essere il 'meccanico perfetto'.

LE DUE 'EUROPA' - Il treno Champions League sta partendo e non aspetta più nessuno, soprattutto una squadra che si perde anche alla 21a stazione. L'Inter rimane bloccata nel traffico intenso della metropoli-Serie A e resta ingabbiata, frenata anche dagli ostacoli apparentemente più semplici contro cui si è schiantata nel corso della stagione. Anche loro si stanno rivelando nemici spietati. La macchina nerazzurra, tirata a lucido dopo il cambio-coach e i numerosi innesti di valore, cade a Reggio nell'Emilia, replicando il ko interno contro il Torino. Anche il Sassuolo sorride e allontana forse definitivamente l'Inter dalla terza piazza per l'Europa che conta. Ora sarà tempo di analisi e riflessioni, con la ricerca di quel 'perché' che ad Appiano Gentile sta diventando via via sempre più un rebus di impossibile soluzione (o quasi). Indipendentemente dai limiti tecnico-tattici e, soprattutto, di personalità, Mancini dovrà fare una valutazione molto, molto importante: è l'Europa League la strada principale per la Champions League? Il Celtic Glasgow non è Barcellona, Real Madrid o Bayern Monaco, ma di questi tempi sottovalutare qualsiasi avversario sarebbe una grave sconfitta già in partenza. La data del 'Celtic Park' si avvicina (19 febbraio l'andata in Scozia), il tempo scorre quasi inesorabile per dei giocatori alla ricerca della propria identità. Mancio, l'Europa passa... per l'Europa. L'Inter di oggi sembra una macchina senza benzina.

TREQUARTISTA ALTRUISTA - Nel 4-2-3-1 il 10 è tutto suo. In mezzo ai due esterni offensivi a lui il compito di accendere la luce, innescare i compagni, cambiare la rotta, essere il pilota principale di una scuderia in palese difficoltà per garantire quel salto di qualità che evidentemente sta mancando. Clamorosamente. Il baby di Linz continua però a dare la sensazione di non trovarsi al meglio nel ruolo di trequartista, con pochi metri a disposizione per incidere. Solo il tempo dirà se, arretrando il raggio d'azione, potrà essere quell'arma in più che con Walter Mazzarri prima e Mancini ora ha colpito sì, ma solo a intermittenza. Oltre all'aspetto tattico, urge maggior cattiveria per poter diventare top player e il peccato d'altruismo nel pomeriggio del 'Mapei Stadium' è l'emblema di questa disamina. Il tempo è dalla sua parte, ma forse con un nuovo abito (ogni riferimento a centrale nel 'modulo-progetto' o mezzala in un centrocampo 'a tre' è puramente casuale) potrà essere diminuito. Cercasi ruolo e... cattiveria.

L'INCIDENTE PEGGIORE - Più del risultato è l'epilogo del viaggio in Emilia. Non bastassero le tre sberle subite al 'Mapei' ecco servito lo 'scambio di opinioni' tra i tifosi nerazzurri organizzati nel settore ospite e la coppia Fredy Guarin-Mauro Icardi. I primi rifiutano la maglia, i secondi non la prendono bene. Risultato: brutte parole, brutti momenti che riassumono l'attualità in casa Inter. Per fortuna, in veste di Croce Rossa nel momento di emergenza, ecco il secondo tempo di questo 'duello' che per fortuna non vive attimi di tensione, anzi. Dopo aver fatto rientro negli spogliatoi a seguito dell'ormai noto alterco, gli stessi Maurito e Guaro, accompagnati da altri giocatori tra i quali capitan Andrea Ranocchia, cercano di chiarire chiedendo scusa ai tifosi. Bel gesto che però non cancella quanto successo poco prima. Nel viaggio nero in Emilia, questa resta la sconfitta più brutta. L'incidente peggiore.  

COMPLIMENTI - A Simone Zaza. Tanti e sentiti. Il classe '91 di Policoro segna l'ottavo gol in campionato e gli applausi sono sportivamente scontati. Il freno a mano che la macchina neroverde di piccola cilindrata ha sempre tirato contro l'Inter viene disattivato proprio da lui, quel giocatore che nella Torino bianconera sognano da tempo. Il gol che fulmina Handanovic è splendido, Vidic gli lascia forse qualche centimetro di troppo, ma la rapidità e la bellezza d'esecuzione è da grandissimo attaccante. Nella giornata più nera che azzurra dell'Inter forse fa un po' meno male 'cadere' sotto colpi di questa fattura. Senza dimenticare quel Nicola Sansone che quando vede il Biscione si diverte troppo spesso a stritolarlo: anche in questo 3-1 nessuna eccezione. Zaza-gol, il futuro è nei suoi piedi. Bomber vero.

Sezione: In Primo Piano / Data: Lun 02 febbraio 2015 alle 07:30 / Fonte: Reggio nell'Emilia - Dall'inviato al 'Mapei Stadium-Città del Tricolore'
Autore: Francesco Fontana / Twitter: @fontafrancesco1
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