Che si chiami Beretta o “Barnetta”, come Mourinho lo ha erroneamente nominato in tempi non sospetti, nella sostanza poco importa: al ritorno, così come all’andata, l’allenatore del Lecce ha dovuto suo malgrado lasciare l’intera posta in palio al collega. Allo stadio Via del Mare l’entusiasmo dei tifosi salentini non riesce a dare la spinta necessaria ai giocatori di casa contro la capolista, corsara con un inattaccabile 3-0. Successo che rassicura l’Inter da un eventuale tentativo di avvicinamento da parte del Milan alla vigilia del derby. Ma, soprattutto, tre punti che confermano la forza del gruppo nerazzurro, criticato dopo il pareggio interno contro il Torino. Ancora una volta a fare la differenza è stato Ibrahimovic, autentico trascinatore di una squadra che a lui si affida per continuare a correre verso lo scudetto. Mourinho sceglie inizialmente la strada dell’unica punta, decisamente a sorpresa, lasciando Ibrahimovic solo in attacco, supportato da Figo e Stankovic. Coppia centrale tutta nuova, con Burdisso e il rientrante Materazzi. Panchina per Balotelli e Crespo. Nessuna novità nelle fila del Lecce, confermato il 4-3-3 e la formazione annunciata alla vigilia da Beretta, con Edinho e Papa Waigo all’esordio in maglia giallorossa.
L’inizio è caratterizzato da ritmi molto blandi, con l’Inter che cerca di avanzare il baricentro anche avvantaggiata dal vento che le soffia alle spalle. La prima emozione è decisamente forte: cross pennellato di Ibra dalla destra e inserimento di Stankovic che, di testa, manda incredibilmente alto. L’errore del serbo anticipa di qualche secondo il gol del vantaggio nerazzurro: Cambiasso pesca Ibra al limite dell’area in posizione regolare, destro immediato sul primo palo e Benussi battuto. Per lo svedese è il quattordicesimo gol in campionato, Lecce palesemente stordito dall’ottima partenza degli ospiti. La reazione leccese non si fa attendere e su azione d’angolo Julio Cesar deve superarsi per negare a Stendardo la gioia del pareggio. Sotto di un gol, ovviamente, la squadra di Beretta deve cambiare impostazione tattica e aumentare la pressione sulla difesa avversaria. Papa Waigo cerca di sfruttare la sua velocità per mettere in difficoltà Santon, il quale si disimpegna con grande tranquillità. Dall’altra parte, l’Inter cerca soprattutto il lancio lungo dalle retrovie, spesso con troppa precipitazione, ma sono soventi anche gli errori negli appoggi palla a terra. Nel complesso, i nerazzurri cercano di mantenere il possesso del pallone, mentre il Lecce tende ad aspettare. Non aspetta invece Tiribocchi, quando al 34’ tenta di sorprendere Julio Cesar con un tiro-cross, ma la palla termina sul fondo. Episodio importante al 37’, conIbrahimovic che viene steso in area da Stendardo, ma Tagliavento gli sventola in faccia il cartellino giallo accusandolo di simulazione. Un episodio che farà discutere senza dubbio. Il primo tempo non offre altre emozioni.
Nel secondo tempo il Lecce sembra più volenteroso, ma fatica a creare azioni insidiose, anche per merito di una retroguardia nerazzurra molto sicura. Sicurezza che viene leggermente meno quando Julio Cesar deve uscire a valanga sui piedi di Castillo, lasciato troppo libero. È ancora più clamorosa l’occasione che capita a Maicon nell’altra area, con il brasiliano che spara alto a pochi passi da Benussi, dopo essere stato favorito da un rimpallo. Beretta corre ai ripari e richiama in panchina il deludente Papa Waigo, inserendo Zanchetta con l’obiettivo di dare più ordine tattico alla sua squadra. In attesa dell’ordine, i salentini rischiano di subire il raddoppio al 62’, quando Benussi esce a valanga sui piedi di Stankovic al termine di un’azione prolungata. Il serbo, nell’occasione, non ha la prontezza per eseguire il colpo sotto decisivo. Nel giro di pochi minuti Beretta decide di rivoluzionare il Lecce e richiama Edinho e Tiribocchi, inserendo Papadopoulos e Cacia. Il nuovo volto della squadra di casa non fa neanche in tempo a esprimersi che subisce la seconda rete: ottimo cross di Santon e stacco di Figo che, solo nel cuore dell’area, incrocia bene di testa e batte Benussi. Ironia della sorte, Chivu era già pronto a bordo campo per sostituirlo (cosa avvenuta comunque, ma con sonoro di applausi per il portoghese). Se la rete del raddoppio smussa la punta delle frecce giallorosse, il gol del 3-0 di Stankovic (82’) pone fine in anticipo alla contesa. Il serbo riscatta gli errori precedenti e con un inserimento perfetto su cross di Maicon mette di testa la palla all’incrocio dei pali. Rete da attaccante di razza. Il quarto gol (che poi si rivela un autogol) lo mette a segno Mourinho, inserendo Balotelli dopo una cinquantina di giorni di lontananza dai campi. SuperMario prende il posto dell’applauditissimo Ibrahimovic e, suo malgrado, fa in tempo a farsi ammonire, privandosi automaticamente delle chance derby in quanto diffidato. Il fischio finale di Tagliavento mette il testimone nelle mani del Milan, impegnato in serata a Reggio Calabria con l’obiettivo di non perdere terreno dalla capolista. Altro che aggancio….
IL TABELLINO
LECCE-INTER 0-3
(primo tempo 0-1)
MARCATORI: Ibrahimovic al 12' p.t.; Figo al 27', Stankovic al 37' s.t.
LECCE (4-3-3): Benussi; Polenghi, Stendardo, Fabiano, A. Esposito; Caserta, Edinho (21' st Papadopoulos), Ariatti; Papa Waigo (13' st Zanchetta), Castillo, Tiribocchi (24' st Cacia). (Rosati, Angelo, Giuliatto, Ardito). All. Beretta.
INTER (4-3-2-1): J. Cesar; Maicon, Burdisso, Materazzi, Santon; J. Zanetti, Cambiasso, Muntari (36' st Maxwell); Figo (27' st Chivu), Stankovic; Ibrahimovic (41' st Balotelli). (Toldo, Cordoba, Mancini, Crespo). All. Mourinho.
ARBITRO: Tagliavento di Terni.
NOTE: spettatori 28 mila circa. Ammoniti Ibrahimovic, Esposito, Tiribocchi, Caserta, Balotelli. Angoli 4-1. Recupero 0' pt, 0' st.
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