Tre volte miglior portiere al mondo per l'IFFHS, una volta miglior portiere dell'anno per l'UEFA, 328 presenze con la maglia dell'Inter in 12 anni, 58 presenze con la maglia della Nazionale (e record di minuti di imbattibilità in un mondiale fissato a quota 518, ancora ineguagliato), uno scudetto, una Supecoppa italiana e due coppe UEFA in nerazzurro. Tutti numeri che non riescono tuttavia a spiegare il mito Walter Zenga per il popolo interista, che dal 1982 al 1994 si è sentito più sicuro contando sulla sua classe a difesa della porta dell'Inter. L'Uomo Ragno ha chiuso la sua avventura con la Beneamata nel maggio del '94, prendendola per mano nella finale di coppa UEFA contro il Salisburgo, l'ultimo regalo a un club che gli ha dato tanto ed è stato ripagato con altrettanto affetto. Da allora Zenga ha iniziato la sua carriera da portiere giramondo negli Usa per i New England Revs (dopo le esperienze con Sampdoria e Padova), fino a diventarne l'allenatore una volta appese le scarpette al chiodo. Poi il ritorno in Italia nel Brera, quindi Romania (National e Steaua), Serbia (Stella Rossa), Turchia (Gaziantepspor), Emirati Arabi (Al-Ain), ancora Romania (Dinamo) e, infine, il ritorno in Italia, dove Pulvirenti gli ha dato fiducia nella guida del Catania, ottenendo importanti risultati. Una stagione sotto l'Etna e poi il 'tradimento', la scelta di allenare il Palermo dopo il pressing instancabile di Zamparini, un'occasione che ripaga l'Uomo Ragno di tanta gavetta in giro per il mondo.

Giovedì Zenga sarà ancora a San Siro per sfidare l'Inter, la sua Inter a cui quest'anno ha già fato un regalo battendo 2-0 la Juventus, restituendo ai nerazzurri il primato in classifica. Di certo nel momento di sfidarsi i rosanero non saranno così benevoli con l'Inter, Zenga sa che di fronte alla ragion di stato bisogna accettare anche di ferire i propri sentimenti, ma sa anche che la panchina su cui siede Josè Mourinho poteva essere sua, come svela lui stesso al Corriere dello Sport: "Alla festa del centenario nerazzurro il presidente fece il mio nome per il dopo-Mancini, poi sono andato a Catania". Insomma, il presidente lo aveva già scelto come erede del Mancio, salvo poi afidarsi a Mourinho in occasione del doloroso divorzio dal tecnico jesino. Le strade di Zenga e dell'Inter si sono perciò separate, ma non è detto che in futuro non tornino a unirsi. Da molti infatti l'ex portiere viene considerato come il candidato principale del dopo Mou, quando il portoghese porrà fine al suo rapporto con il club di Corso Vittorio Emanuele. E i tifosi, che amano ancora l'Uomo Ragno, sarebbero felici di vedelo sulla panchina nerazzurra, a riprendere quel percorso interrotto 15 anni fa. In attesa di quel giorno, l'obiettivo primario è battere il suo Palermo giovedì sera a San Siro, per mantenere saldamente il primato in classifica. Poi, al fischio finale, si tornerà carissimi amici, come prima.

Sezione: In Primo Piano / Data: Lun 26 ottobre 2009 alle 10:05
Autore: Fabio Costantino
vedi letture
Print