L'Inter sta giocando col fuoco. Ripensando alle sette vittorie consecutive a cavallo tra la fine del 2011 e l'inizio del 2012, c'è da benedirle per il fieno in cascina che hanno portato evitando tracolli molto pericolosi. Eppure, così non si può assolutamente andare avanti. Pian piano, tutti si stanno stufando di un andamento imbarazzante per l'Inter, a partire dal presidente Massimo Moratti che ha mostrato chiaramente di essere scontento delle prestazioni della squadra sia a Roma che anche nel pomeriggio di oggi, contro il Novara. Una squadra spompata, che lotta poco e senza particolari idee, tale da meritarsi anche i fischi di una tifoseria che ha avuto il coraggio di incitarla con cuore e fiato anche dopo il gol di Caracciolo. La Curva ha spinto ancora, poi a un certo punto va bene l'affetto, ma è troppo. E allora giù con fischi e cori pesanti. Lo specchio dell'Inter è il volto cupo di Moratti.

Il problema vero e proprio è che il progetto rischia di naufragare se portato avanti ancora così. Troppe scommesse, troppi giocatori non da Inter, troppi eccessi. Dai giovanissimi a rischio bruciatura se mal utilizzati ai più anziani che non possono essere cardini di una squadra che ambisce al massimo, come Forlan. Non per cattiveria, ma perché fisicamente non ce la fanno più. L'uruguaiano può essere un prezioso gregario, ma non la stella di questa Inter. Servono forze fresche, servono top players, servono colpi veri per non far crollare un progetto nato con una logica intelligente ma portato avanti con operazioni talvolta anche più che discutibili. Nessuno chiude ai giovani, ma che siano supportati da giocatori in piene forze e volenterosi di divorare l'erba di San Siro per portare l'Inter al trionfo.

Il presidente Moratti lo ha capito, e se Stankovic ha fatto trapelare che il numero uno nerazzurro 'non era tranquillo' nello spogliatoio l'indizio è chiarissimo. "I giocatori devono dare l'anima", diceva Moratti dopo le quattro sberle di Roma. Ma se la reazione è una sconfitta interna col Novara al quale sono stati generosamente donati 6 punti su 6 quest'anno, allora il segnale è palese: la riconoscenza verso i campioni d'Europa che furono non ha pagato, perché adesso non tutti hanno ancora fame. Va bene tenerne dentro due, al massimo tre, ma che l'impianto della squadra sia ancora quello è dannoso. Perché gli anni sono passati e questo gruppo non può più portare l'Inter al top. Può farla galleggiare in acque normali, ma l'Inter deve ambire al massimo, sempre. E per valorizzare i giovani non devi affiancarli agli anziani con pancia piena, bensì ai top players che abbiano fame di vittorie.

"Servono tanti soldi per prenderli", dirà qualcuno. Certo, ma serve anche l'intelligenza. Questo è fare mercato. Con i soldi dei prestiti di Zarate, Palombo e Poli - tra ingaggi e soldi per il trasferimento alle società - si portava a casa un Vidal della situazione. Insomma, per l'entusiasmo servono giocatori forti, vogliosi, nel pieno delle loro forze. Non solo giovani e anziani. Ci manca la classe media, ci mancano i campioni. Basterebbe poco, la fiducia la manteniamo. Evitiamo il naufragio completo finché si può. Ci manca la vera Inter.

Sezione: In Primo Piano / Data: Dom 12 febbraio 2012 alle 20:00
Autore: Fabrizio Romano
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