"Deve restare più in zona e mantenere il ruolo, corre e si apre troppo. Di conseguenza scopre la zona centrale del campo e si perde in impostazione. Quando le cose non vanno bene perde di lucidità perché vuole intraprendere più ruoli”. Alla vigilia di Inter-Tottenham durante la conferenza stampa pre-gara Luciano Spalletti diede pubblicamente e indirettamente un consiglio a Marcelo Brozovic, orma punto di riferimento imprescindibile nella mediana nerazzurra. L'eccesso di generosità infatti porta tendenzialmente il croato a fare più di ciò che il ruolo di regista gli imporrebbe, costringendolo a rincorse e un impiego oltre misura di energie. Al contempo, prima della trasferta di Ferrara, a chi gli faceva notare che Brozovic e Matias Vecino hanno il record per chilometri corsi in Champions, il tecnico ha replicato bacchettando i compagni di squadra: "Se quelli lì in mezzo hanno corso troppo è perché gli è rimasta una fetta di campo troppo grande, vuol dire che gli attaccanti non li aiutano. Non è che loro fanno bene, sono gli altri che li fanno correre qualche metro di più. Se ne fanno meno si avvantaggia la qualità".

Insomma, il concetto è che il vice campione del mondo dovrebbe sprecare meno energie per sua iniziativa personale, ma devono essere gli altri a permetterglielo accorciando gli spazi e avvicinandosi alle zone calde del gioco. Un problema tattico che si ripercuote di conseguenza anche su Vecino, che però ha nella corsa la qualità principale e ne soffre meno. Tornando a classe '92 di Zagabria, è ormai lapalissiano quanto la sua presenza sul rettangolo di gioco faccia tutta la differenza di questo mondo per i nerazzurri. A Ferrara la sua assenza per un problema muscolare ha alterato gli equilibri e reso la manovra dell'Inter più prevedibile. Rispetto a Borja Valero, che comunque ha fatto bene quando chiamato in causa, Brozo ha una maggiore predisposizione alla giocata più complicata, come il lancio lungo a scavalcare la prima e, a volte la seconda linea di passaggio servendo il compagno più distante sulla corsa e dimezzando i tempi di costruzione. Non è una coincidenza se la manovra e la qualità di gioco della squadra vadano di pari passo con quella del nazionale croato.

Il quale, e le statistiche non mentono, continua a fare tanta legna in mezzo al campo. Si pensi che, dopo 8 giornate di campionato e in attesa del derby di stasera che lo vedrà protagonista, in 607 minuti di impiego il numero 77 è al vertice in due classifiche significative, quelle del chilometri medi percorsi e dei palloni recuperati. Graduatorie che vedono primeggiare solitamente centrocampisti di quantità più che di qualità e che sottolineano l'anima da mediano che ogni tanto prevale in Brozovic. Terzo prima della 9^ giornata dietro i napoletani Allan (44) e Kalidou Koulibaly (43) nella graduatoria dei palloni recuperati (41, uno ogni 14 minuti circa), è secondo dietro Francesco Magnanelli del Sassuolo (12,023 km) per media chilometraggio medio (11,88 km), con il neroverde che comunque è stato in campo solo 284 minuti.

Numeri che confermano la tendenza al sacrificio di Brozovic, il cui apporto qualitativo però, per fortuna, finora non ne ha risentito in modo evidente. Certo, se il diretto interessato (che in questi giorni ha lavorato al Suning Training Centre per essere al meglio nel derby) riuscisse a gestirsi meglio anche con l'aiuto dei compagni, probabilmente riuscirebbe a esprimersi meglio con il pallone tra i piedi. Questa crescita è certamente nella to do list di Spalletti, che comunque è consapevole dell'imprescindibilità del 26enne croato e sa bene quanto sia complicato convincerlo a frenare il suo animus pugnandi. Si tratta di un processo graduale di cui beneficerebbe tutta la squadra, in attesa di un eventuale nuovo innesto in mediana che a gennaio o a giugno possa valorizzare ulteriormente le doti epiche di Brozovic.

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Sezione: In Primo Piano / Data: Dom 21 ottobre 2018 alle 14:11
Autore: Redazione FcInterNews.it / Twitter: @Fcinternewsit
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