A Genova sono arrivati i tre punti, fondamentali per non perdere terreno rispetto a Lazio e Milan che stanno davanti all’Inter in classifica, ma i tifosi non possono essere pienamente soddisfatti dopo un venerdì sera trascorso davanti alla tv con collegamento da Marassi. Al di là della prestazione, che è figlia di un momento poco brillante e di troppe assenze in ruoli cardine del gioco, a preoccupare è la ripetitività degli infortuni, soprattutto muscolari, che l’Inter sta patendo da inizio stagione. In questo momento il bilancio parla di un centrocampo letteralmente falcidiato, con Cambiasso, Stankovic, Mariga e Thiago Motta out sicuramente per la trasferta di Londra e con appena tre giocatori disponibili per la delicatissima posizione di mediano davanti alla difesa: Zanetti, Muntari e Nwankwo, quest’ultimo fresco di rientro dopo un lungo stop e non certo una carta su cui puntare a occhi chiusi. Questa l’attualità, che però non può nascondere quanto avvenuto da agosto a oggi, vale a dire una sfilza di infortuni di varia natura che ha preso di mira il gruppo di Benitez. Quindici di questi, vale la pena sottolinearlo, sono di natura muscolare, e nel caso di Cambiasso e Milito si tratta addirittura di una doppietta.
Probabilmente una buona fetta di questa morìa muscolare va attribuita alla sfortuna. Ieri sera, per esempio, il terreno del Marassi ha di certo favorito le fitte al bicipite femorale occorse al Cuchu e a Julio Cesar, ma ridurre il tutto a zolle vigliacche appare riduttivo. Probabile che su questo genere di guai guai fisici abbia influito, finora, anche una preparazione diversa rispetto al passato, molto incentrata sul lato atletico. Benitez ha lavorato moltissimo, sin dalla preparazione, sul fisico dei suoi giocatori, pagando con un avvio poco brillante sul campo la strategia di allenamento. Poco avvezzi a certi carichi di lavoro (nei due anni con Mourinho si dava dall’inizio maggiore spazio al pallone), i calciatori hanno risentito non poco e hanno pagato con indurimenti, affaticamenti, risentimenti e purtroppo stiramenti, lo step che precede il ben più drammatico strappo al muscolo. E il tassametro sembra non voglia fermarsi, considerato quanto accaduto ieri sera, quando persino Julio Cesar, che si muove meno dei compagni di squadra, ha dovuto chiedere la sostituzione per il pizzico avvertito al bicipite femorale dopo uno scatto in uscita. Può starci che un portiere, in una serata fredda e con la muscolatura a temperatura ambiente, risenta di una corsa improvvisa.
Ma il background di questa stagione non invita a credere nella casualità. Possono testimoniarlo i vari Lucio, Chivu, Mariga, Milito, Cambiasso, Materazzi, Samuel, Cordoba e ora anche Julio Cesar. Per gli altri giocatori finiti ai box, come Thiago Motta, Zanetti, Stankovic e Pandev, si tratta di infortuni di altra natura, e qui la malasorte può tranquillamente essere chiamata in causa. Come ovviare a questa situazione? Magari intervenendo sul mercato a gennaio, prendendo un’alternativa a centrocampo. Ma in questo caso, alla lunga, si potrebbe proporre il problema opposto: quando i centrocampisti appiedati saranno in condizione di giocare, a contendersi due posti in mediana sarebbero in sei, compreso il nuovo arrivo. Non a caso, Muntari era già in lista partenti perché non trovava spazio. Sperando che una contemporaneità di assenze talmente beffarda non si ripeta, Benitez dovrebbe così fare dolorose scelte, ma l’abbondanza è meglio della penuria, da che mondo è mondo. Quindi, bene se arrivasse un rinforzo, in modo da affrontare con maggiore serenità i prossimi infortuni, perché è pura illusione sperare che da qui in avanti non se ne verifichino più.
L’Inter da questo punto di vista ha già ‘dato’ molto, ma la sorte non ha un equilibrio comprensibile, quindi potrebbe persistere nel suo piccona mento alla rosa nerazzurra. Ormai la preparazione estiva è conclusa e non resta che prendere atto di quanto accaduto finora, magari prestando maggiore attenzione alla salute dei giocatori (il riferimento va agli staff tecnico e medico) in vista della pausa invernale. Il richiamo atletico sarà una fase cruciale per il buon esito della stagione, perché da esso dipenderà la a volata conclusiva, che Mourinho e i suoi collaboratori da gennaio a maggio hanno preparato alla perfezione, a costo di perdere lucidità fino a marzo. Benitez sa di certo il fatto suo, ma il dubbio che lui stesso sia sorpreso da cotanti infortuni permane. Per il momento, limitiamoci a incrociare le dita ogni volta che un nerazzurro cade o comincia a zoppicare…
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