SuperMario, in questo periodo, è un po’ meno Super. Balotelli non sta attraversando un grandissimo momento di forma, con l’Inter non vede il campo, chiuso dalla coppia Milito-Eto’o e da un modulo tattico che non prevede una terza punta. Marcello Lippi continua a frustrare le sue ambizioni non convocandolo nella Nazionale maggiore. Infine, anche nell’under 1, non riesce a essere il trascinatore che Casiraghi vorrebbe. Lo specchio di questa fase di appannamento è il calcio di punizione nei minuti di recupero in Galles: ultima chance azzurra per agguantare il pareggio, Mario sistema con cura il pallone nella sua posizione preferita ma, al momento di calciare, scivola e spreca l’opportunità più ghiotta dei suoi 90 minuti. Nonostante ciò, su di lui continuano a piovere complimenti: in Premier League Gianfranco Zola avrebbe fatto carte false per averlo anche solo in prestito, mentre recentemente Arsene Wenger (che di giovani se ne intende), ha speso parole d’elogio nei suoi confronti. In Italia il suo Ct Casiraghi lo ha difeso a spada tratta, mentre il compagno di squadra Eto’o lo ha definito uno dei migliori prospetti che gli sia mai capitato di incontrare in carriera. Eppure il freno a mano è sempre tirato.

Sembra quasi che SuperMario soffra di un blocco psicologico che gli impedisce di tradurre in concretezza ciò che gli passa per la testa. Le idee non gli mancano, così come la voglia di dimostrare il proprio valore, ma sul campo la musica non è intonata. La sua fragilità, mascherata da un atteggiamento da guascone, un po’ provocatorio e un po’ irriverente, si manifesta in periodi come questi, in cui nonostante sia ‘inseguito’ dai complimenti fatica a convincersene. E’ parte di un carattere ombroso, insofferente, che a volte reagisce con comportamenti poco edificanti, altre con una chiusura e un malcontento che influenzano le sue prestazioni. Evidentemente in questo momento Balotelli non sente addosso la fiducia della persona che ne decide il destino, il suo allenatore Josè Mourinho. Ma è solo una fase, perché il portoghese nutre in lui una fiducia infinita e se lo lascia in panchina ha le sue ragioni. Faticoso, dopotutto, trovare spazio per un ragazzo di 19 anni, quando in rosa hai gente come Milito ed Eto’o. Mou evidentemente ritiene che sia ancora presto per affidare a SuperMario le chiavi dell’attacco nerazzurro, che il suo inserimento debba essere graduale, altrimenti rischierebbe di esporlo a una responsabilità più grande di lui che alla lunga potrebbe schiacciarlo.

Difficile però convincere il ragazzo delle buone intenzioni del suo allenatore, soprattutto a causa di un’autostima che impiega poco a diventare depressione. Inoltre, le voci circa un possibile arrivo di Pandev a gennaio non fanno che gettare benzina sul fuoco, anche perché l’azzurrino soffre non poco la concorrenza di gente più affermata di lui e considera queste voci di mercato un sintomo di scarsa fiducia nei suoi confronti. Non è un grande momento, ok, ma la sua occasione, come accaduto negli ultimi due anni, arriverà, non c’è dubbio. Balotelli ha dimostrato di poter essere decisivo soprattutto quando nell’Inter i meccanismi non girano come dovrebbero, in particolar modo nella seconda parte della stagione, quando i punti diventano ancora più pesanti, così come i gol. E lui, quando contava, di gol ne ha sempre segnati.

Sezione: In Primo Piano / Data: Mar 08 settembre 2009 alle 18:02
Autore: Fabio Costantino
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