La nascita della Super League, come prima conseguenza, avrà quella di impoverire dal punto di vista dei diritti televisivi la Uefa, con le coppe europee fisiologicamente messe in ombra dalla nuova competizione. Il Corriere dello Sport evidenzia almeno 5 vantaggi per le partecipanti alla ESL, un affare complessivo da 4 miliardi di euro:

1) Dividere direttamente tra 20 club una torta che oggi la UEFA ripartisce tra 45 in Champions e 48 in Europa League con meccanismi sensibili ad equilibri economici e geopolitici;

2) Ottenere 3,5 miliardi come “dividendo” di ingresso da ripartire tra i club fondatori: il progetto da noi visionato ipotizza 4 fasce, con i primi sei club che riceveranno (per progetti infrastrutturali ma pure, i maligni dicono, per ridurre i debiti) €350 milioni ciascuno, quattro ne otterranno 225 mentre due ne avranno 112,5 e tre dovranno “accontentarsi” di 100 milioni;

3) Avere il posto garantito nel più grande torneo europeo, programmando così ricavi certi e prevedibili, grazie alla ripartizione dei diritti tv con una grossa quota fissa e altre legate ai risultati;

4) Partecipare al futuro allargamento della torta, possibile grazie a un format concentrato sui top club, con gare di altissimo livello perché avremo ogni settimana scontri diretti tra le big del calcio europeo e ciò avrà effetti sul valore dei diritti futuri;

5) La certezza di giocare (in gironi da 10 squadre) almeno 18 partite, di cui 9 casalinghe con relativi incassi. 

Un club può arrivare a guadagnare in una stagione da un massimo di quasi 300 milioni (tre volte tanto rispetto alla vincitrice dell'attuale Champions) a un minimo di 135 milioni. La Super League è la sublimazione di un disequilibrio già esistente tra club ricchi e club meno ricchi. Una distanza peraltro dilatata negli ultimi anni anche a causa del FFP Uefa.

Sezione: In Primo Piano / Data: Mar 20 aprile 2021 alle 08:15 / Fonte: Corriere dello Sport
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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