Stasera l’Inter dovrà stare attenta al Manchester United e, soprattutto, al suo stato di forma eccezionale che lo ha portato a vincere le ultime 15 partite giocate (12 in campionato, 3 in coppa). Nello specifico, però, Mourinho dovrà catechizzare i suoi giocatori al punto giusto, affinché riservino il massimo dell’attenzione a particolari aspetti, che elenchiamo in 5 punti distinti:

Compattezza
Il Manchester United è una squadra che si conosce a memoria, nonostante le assenze i Red Devils si presenteranno con undici elementi che giocano insieme ormai da tanto tempo. La filosofia di Ferguson non è mai cambiata nel tempo ed è stata la chiave per i numerosi successi ottenuti negli ultimi anni. Sarà dunque dura per l’Inter trovare impreparata una squadra così organizzata.

Uno contro uno
Il Manchester United ha giocatori molto rapidi, che nell’uno contro uno possono fare malissimo a chiunque. Cristiano Ronaldo, Rooney, Scholes, Park, Carrick tra i titolari, Tevez e Giggs dalla panchina, sono giocatori che sanno trattare bene il pallone e approfittare della lentezza dei difensori avversari. Un problema in più per Chivu e Rivas (o Cordoba).

Difesa imperforabile
Van der Saar sta vivendo una seconda giovinezza. L’ex portiere della Juventus non subisce reti da circa 1.400 minuti, può ancora superare il record di imbattibilità. In questo momento è una garanzia per tutta la squadra, cosa che non gli succedeva da tempo, e i colleghi della difesa giocano con maggiore tranquillità sapendo che hanno lui come estremo baluardo.

Esperienza
Inutile nasconderlo, lo United è la squadra con maggiore esperienza a livello internazionale, non solo in quanto campione in carica nel torneo. In Europa i Red Devils sono sempre arrivati fino in fondo, salvo lo scivolone contro il Porto di Mourinho quattro anni fa. L’abitudine a queste sfide sarà, per l’Inter (che, al contrario, non riesce mai a fare molta strada in Champions), l’avversario principale, al di là del valore tecnico degli uomini di Ferguson.

Cristiano Ronaldo
Pericolo pubblico numero uno. Il Pallone d’Oro in carica è una seria minaccia, lo spauracchio per eccellenza. Bloccarlo rappresenterebbe un mezzo successo, soprattutto perché quendo è in forma riesce a trascinare da solo tutti i suoi compagni. Dribbling, conclusioni, punizioni, costante pericolosità in attacco. Nel carnet del portoghese non manca l’abbondanza di armi da sfoderare. A questo si aggiunge la sua convinzione ai limiti della presunzione, una spinta in più per il suo ego da fenomeno.
 

Sezione: In Primo Piano / Data: Mar 24 febbraio 2009 alle 15:59
Autore: Fabio Costantino
vedi letture
Print