Non è dato sapere se il rischio di una multa (autoimposta) abbia dato ai giocatori una marcia in più, ma se così fosse ben venga prima di ogni partita. I nerazzurri ‘risparmiano’ il loro portafoglio non risparmiando il Parma, facendone un solo boccone già nel primo tempo. Evidentemente anche i 7 giorni di riposo assoluto concessi dalla società hanno influito sul ritorno sontuoso dell’Inter al calcio giocato, in un sabato sera in cui la fame di gol è stata lapalissiana e quasi insaziabile. Non solo: numeri alla mano, gli uomini di Ranieri non si sono fatti sfuggire alcuna portata, spazzolando il piatto 5 volte su 7 tentativi dentro lo specchio di Mirante. Considerando i problemi di mira manifestati fino a qualche settimana fa, è un bel vedere.
PRINCIPESCO, FINALMENTE - Menzione d’onore per il Principe, ci mancherebbe. Due gol e un assist sono il perfetto prosieguo di quanto mostrato contro il Lecce nell’ultima del 2011. Milito si sta riprendendo l’Inter, alla riapertura delle danze ha impresso il proprio sigillo di bomber ritrovato legittimando tutta la pazienza e la fiducia che Ranieri gli ha concesso. Alla faccia di Forlan, bloccato in tribuna per l’infortunio alla caviglia, e di Zarate, relegato in panchina in attesa di conoscere il proprio destino. Nella prima del 2012 Milito ha corso, manovrato, cercato i compagni, mandato in gol Pazzini e segnato: cosa si può chiedere di più a un attaccante? Applausi anche per Maicon, che prima dello scatto di rabbia nel finale (maledetti risentimenti muscolari...) se n’è concessi molti altri sulla sua fascia, con tanto di cross al bacio annessi.
IL CORAGGIO DI SOR CLAUDIO - A proposito di coraggio, ave Claudius. Il mister si è preso burla di noi inducendoci a pensare a un turn over tattico in vista del derby, con conseguente panchina per i diffidati Thiago Motta e Maicon. Logica avrebbe voluto che i due non rischiassero la squalifica a 8 giorni dalla stracittadina, ma non sempre con la logica si vince. Ranieri se l’è giocata sull’irrazionalità e li ha lasciati in campo fino all’ultimo, quasi sfidando la sorte e Giannoccaro. Il quale non ha trovato alcun motivo per sanzionarli e ha addirittura chiuso il match con un solo cartellino giallo (Samuel). Un premio dunque all’allenatore di Testaccio, che bada al sodo e, davvero, valuta partita dopo partita senza guardare al di là del proprio naso. Se davvero quei due sono fondamentali, perché farne a meno?
GLI EXPLOIT DEL CAPITANO - A 38 anni il capitano ha deciso di sorprendere. Come se non fosse sufficiente lo scontro titanico contro le leggi della natura, ancora una volta tramortite dalla sua vitalità, Zanetti insiste nel voler concedersi degli exploit. Prima l’espulsione, più unica che rara, contro l’Udinese, poi un autogollonzo ieri sera contro il Parma, ‘vanificato’ da una posizione irregolare. Autorete annullata, ma comunque mea culpa da parte di Javier, dispiaciuto per l’episodio (ininfluente) e meritevole di applausi scroscianti anche per l’inarrivabile modestia. Applausi anche per Alvarez, che con Zanetti per ora condivide solo la nazionalità ma partita dopo partita sta giustificando l’investimento che la società ha voluto dedicargli per portarlo all’Inter. Dribbling, assist, pericolosità costante, stop & go e giocate di suola, mai fini a loro stesse: Ricky disdegnerà il soprannome che gli hanno affibbiato in Argentina, ma la sua crescita è una maravilla.
IL ‘PROBLEMA’ SNEIJDER - E ora sotto con il derby. Inutile girarci intorno, la stracittadina dirà molto sulle ambizioni di rimonta nerazzurre. E tra 7 giorni sarà disponibile, finalmente, Wesley Sneijder. Una manna dal cielo all’apparenza, ma non necessariamente. Il magic moment dell’Inter nasce infatti con uno schema ben preciso: 4-4-2, con Alvarez largo a sinistra e licenza di ‘uccidere’ centralmente. Il rientro dell’olandese imporrebbe un cambio tattico (4-3-1-2), proprio nella sfida meno adatta agli esperimenti. Come si comporterà Ranieri? È un paradosso, ma ad oggi, con le ali dell’entusiasmo ai piedi, Sneijder rappresenta un problema ‘tattico’ per l’allenatore, che per fargli posto rischia di snaturate la quadratura del cerchio lasciando in panchina Alvarez. Una provocazione, chiaramente, perché l’ex Real Madrid è un problema solo per gli avversari. Ma il mister dovrà riflettere molto prima di decidere.
MATEMATICA ALLA MANO… - Cinque gol per la quinta vittoria consecutiva, in perfetta sintonia con il poker al Lecce valso il quarto successo di fila. L’Inter rispetta anche le leggi delle proporzioni matematiche, anche se il rischio di stopparsi al prossimo appuntamento è reale. Contro il Milan, per trovare la sesta W, il trend richiede 6 reti, impresa decisamente probante. Ma diciamo la verità, Archimede Pitagorico ci perdonerà se ci accontenteremmo anche di un modesto 1-0. Alla fine, di questi tempi, sono sempre tre punti…
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