Eravamo rimasti a lunedì sera, in cui avevamo aperto l'articolo d'analisi fredda così: "Quando s'accende l'Inter per gli avversari diventa molto pericoloso il contrasto a viso aperto". Ebbene, chi meglio della Fiorentina di Vincenzo Italiano può essere la vittima perfetta degli assalti nerazzurri? Sin dai primi istanti il comando è a senso unico. L'universo dei vortici, che ricadono sempre lì, nella manovra avvolgente e lampante. S'illumina San Siro quando Thuram spazza via qualche malumore di chi era già pronto a dire: "Eh, ma non segna". I timbri del Toro sono sempre lì, come i suoi agguati, pronti a colpire da un istante all'altro. La decisione nell'interpretazione annulla qualsiasi velleità di tentativo dei viola, che ci provano con le palle alte, snaturandosi apertamente.

I VORTICI INFINITI DELLA QUALITÀ. La sostanza è una ripartenza continua. L'Inter attacca con maestria, fraseggiando nello stretto e costruendo occasioni a raffica. Le forze si sgretolano ogni minuto che passa ma la volontà è in bilico. Il copione è il medesimo ancora una volta: triangolazioni volanti e la viola appena perde il pallone va in affanno, ha l'acqua alla gola. Thuram ha una grande intelligenza calcistica: il piccolo tempo di adattamento allo stile di gioco è quasi una propensione per legare il gioco. Si vede quando affonda, fraseggia, si procura il rigore, segna e fa assist. Calhanoglu sempre lucidissimo in mezzo al campo ma non solo: il ritmo è una parvenza dello spazio, da divorare per colpire nel migliore dei modi.

DIREZIONE UNICA: LA PROIEZIONE CATEGORICA. Nel manuale bipartito onde elettriche in tensione e baricentro come misura di pedine scatenate in avanti. E di fronte a loro s'allarga il brullo della collina. Tutto intorno, nei contorni del placido vivere, una consapevolezza che è pura passione, furiosa manifestazione della natura. Restare in quella terra di mezzo è la categoria della proiezione. Proiezione che è arte quando si collegano le traiettorie dei passaggi. Non è un'iperbole, ma appare noioso per i nerazzurri restare lì dietro in incognito, asserragliati nello studio comprensivo dei colpi d'autore. Si sa, il Superuomo non vaga nell'indefinito, occupa terreni gerbidi, oscuri boschi, s'arrangia in mezzo alle storture. E allora occorre prendere il possesso della grande personalità, avanzando passo dopo passo. L'appannamento non è concesso. O meglio, il fascio di luce della sapienza tecnica abbaglia anche le sbavature apparentemente più significative. Che arsenale esplosivo. Il Milan è forte, quest'Inter di più.

Sezione: In Primo Piano / Data: Lun 04 settembre 2023 alle 08:15
Autore: Niccolò Anfosso
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