La Gazzetta dello Sport di oggi propone una lunga e interessante intervista all'ad di Unicredit Federico Ghizzoni: dopo che la sua banca è diventata “banca uf­fi­cia­le” dell’Uefa con una spon­so­riz­za­zio­ne a tutto tondo che riguarda tutte le com­pe­ti­zio­ni eu­ro­pee, comprese la Fu­tsal Cup, la Women’s Cham­pions Lea­gue e la Youth Lea­gue, oltre alla Su­per­cop­pa Europea, il dirigente del colosso bancario ha offerto la sua visione del mondo del calcio continentale, sottolineando le difficoltà del sistema italiano a tenere il passo: "Il cal­cio è un for­mi­da­bi­le stru­men­to di co­no­scen­za per le azien­de: in 6 anni 15 mi­liar­di di per­so­ne hanno visto il no­stro mar­chio du­ran­te le par­ti­te. Le tv sono estre­ma­men­te im­por­tan­ti e i di­rit­ti tv, pure in Ita­lia, con­ti­nua­no a cre­sce­re di va­lo­re, a con­fer­ma di un in­te­res­se sem­pre più alto. Forse il cal­cio ita­lia­no non ha sfrut­ta­to que­sto po­ten­zia­le come avreb­be po­tu­to, è ri­ma­sto in­die­tro sci­vo­lan­do al quar­to-quin­to posto in Eu­ro­pa, con la Fran­cia che cre­sce. Siamo alle prese con pro­ble­mi sto­ri­ci: alto in­de­bi­ta­men­to, as­sen­za di in­fra­strut­tu­re, ne­ces­sità di aprir­si a in­ve­sti­to­ri stra­nie­ri, mar­ke­ting e mer­chan­di­sing da svi­lup­pa­re. Io co­no­sco da vi­ci­no la realtà del Bayern Mo­na­co, visto che il no­stro Ceo in Ger­ma­nia è nel board del club: bene, lì l’ap­proc­cio all’at­ti­vità com­mer­cia­le è molto più evo­lu­to. Anche lo Stato do­vreb­be dare una mano. Il cal­cio è uno sport ma anche un gran­de bu­si­ness. Ser­vo­no nor­ma­ti­ve più in­ci­si­ve per fa­vo­ri­re la co­stru­zio­ne degli stadi e pro­teg­ge­re i mar­chi dai falsi. Il cal­cio ita­lia­no deve usci­re dal pas­sa­to e fare un passo in avan­ti in ter­mi­ni di ma­na­ge­ria­lità".

Unicredit, tra l'altro, è stata regista delle operazioni di ri­fi­nan­zia­men­to del de­bi­to dell’Inter e della Roma, le due società della Serie A ad avere una proprietà straniera. Ghizzoni, che tra l'altro è anche tifoso nerazzurro, sottolinea a proposito di queste operazioni: "Con il Fair Play Fi­nan­zia­rio e le nuove lo­gi­che in­du­stria­li del cal­cio, non si può più pen­sa­re di fi­nan­zia­re le squa­dre a fondo per­du­to. È la di­re­zio­ne su cui si stan­no già muo­ven­do molti pre­si­den­ti ita­lia­ni ot­te­nen­do i primi ri­sul­ta­ti. Non giu­di­co se l’in­ter­ven­to di Erick Tho­hir o James Pal­lot­ta sia stato po­si­ti­vo o meno per i ri­spet­ti­vi club, ma di certo stan­no por­tan­do un ap­proc­cio ma­na­ge­ria­le e un’at­ten­zio­ne all’equi­li­brio eco­no­mi­co che sono in­di­spen­sa­bi­li per il cal­cio ita­lia­no. Au­men­ta­re i ri­ca­vi, ag­gan­cia­re gli sti­pen­di ai fat­tu­ra­ti: que­sta men­ta­lità è ne­ces­sa­ria. Ogni volta che parlo con Tho­hir vedo che ha gran­de at­ten­zio­ne per i nuovi mer­ca­ti. In Asia ho vis­su­to per pa­rec­chio tempo e non ho mai visto in stra­da qual­cu­no con la ma­glia di un team ita­lia­no: è lì che bi­so­gna cre­sce­re. Le operazioni di rifinanziamento? Uni­cre­dit ha fatto da in­ter­me­dia­rio, ha co­strui­to e ge­sti­to le ope­ra­zio­ni, non ha fi­nan­zia­to. Si trat­ta di ope­ra­zio­ni col­lo­ca­te sul mer­ca­to che non sono nuove all’este­ro: per esem­pio, negli Usa hanno rior­ga­niz­za­to il de­bi­to così di­ver­si team di pal­la­ca­ne­stro o di altri sport. In Ita­lia è un’in­no­va­zio­ne im­por­tan­te, l’al­ter­na­ti­va è il me­ce­na­ti­smo spor­ti­vo. Alla fine siamo riu­sci­ti a tro­va­re in­ve­sti­to­ri stra­nie­ri come Tho­hir e Pal­lot­ta, bi­so­gna dar loro fi­du­cia". 

 

 

Sezione: In Primo Piano / Data: Lun 08 giugno 2015 alle 11:28
Autore: Christian Liotta / Twitter: @ChriLiotta396A
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