Dopo l'amichevole a porte chiuse disputata al Suning Training Centre di Appiano Gentile tra Inter e Monza, terminata 1-0 per i padroni di casa, l'amministratore delegato biancorosso Adriano Galliani si è soffermato ai microfoni di Sky Sport per raccontare la sua 'strana' giornata: "Sicuramente è stata una sensazione particolare venire qui, non ci ero mai venuto nei 31 anni di Milan. Sono stato accolto bene dall'amico Marotta, da Conte, Ausilio e Antonello: abbiamo fatto un pranzo molto buono, devo fare i complimenti al catering. Beppe e io ci siamo conosciuti nei primi anni '80 in un Monza-Varese, potevamo parlare per ore del passato"

A proposito di Conte, lei lo voleva portare al Milan...
"Ne abbiamo parlato. Se fosse capitato prima, sarei riuscito a portare a buon fine il corteggiamento. E' un grande, grande allenatore, sin dai tempi dell'Arezzo: fa giocar bene le sue squadre, complimenti all'Inter per averlo preso". 

Berlusconi cosa dice?
"E' così tifoso che mi ha chiamato per sapere il risultato a fine primo tempo. Come ha detto ieri, il Milan è il suo passato mentre il Monza è il suo presente e il futuro: il nostro sogno è portarlo in Serie A, speriamo di farcela già quest'anno. E' un obiettivo dichiarato, io ero un ultrà del Monza da piccolo".

Con Ibra si è fermato il tempo?
"C'è molto amarcord in questa Serie A, ricordo quando presi Ibra dieci anni fa dal Barcellona. E' un totem, immortale: avanti con Ibra, ma non c'è solo lui perché Pioli ha trovato la quadratura del cerchio col 4-2-3-1 e coi giovani. Anche se sono nel centro sportivo dell'Inter, continuo a essere milanista: 31 anni non si cancellano (ride ndr)".

Come le è sembrato Pirlo in panchina?
"Finora ha risentito dell'assenza di Ronaldo, con lui avrebbero vinto a Crotone e col Verona. Ciò che mi rende orgoglioso è che Andrea è diventato uno dei tanti allenatori del gruppo di giocatori che c'erano nel nostro Milan, siamo stati una grande palestra. Tre giorni prima della nomina da allenatore, gli avevo detto che era un predestinato, certo non mi aspettavo che dall'Under passasse in tre giorni alla prima squadra".

Marotta ha parlato di rischio default della Serie A.
"Ne abbiamo parlato assolutamente, le aziende del calcio hanno un calo drastico di fatturato. Manca il pubblico, il che comporta una diminuzione degli sponsor; e io temo molto per i diritti tv del prossimo triennio. Io credo che il calcio dovrebbe essere trattato come altre aziende, invece viene considerato come lo sport delle prime donne. E' vero, il calcio è a rischio default".  

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Sezione: In Primo Piano / Data: Ven 13 novembre 2020 alle 17:17
Autore: Mattia Zangari / Twitter: @mattia_zangari
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