Philippe Coutinho, migliore in campo, classe 1992; Joel Obi, autore del gol dello 0-2, nato nel 1991; Marko Livaja, croato, che col suo tuffo ha sigillato il risultato della gara col Neftchi trovando il gol dello 0-3, addirittura classe 1993. E se poi aggiungiamo anche Luca Garritano, nipote di quel Salvatore visto con le maglie di Bologna, Torino, Sampdoria e Pistoiese tra le altre, nato addirittura nel 1994, il quadro è completo. Tutti giovanissimi, i primi tre in grado di incidere sulla partita e il subentrato Luca, una delle anime della Primavera di Bernazzani, che ha provato a dire la sua anche se in uno spazio di tempo relativamente limitato. Insomma, la soddisfazione per Andrea Stramaccioni può essere giustamente doppia: non solo per l'ottimo risultato, ma anche e soprattutto per le risposte offerte da questi ragazzi, che hanno eseguito al meglio il compito che molto probabilmente il tecnico romano vorrà assegnare ai giovani durante l'anno, usando come palcoscenico ideale proprio l'Europa League.

L'Europa League come torneo non da snobbare, come dimostrato ieri in quel di Baku; ma Europa League da utilizzare proprio come laboratorio, come banco di prova importante per testare sul campo le capacità, la prontezza, la voglia di fare di quei ragazzini magari provenienti dal vivaio delle meraviglie di Interello, sui quali magari si favoleggia un po' troppo circa il loro utilizzo (lasciando perdere le Cassandre che si divertono a prevedere per loro un futuro nefasto o lontano dall'Inter solo perché non vengono subito gettati in pasto al calcio dei grandi). A Baku i segnali sono stati alquanto confortanti, come abbiamo avuto modo di vedere, ed è facile ipotizzare che questo esperimento potrà andare avanti cammin facendo, anche quando non arriveranno successivamente impegni così gravosi come quello del derby. E per i ragazzi, saranno così sempre di più le occasioni per poter davvero dimostare di poter essere davvero loro a prendere le redini dell'Inter del futuro.

Al tempo stesso, usare l'Europa League come laboratorio per i nostri giovani può anche voler dire consentire al nucleo della prima squadra di poter rifiatare ed essere al meglio per le partite di campionato. Lo si è visto ieri, dove l'Inter è riuscita ad avere vita facile sull'avversario pur essendo priva di pezzi da novanta come Cassano, Milito, Zanetti, Palacio, con Nagatomo in panchina e Ranocchia che ha messo piede in campo solo per mezz'ora a gara in ghiaccio. E magari per la prossima sfida col Partizan potrebbero essere risparmiati gli elementi della prima squadra che hanno giocato ieri come Pereira, Guarin, Handanovic, in base ad un concetto di rotazione continua dove ai ragazzi saranno comunque affiancati elementi più esperti: quel mix di esperienza e gioventù che è alla base dell'Inter di oggi, e che comunque, al di là degli elementi impiegati, promette di non difettare mai sul piano della qualità...

Sezione: In Primo Piano / Data: Ven 05 ottobre 2012 alle 12:05
Autore: Christian Liotta
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