"Nel mio modo di vedere il calcio gli esterni sono molto importanti". Simone Inzaghi, nel corso della conferenza di presentazione da nuovo allenatore dell'Inter, ha chiarito un concetto comunque già noto, vale a dire il peso degli esterni nella sua filosofia calcistica e nel suo modulo. Un po' come accaduto con Antonio Conte, per il quale i laterali erano fulcro del gioco sia difensivo sia offensivo. Non sono mancate le citazioni dei singoli esterni, in particolare il tecnico piacentino ha evidenziato come Ashley Young e Achraf Hakimi abbiano lasciato l'Inter e per questo è inevitabile che qualcosa sul mercato andrà fatta. Al contempo, Inzaghi ha fatto intuire indicazioni su ciò che potrà accadere nelle prossime settimane in ottica costruzione della rosa, che ad oggi, numeri alla mano, ha fin troppi esterni. Un vero e proprio paradosso, perché fino a quando non verranno collocati altrove, anche Dalbert Henrique (già ad Appiano Gentile) e Valentino Lazaro fanno parte del roster nerazzurro. Ergo, in attesa di novità dal mercato, i due si uniscono ai vari Ivan Perisic, Federico Dimarco e Matteo Darmian. Cinque per quattro posti, e nessuno di loro va assegnato al pacchetto difensivo che con il rinnovo di Aleksander Kolarov è al completo, con due elementi per posizione, esattamente lo stesso che ha vinto lo Scudetto.
C'è da lavorare in uscita, innanzitutto, prima che in entrata. E se per Dalbert sono aperte le piste Trabzonspor e Cska Mosca, con altre ipotesi pronte a emergere, va ancora definita la posizione di Lazaro, che quando rientrerà dalle vacanze dopo l'impegno agli Europei vorrà provare a convincere il nuovo allenatore di meritare un posto nella sua Inter. Impresa non facile, perché l'austriaco dovrebbe dimostrare di potersi adattare a un ruolo che con Conte non lo ha visto esprimersi al meglio, anche perché frenato all'inizio da un infortunio muscolare che gli ha fatto perdere posizioni nelle gerarchie. Più probabile comunque che la dirigenza cerchi per lui una nuova squadra, meglio se a titolo definitivo per incassare qualcosa.
Da valutare anche la posizione di Dimarco, arrivato sulla carta per restare a meno di offerte importanti che rappresenterebbero una pura plusvalenza per l'Inter. Il terzino milanese ha fatto molto bene all'Hellas, come lo stesso Inzaghi ha evidenziato, lasciando però dei margini di dubbio sulla sua permanenza: "Dimarco è cresciuto molto a Verona, lo osserverò e cercherò di farlo rendere al meglio e poi ci sarà una valutazione definitiva. Ma è un giocatore su cui puntiamo". Tradotto: vediamo cosa succede in ottica mercato, ma se non arrivassero proposte allettanti il canterano rimarrebbe finalmente alla casa madre dopo anni di girovagare. La sorpresa potrebbe arrivare dal collega di fascia mancina, Perisic. Il croato, che prima di infettarsi col Covid-19 aveva trascinato la Croazia agli ottavi di Euro 2020, da tempo figura nella lista dei possibili partenti. Non per mancanza di fiducia nei suoi confronti, bensì per uno stipendio che si avvicina ai 5 milioni e per un contratto che scadrà nel 2022. Una cessione, anche a cifre sotto i 10 milioni, alleggerirebbe il monte ingaggi e liquiderebbe in un amen il pericolo di un addio a zero tra un anno. Ad oggi non sono arrivate proposte per il 32enne di Spalato, ma a rafforzare la sua posizione sono state soprattutto le parole di Inzaghi in conferenza: "Perisic lo scorso anno ha fatto bene il quinto, è un giocatore importante. E' ancora in quarantena, ma lo aspetto a braccia aperte e secondo me farà molto bene in questo sistema". Una sorta di investitura pubblica, che spazza via ogni perplessità sull'adattamento al modulo trascinatasi anche all'inizio della scorsa stagione, quando Conte gli preferiva Young a sinistra salvo poi affidare al croato il posto da titolare. I dubbi, pertanto, ad oggi sono più sulla permanenza di Dimarco rispetto a Perisic, ma sarà il mercato a decidere se i due rimarranno entrambi o se la società dovrà cercare un nuovo laterale mancino.
In questo momento, dunque, all'Inter che si presenterà ai nastri di partenza della nuova stagione manca l'ormai noto erede di Hakimi. I nomi abbondano, tutte opzioni plausibili se a condizioni economiche favorevoli. Ma la sensazione è che il vero obiettivo nerazzurro non sia ancora stato nominato pubblicamente. Dopotutto, anche il marocchino raggiunse Milano nella sorpresa generale. Tempo al tempo, sicuramente Beppe Marotta e Piero Ausilio sono consapevoli dell'importanza di un pacchetto esterni affidabile per il nuovo allenatore.
C'è da lavorare in uscita, innanzitutto, prima che in entrata. E se per Dalbert sono aperte le piste Trabzonspor e Cska Mosca, con altre ipotesi pronte a emergere, va ancora definita la posizione di Lazaro, che quando rientrerà dalle vacanze dopo l'impegno agli Europei vorrà provare a convincere il nuovo allenatore di meritare un posto nella sua Inter. Impresa non facile, perché l'austriaco dovrebbe dimostrare di potersi adattare a un ruolo che con Conte non lo ha visto esprimersi al meglio, anche perché frenato all'inizio da un infortunio muscolare che gli ha fatto perdere posizioni nelle gerarchie. Più probabile comunque che la dirigenza cerchi per lui una nuova squadra, meglio se a titolo definitivo per incassare qualcosa.
Da valutare anche la posizione di Dimarco, arrivato sulla carta per restare a meno di offerte importanti che rappresenterebbero una pura plusvalenza per l'Inter. Il terzino milanese ha fatto molto bene all'Hellas, come lo stesso Inzaghi ha evidenziato, lasciando però dei margini di dubbio sulla sua permanenza: "Dimarco è cresciuto molto a Verona, lo osserverò e cercherò di farlo rendere al meglio e poi ci sarà una valutazione definitiva. Ma è un giocatore su cui puntiamo". Tradotto: vediamo cosa succede in ottica mercato, ma se non arrivassero proposte allettanti il canterano rimarrebbe finalmente alla casa madre dopo anni di girovagare. La sorpresa potrebbe arrivare dal collega di fascia mancina, Perisic. Il croato, che prima di infettarsi col Covid-19 aveva trascinato la Croazia agli ottavi di Euro 2020, da tempo figura nella lista dei possibili partenti. Non per mancanza di fiducia nei suoi confronti, bensì per uno stipendio che si avvicina ai 5 milioni e per un contratto che scadrà nel 2022. Una cessione, anche a cifre sotto i 10 milioni, alleggerirebbe il monte ingaggi e liquiderebbe in un amen il pericolo di un addio a zero tra un anno. Ad oggi non sono arrivate proposte per il 32enne di Spalato, ma a rafforzare la sua posizione sono state soprattutto le parole di Inzaghi in conferenza: "Perisic lo scorso anno ha fatto bene il quinto, è un giocatore importante. E' ancora in quarantena, ma lo aspetto a braccia aperte e secondo me farà molto bene in questo sistema". Una sorta di investitura pubblica, che spazza via ogni perplessità sull'adattamento al modulo trascinatasi anche all'inizio della scorsa stagione, quando Conte gli preferiva Young a sinistra salvo poi affidare al croato il posto da titolare. I dubbi, pertanto, ad oggi sono più sulla permanenza di Dimarco rispetto a Perisic, ma sarà il mercato a decidere se i due rimarranno entrambi o se la società dovrà cercare un nuovo laterale mancino.
In questo momento, dunque, all'Inter che si presenterà ai nastri di partenza della nuova stagione manca l'ormai noto erede di Hakimi. I nomi abbondano, tutte opzioni plausibili se a condizioni economiche favorevoli. Ma la sensazione è che il vero obiettivo nerazzurro non sia ancora stato nominato pubblicamente. Dopotutto, anche il marocchino raggiunse Milano nella sorpresa generale. Tempo al tempo, sicuramente Beppe Marotta e Piero Ausilio sono consapevoli dell'importanza di un pacchetto esterni affidabile per il nuovo allenatore.
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