Non solo la scoperta (o la conferma per chi non ha mai avuto dubbi) di Christian Eriksen è il regalo nel bagaglio con cui l'Inter e Antonio Conte sono tornati a Milano dalla trasferta di Europa League contro il Ludogorets in Bulgaria. Il 2-0 marchiato dalle firme del danese e di Lukaku nel secondo tempo ha ipotecato la qualificazione agli ottavi della competizione e consegnato più di una certezza al tecnico salentino: prima, appunto, quella di poter contare sull'arma duttile ed offensiva tanto inseguita nel mercato di gennaio e arrivata alla fine dal Tottenham, anzi quelle armi, visto che Eriksen ha messo a segno il suo primo gol in nerazzurro con il destro mentre in altre due occasioni ci è andato vicinissimo pure con il suo mancino, nel primo tempo quando ha trovato la risposta con i guantoni in angolo di Iliev e nella ripresa, subito dopo la rete dell'1-0, centrando la traversa (la seconda dopo quella di punizione nel derby contro il Milan), mettendo in mostra quel mix di precisione, potenza e classe cristallina che per facilità di esecuzione ricorda non poco l'ex tripletista Sneijder, anche lui non a caso ambidestro.

Né è casuale che l''esplosione' interista del 28enne finalista lo scorso anno in Champions League con gli Spurs sia arrivata proprio quando Conte e l'Inter hanno deciso di cambiare i giri nel motore, dopo l'intervallo quindi e il faccia a faccia tra i giocatori ed il tecnico che aveva espresso il proprio malcontento per il ritmo soporifero della prima frazione di gara. Con un calcio più rapido e per così dire all'inglese, ecco venire fuori quindi l'imprevedibilità e l'eleganza del talento di Eriksen, agevolato dai ritmi alti e dagli scambi rapidi con i compagni sulla trequarti. Ed è proprio in questa frazione di campo che il danese potrebbe diventare ancora più determinante, offrendo una soluzione alternativa a Conte che lo aveva 'pensato' da interno sinistro a inizio match, nella stessa mattonella solitamente occupata da Barella.

Con il cambio dello schieramento difensivo, passato da tre a quattro uomini nei secondi 45 minuti, Eriksen ha avuto le occasioni per essere ancora più letale alle spalle delle due punte, come vertice del rombo di centrocampo nel 4-3-1-2, che per la storia di Conte rappresenta un'anomalia. Una mossa che in futuro si potrà riproporre a partita in corso o chissà, per sorprendere l'avversario dall'inizio. Se l'Inter riuscirà a mantenere gli equilibri offensivi e difensivi giusti, come fatto in Europa League seppure contro un avversario non proibitivo sulla carta come il Ludogorets, il tecnico insieme ad Eriksen potrebbero avere ancora tanta voglia di stupire.

Sezione: Copertina / Data: Sab 22 febbraio 2020 alle 20:02
Autore: Daniele Alfieri / Twitter: @DaniAlfieri
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