“Sono passati 15 anni da quando lasciai l’Inter, qualcosa ho dimenticato. Però dai, me la cavo ancora…”. Ormai vicino ai 40 anni, Emre Belözoglu scherza e continua a calcare il campo con il suo Fenerbahçe, senza dimenticare la preziosa esperienza all'Inter, ripercorsa ai microfoni de La Gazzetta dello Sport: “Conservo dei ricordi splendidi: quando è capitato di tornare a Milano i tifosi mi hanno sempre trattato benissimo. Mi vogliono bene e io ne voglio a loro: poi sa, nel carattere i turchi e gli italiani siamo simili”.

Onestamente, avreste potuto vincere di più?
“Ai tempi la Serie A era il campionato più famoso e difficile al mondo: noi avevamo giocatori fenomenali, idem Juventus, Milan e Roma. Abbiamo fatto il massimo, anche se non sappiamo come sarebbero andate le cose se non fosse scoppiato il caos-Calciopoli”.

Lazio-Inter 3-3, 7 dicembre 2002: dimostrò che esisteva pure il piede destro.
“Ogni tanto rivedo quella doppietta su Internet. Beh, dai: non male… Fu un anno, a livello personale, straordinario. E poi fare gol indossando certi colori è veramente un’emozione”.

Cuper credette ciecamente in lei.
“Mi diede fiducia, dicendomi chiaramente che non mi avrebbe mai tolto e che sarei stato un titolare inamovibile in quella stagione. Era una persona schietta, positivamente dura, sincera: mi trovai benissimo con lui”.

Idem con Mancini.
“Allenatore top, un vincente. Il suo segreto era l’età: era molto ‘vicino’ a noi calciatori, si faceva capire al volo”.

Ci svela l’aneddoto con Moratti?
“Parla del regalo quando acquistò me e Okan? Nel giorno della firma gli regalammo il classico caffè turco. Rimase sorpreso, disse: ‘È raro che un giocatore mi doni qualcosa, di solito è il contrario’. Fu divertente, parliamo di un uomo straordinario, un buoni. Sa come lo definirei in una sola parola? Un padre”.

Segue l’Inter di oggi?
"Certo. E avendo quasi 40 anni, lo faccio con un occhio, come dire, attento: mi piace tantissimo Conte. Un fenomeno della panchina, in grado di cambiare modulo e uomini come se nulla fosse, senza stravolgere certi principi. La squadra rispecchia alla perfezione le sue idee”.

La Juventus, però, resta un passo avanti.
“Per un solo motivo: ha Cristiano. Il migliore insieme a Messi”.

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Sezione: In Primo Piano / Data: Dom 24 maggio 2020 alle 11:38 / Fonte: Gazzetta.it
Autore: Stefano Bertocchi / Twitter: @stebertz8
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