L’anno scorso il compleanno numero 105 andò di traverso a tutta l’Inter per colpa di Alberto Gilardino che regalò al Bologna il blitz a San Siro; questa volta, invece, si può soffiare con grande soddisfazione sulla torta del 106esimo anniversario dalla nascita del club: basta un guizzo di Rodrigo Palacio, un colpo di testa che più lo si rivede più ci si rende conto della difficoltà dell’esecuzione, anche un po’ l’incertezza del portiere del Torino Daniele Padelli, ed ecco servito il colpo da tre punti che vale una vittoria importante soprattutto per il contesto di classifica in cui è maturata: la Fiorentina è andata ko con l’implacabile Juventus e ora è a meno un punto, e dietro solo il Parma prosegue nella sua corsa strepitosa fermando il Verona. Segnali che fanno indubbiamente morale, per una volata verso l’Europa League che vede i nerazzurri in netta risalita. Per la gioia anche di Erick Thohir, ancora imbattuto nelle sue visite a San Siro ma ieri al primo successo del 2014.
IN MY DEFENCE – Giornata dove non si raccolgono solo tre punti d’oro, ma dove si mette agli atti una prestazione individuale importante, attesa da tempo ma sorprendente per come si è sviluppata. Era la grande incognita della vigilia, Andrea Ranocchia, che tornava in campo da titolare dopo oltre due mesi passati seduto in panchina, dopo la cartolina stampatagli in faccia da Miroslav Klose nella partita contro la Lazio. Tornava per le assenze in contemporanea di Juan Jesus e Walter Samuel, e soprattutto dopo un gennaio tormentato anche per lui, forse anche di più visto che il mercato per lui è durato fino a inizio febbraio. Lo avevamo auspicato, e lui ha risposto alla maniera dei grandi: presente. Sembra scendere in campo cosparso di cloroformio, tanta è la capacità di narcotizzare un pericolo come Ciro Immobile, uno di quelli che con l’Inter pare sempre avere un conto aperto. Impeccabile come da tempo non gli accadeva, risponde finalmente alle critiche piovutegli addosso e fa capire che c’è anche lui, e ora vuole solo trovare continuità di prestazioni per dire all’Inter che può contare anche su di lui. Ma un bravo va a tutta la difesa: dal monolitico Rolando, un muro sul quale Alessio Cerci rimbalza come una palla di gomma, a Hugo Campagnaro, combattivo e attento. E sì, anche a Marco Andreolli: Mazzarri ha fatto bene a sottolineare la prova del numero sei, in campo dopo tanti mesi e in grado di dare in pochi minuti tanta quantità lì dietro.
SIAMO ANCORA AL TIKI – Il copione della gara vista ieri a San Siro ha rispecchiato quasi fedelmente il classico canovaccio delle partite interne dell’Inter contro le squadre di media classifica: loro chiuse a doppia mandata, i nerazzurri costretti al lungo e a tratti sfiancante possesso palla, spesso per passaggi orizzontali, in attesa di trovare il pertugio giusto. Potrebbe essere un bene per questo tipo di sistema la crescita di Mauro Icardi, uno in grado di dettare passaggi per palloni in profondità e di raccogliere traversoni, ma ieri Maurito ha mostrato tanta volontà ma una relativa concretezza. E lo stesso Palacio, pur autore della rete decisiva su uno spunto da lui inventato, per larghi tratti ha vagato in campo senza avere idee molto chiare. Insomma, l’Inter, più nolente che volente, deve accantonare in casi simili le rapide ripartenze e convertirsi ai tocchetti, ma per essere una versione anche solo assimilabile ai possessori del brevetto del ‘tiki-taka’, le squadre di Pep Guardiola, va ancora registrato qualcosa, come ad esempio la capacità di concludere l’azione offensiva in maniera fulminea. Ma potrebbe essere un fronte di gioco anche interessante da sviluppare…
CUCHU MUNDIAL-STYLE – L’assist infiocchettato per Palacio è la perla di una giornata quasi da Triplete: la padronanza di gioco e la personalità di Esteban Cambiasso, quando in forma, sono ancora grasso che cola per questa Inter. Lo ha dimostrato anche ieri, il Cuchu, con una prestazione sontuosa, fatta di grandi recuperi, nessun pallone gettato alle ortiche, capacità di sapersi gestire sapendo quando andare ad attaccare e quando invece andare a dare una mano alla difesa. Intelligenza calcistica superiore alla norma, classe innata, se la benzina nel motore gira fluida Cambiasso può ancora dire la sua. E chissà, magari mandare anche qualche messaggio ad Alejandro Sabella in prospettiva Mondiale…
ORIZZONTI RITROVATI – Il quarto posto, come detto, è ora nuovamente a portata di mano. Certo, il rammarico per le tante occasioni perse resta eccome, però in questo momento l’obiettivo ideale per la squadra nerazzurra è tornato ampiamente raggiungibile. Purtroppo il Napoli, pur non brillante come al solito, è riuscito a stoppare la Roma col guizzo di Callejon (in bocca al lupo a Kevin Strootman, da sportivo), altrimenti la classifica avrebbe potuto suggerire anche pazze idee che sembravano ormai messe definitivamente in soffitta. Ma meglio non esagerare, viste le esperienze…
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