Con il ritorno di Romelu Lukaku e la ricomposizione della LuLa, doveva essere una semplice riserva di lusso da scongelare a partita in corso o per dare fiato ai titolari tra una gara e l'altra. Invece ancora oggi il signor Edin Dzeko, nato a Sarajevo il 17 marzo 1986, continua a fare la differenza per le sorti dell'Inter. A poco più di due mesi dai 37 anni, mentre molti calciatori hanno già appeso le scarpe al chiodo o altri hanno imboccato il viale del tramonto, il bosniaco sembra non sentire in alcun modo il peso dell'età. 

Al di là delle parole, ecco qualche numero esplicativo in questa stagione, la sua seconda a Milano: 7 gol e 3 assist in 16 presenze in Serie A, di cui solo 11 dal primo minuto; 3 gol e un assist in 6 presenze in Champions League, di cui 2 da subentrato. Bottino che si somma alle 17 reti e 10 assist della scorsa stagione in maglia nerazzurra. Per non parlare del peso dei suoi gol: gli ultimi 3 (2 all'Atalanta e uno, ieri, al Napoli) hanno portato in dote ben 6 punti in due scontri diretti per la squadra di Simone Inzaghi.

C'è poi la questione tattica, che per il Cigno di Sarajevo spesso vale più dei numeri: Un attaccante moderno come lui, a dispetto dei 36 anni, è in grado di giocare al fianco di qualsiasi partner offensivo oppure essere unico punto di riferimento davanti. L'intelligenza calcistica che gli sgorga dai piedi, oltre a permettergli di gestirsi in modo ottimale dal punto di vista fisico, è una manna dal cielo per il suo allenatore e i suoi compagni di squadra che, in cambio di qualche scatto in più per evitargli di sprecare energie, ottiene assist, chiusure difensive, sponde e movimenti che aprono spazi per cercare glorie personali (la sua heatmap contro il Napoli, pubblicata a fine articolo, è totale). La scorsa stagione al fianco di Lautaro Martinez, in questa fase accanto a Lukaku, per lui non fa differenza: capacità di adattamento eccellente, senza far mai mancare il proprio contributo anche in zona gol.

Se oggi, alla soglia dei 37 anni, è in ballo il rinnovo per almeno un altro anno, il motivo è sotto gli occhi di tutti: avere a disposizione un attaccante come lui, anche come alternativa dalla panchina, è un vantaggio competitivo non da poco. E non è un caso se Antonio Conte lo avrebbe voluto proprio al fianco di Big Rom nella sua Inter, prima che la Roma impedisse al bosniaco di partire e Martinez esplodesse a livello internazionale. Oggi sono tutti a Milano e appena il belga sarà al massimo della forma Inzaghi doivrà affidarsi al lancio della monetina per decidere la coppia d'attacco da schierare di volta in volta. Perché un Dzeko così può tranquillamente fare concorrenza persino alla LuLa.

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Sezione: In Primo Piano / Data: Gio 05 gennaio 2023 alle 16:28
Autore: Redazione FcInterNews.it / Twitter: @Fcinternewsit
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