Ospite di Prima Serata su Inter Channel, eccezionalmente in onda di lunedì sera, Dejan Stankovic. Attesissimo il suo rientro in campo, da parte dei tifosi - che tanti messaggi gli hanno scritto in occasione della puntata odierna - e da parte del tecnico e della Società, che puntano su di lui. Il centrocampista serbo non fa però previsioni temporali sul suo rientro, l'importante è tornare al cento per cento: "Non so quando rientrerò, c'è stata questa seconda operazione che ha cambiato un po' il programma, ma dovevamo farla per forza. Ora cerchiamo di andarci tranquilli: quando tornerò in campo in gruppo lo farò per rimanerci a lungo. Non vedo l'ora di tornare: si soffre a stare fuori, stare così tanto lontano dal campo non è facile da digerire".
I tifosi sono curiosi e da Deki vogliono anche sapere quale sarà la posizione che, tornando in campo, prenderà agli ordini di Andrea Stramaccioni: "Prima devo tornare, poi stare bene, poi meritare il posto, e solo dopo vedremo la posizione in campo. Conoscendo un po' il mister direi davanti alla difesa, ma - ripeto - prima di parlare della mia posizione ci sono davvero tante di quelle cose da raggiungere...", sorride Stankovic, cui viene poi chiesto del suo futuro. E lui risponde così: "Per adesso penso a giocare, ho ancora tanta voglia. Il mio futuro comunque sarà nel calcio. Con l'Inter anche quando smetterò? L'ho detto mille volte, io mi sento uno di famiglia, rimanere qui è una cosa che farei volentieri, più che volentieri. Ma anche se non dovessi rimanere, resterei sempre a disposizione dell'Inter".
E se il grande amico Sinisa Mihajlovic chiamasse Stankovic dicendogli che ha bisogno di lui? "Sarei a disposizione, ma bisogna vedere anche se sono capace di seguire uno come Sinisa... (sorride, ndr), un osso duro. Comunque, per ora, penso solo a tornare in campo".
Ed ecco che, tra un racconto e l'altro, viene fuori anche qualche curiosità sulla sua famiglia, a partire dai suoi tre figli, che "giocano a calcio all'Accademia Inter. Come mi comporto quando vado a vederli giocare? Sto zitto, sono piccoli, si devono divertire. Quello che mi piace molto però è la loro grinta, quando non fanno bene sono dispiaciuti davvero. Adesso che non sto giocando faccio il papà quasi a tempo pieno, l'unica nota positiva, potermi dedicare ai miei figli e a mia moglie Anna".
Si torna poi a parlare di calcio e a Stankovic viene chiesto, guardandosi indietro, quale secondo lui sia stata la sua migliore stagione ma anche la posizione prediletta nel corso della carriera. Poi, il gol più bello in nerazzurro: "Il penultimo anno con il Mancio e il primo anno con José sono forse state le mie stagioni migliori. Per quanto riguarda la posizione prediletta in campo, dipende dal momento della carriera che si prende in considerazione: quando ero più giovane sulle fasce, con tanta corsa, poi dietro le punte. Con José anche davanti alla difesa, perché pian piano si ha meno forza ma più esperienza, mentre prima viceversa. Il gol più bello? Tutti quelli al Milan... (sorride, ndr), quello contro il Chievo da fuori area e poi quelli da centrocampo".
Dal campo all'amore che i tifosi nutrono per lui e che Deki ricambia: "È un grandissimo piacere sentire un affetto così importante, mi riempie di orgoglio e di responsabilità. Ti viene la pelle d'oca quando i tifosi gridano il tuo nome, sono queste le cose che mi tengono concentrato sul recupero, l'affetto dei tifosi e il sostegno della Società, se queste cose non ci fossero avrei già mollato".
A questo va anche aggiunto l'affetto dei compagni; su alcuni - rispondendo alle domande dei tifosi - si sofferma Deki: "Obi è un grandissimo giocatore, un bravissimo ragazzo. Altrettanto posso dire di Ranocchia, che io chiamo Johnny Stecchino, perché è così magro... Come ragazzo è uno splendore, un diamante. Quando giocava a Bari avevo visto che aveva personalità, qui sta crescendo giorno dopo giorno. Palacio? Non si ferma mai, è uno che ti fa punto di riferimento da solo, fa dei movimenti per cui ti chiama il pallone, non vedo l'ora di tornare per giocare con lui e Diego Milito là davanti".
"Se vinciamo lo scudetto... canto!", è questa la promessa di Dejan Stankovic, che come altri suoi compagni si concede - nel corso di Prima Serata su Inter Channel - a questo simpatico gioco con vista tricolore. "Ma dobbiamo tenere i piedi per terra, siamo solo all'inizio. Prima avevamo qualche problemino, adesso si vede che i ragazzi rispondono alla grande: complimenti al mister, bello vedere come cresce la squadra e la vittoria è la penicillina giusta per tutto. Sono fiducioso ma non mi voglio sbilanciare: possiamo fare un bellissimo campionato".
Si prosegue quindi con le curiosità che gli pongono i tifosi, che a un certo punto chiedono anche che significato abbia secondo lui essere interista: "Vuol dire essere diverso dagli altri, è un orgoglio vestire questa maglia e rappresentare questo club". Un complimento, poi, ai giovani dell'Inter: "La Società sta lavorando benissimo con il settore giovanile, davvero i miei complimenti".
Dai giovani a un giovanotto, un certo Javier Zanetti: "Incredibile, mi sa che smetto prima io di lui...", scherza Deki. Stankovic si sofferma poi sul rapporto con i compagni, spiegando che va "d'accordo con tutti, non ho mai avuto problemi. Con chi condivido momenti anche extra calcio? Con Chivu, con Wesley, con loro si va oltre l'essere compagni. Io però, ripeto, vado davvero d'accordo con tutti".
In studio scorrono poi le immagini di tre allenatori: Sven Goran Eriksson, Roberto Mancini e José Mourinho. Deki sorride: "Eriksson è un signore, un vero signore. Mancio... in una parola sola non riesco a definire Mancio, grintoso, voglioso, gli piace vincere. José è Special One, il numero uno. Sono cresciuto con tutti loro, ma anche con Zaccheroni. Al Mancio devo il 50% della mia carriera, ma con José ho fatto il salto di qualità: mi ha tirato fuori qualcosa che non sapevo neanche di avere, una grinta incredibile. Anche quando non stavo bene".
Infine, un occhio sulla settimana nerazzurra: "Una settimana chiave per continuare, confermare e metter paura a tutti", chiude Deki.
Autore: Fabrizio Romano / Twitter: @FabRomano21
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