L'etichetta di 'eterno secondo', Hector Cuper, non se la toglierà mai di dosso, nemmeno dopo il ritiro dalla scene calcistiche. Il suo curriculum lunghissimo di finali perse parla chiaro, a tal punto che l'hombre vertical ha ammesso candidamente di essere un perdente di lusso: "Alla fine hanno detto che sono un perdente e io ho risposto che hanno ragione - ha spiegato ai microfoni de La Nacion -. Sì, sono un perdente di finali! Potrei dire che all'inesperto Valencia in Champions League toccò sfidare il Bayern in finale; poi il Real Madrid, quello che ha vinto più Coppe. E quando allenavo il Maiorca abbiamo giocato contro la Lazio di Vieri e Nedved (Coppa delle Coppe 1998-'99, ndr). Sì, sì, ma alla fine sono un perdente. E cos'altro posso dire? Potrà piacere o no, ma Mourinho ha una capacità impressionante: vince tutto. E io non ho questa capacità. Una cosa è raggiungere la finale, un'altra è vincerla".

Un'impresa, comunque, Cuper l'ha già compiuta portando l'Egitto ai Mondiali. D'altronde per lui non esiste la parola impossibile: "Di impossibile non c'è niente - ha dichiarato l'ex tecnico interista -. Sfidare l'Argentina in finale? Se arrivo a un'altra finale, vado al cinema. No, no, forse la Federazione mi direbbe "vieni, vieni". Allora, di impossibile non c'è niente. Se devo giocare con l'Argentina, sono convinto di poterla battere. E farò tutto il possibile per batterla. Perché è impossibile convincere, se non si è convinti".

 

Sezione: In Primo Piano / Data: Gio 08 febbraio 2018 alle 13:48
Autore: Mattia Zangari / Twitter: @mattia_zangari
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