UN MONDIALE POSITIVO - Tre gol, tanti numeri, una valanga di qualità e un pizzico di intermittenza. Il bilancio del Mondiale Under 20 disputato da Philippe Coutinho è sicuramente positivo: nella compagine guidata da Ney Franco il fantasista nerazzurro era sicuramente tra i più attesi e non ha tradito le aspettative, uscendo rinforzato da questa esperienza importante seppur sempre con qualche limite ancora da limare. Non dimentichiamo che parliamo di un diamante grezzo classe 1992, 19enne solo da qualche mese e alla prima grande esperienza internazionale dopo le prime uscite durante la scorsa stagione con l'Inter, quando qualche infortunio di troppo lo ha frenato proprio nei momenti migliori. Il Cou non si era perso d'animo e aveva chiuso la stagione con una gemma su punizione a coronare un'ottima prestazione con la Fiorentina, e in questo senso il proseguimento al Mondiale Under 20 è stato sicuramente ricco di indicazioni positive.
GIRONE SUPER, POI LUCI E OMBRE - Nel girone di qualificazione, Coutinho ha brillato più che mai: assist per tutti, tre reti messe a segno - una su rigore, le altre due erano state degne di nota per bellezza - e tantissimi spunti di quel campioncino che ad Appiano Gentile aspettano convinti delle sue potenzialità immense. Dopo l'esordio freddino con l'Egitto, Philippe è stato geniale contro l'Austria, poi semplicemente fantastico contro Panama, sugellando un girone giocato a livelli importantissimi. Buoni segnali anche contro l'Arabia, poi la sua classe ancora grezza si è vista con il progredire della competizione: Coutinho contro la Spagna si è acceso solo a intermittenza, stesso discorso poi contro il Messico dove ha mostrato tante giocate interessanti non finalizzate dai compagni - che, bisogna dirlo, spesso tendono poco alla finalizzazione in nome della giocata in sè, tipico atteggiamento brasiliano -, senza però incidere come ci si aspettava. Infine, Cou è finito nella rete dei commenti impietosi anche per la finale contro il Portogallo: tutta la Seleçao ha faticato, Philippe si è sbattuto tanto senza però mai entrare davvero nel vivo del gioco. Ma nessuna delusione, il bilancio è assolutamente positivo e anche queste esperienze aiutano a farsi le ossa. Però, com'è possibile che ci sia stato questo lieve calo nella fase successiva?
LA QUESTIONE TATTICA - La verità della questione sta nella tattica: nel girone Coutinho ha avuto più facoltà di accentrarsi ed è stato spesso utilizzato più centrale sulla trequarti rispetto a quanto non sia accaduto invece nella fase a eliminazione diretta, quando per l'esplosione di Henrique è stato dirottato sempre largo a sinistra nel 4-4-2 di Franco dove ha faticato. Il giovane nerazzurro cercava di accentrarsi senza averne fin troppa licenza, ma si vede chiaramente che quando è schierato da trequartista puro è un'altra musica rispetto a quando è costretto a dover partire largo in un 4-4-2. Faticava nell'Inter di Benitez, se ricordiamo bene, mentre è cresciuto quando con Leonardo è stato (raramente, ma vedi la gara contro la Fiorentina) utilizzato più da zanzara fastidiosa dietro le punte. E' lì che Coutinho si esalta davvero, resta da capire come potrà inserirsi nell'attacco a 3 di Gasperini, dove dovrà comunque partire largo ma da posizione più da ala offensiva e meno da esterno puro. Analizziamo questa prospettiva.
GASP, DOVE LO METTI? - Il ruolo naturale di Coutinho, come detto, è il trequartista. Ma il brasiliano ha dimostrato una buona duttilità nella prima stagione all'Inter. Nell'attacco a 3 di Gasperini, quindi, può giocare da esterno offensivo, su entrambe le fasce. Forse è meglio quando parte da sinistra, per poi accentrarsi e cercare la porta o l'assist. I "tagli" previsti dal modulo di Gasperini potrebbe favorirlo e permettergli di avvicinarsi spesso alla porta. Ma molto dipenderà anche da Sneijder, di cui Coutinho potrebbe essere il vice. Se Gasp dovesse optare, magari in alcuni match, per le due punte con il trequartista alle spalle, sa di poter contare anche su Coutinho. Ora, finito il Mondiale U20, il brasiliano tornerà all'Inter: sarà in forma per giocare, ma non può che essere stanco. Anche perché ha giocato ogni tre giorni per quasi un mese, con un grande sforzo sia fisico che mentale. Prima dell'estate si parlava di un possibile prestito per il brasiliano, ipotesi difficile ora che mancano 10 giorni alla fine del mercato. Il talento di Coutinho è pronto per esplodere, serve solo un po' di fiducia...
Fabrizio Romano - Guglielmo Cannavale
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