Dalle colonne del Corriere dello Sport, una lunga intervista di Andrea Ramazzotti a Ivan Ramiro Cordoba, team manager nerazzurro. Il colombiano parla del suo primo impatto con il campionato italiano: "Positivo perché non vedevo lora di mettermi in gioco, di far bene per ripagare la fiducia che l'Inter mi aveva dato. Mi sentivo una specie di ambasciatore del mio Paese perché se avessi fatto bene, sapevo che avrei dimostrato che sui colombiani si poteva fare affidamento, in campo e fuori".

Sull'accoglienza della città di Milano: "Ci ho vissuto poco perché ho sempre abitato vicino a Como. Mia moglie Maria Isabel è stata con me dallinizio e in Italia sono nate Paloma, Belen e Juan José. Qui mi hanno fatto sentire tutti come a casa, al di là delle differenze culturali e climatiche. E per questo che ho deciso di rimanere anche adesso che ho appeso le scarpe al chiodo: volevo continuare ad aiutare lInter e magari vincere ancora, anche se in un altro ruolo", spiega il colombiano.

L'ex difensore parla anche del suo nuovo ruolo da team manager: "Ho smesso da pochi mesi di giocare e per il momento uso più l'intuito e limpegno che l'esperienza. Sto cercando di trasformare il mio passato di calciatore per metterlo al servizio della squadra. Se ho mai dovuto alzare la voce? Poche volte. Parlando in anticipo e mettendo in chiaro le cose fin dallinizio si evitano i problemi. E poi secondo me quando fai un intervento senza essere costretto ad alzare la voce puoi anche risultare più facilmente comprensibile. Se sento il richiamo del campo? Adesso ho cambiato... ruolo, ma mi restano i bei ricordi. Ci sono stati anni in cui abbiamo sofferto perché i risultati non arrivano, ma certe delusioni hanno reso ancora più dolci i successi".

Cordoba analizza i progressi del suo connazionale Guarìn: "Sta andando bene. Lo abbiamo curato, il presidente ha creduto in lui e adesso può fare grandi cose. Falcao? E' uno da top club. Ha fatto la gavetta e ha sofferto grandi infortuni. Ora però sta bene ed è immarcabile. Quintero? A me piace perché fa giocate diverse dagli altri. Di mancini così se ne vedono pochi". Chiosa finale, i colombiani che vengono a Milano: "Ci sono buoni ristoranti brasiliani, argentini e anche uno colombiano. E poi le discoteche, anche se non le frequento. Il loro piatto preferito? Bandeja Paisa. E' una...bomba con fagioli, riso, salsiccia fritta, maiale, uova fritte, banana e carne tritata", conclude.

Sezione: In Primo Piano / Data: Ven 12 ottobre 2012 alle 09:15 / Fonte: Corriere dello Sport
Autore: Mario Garau / Twitter: @MarioGarau
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