Un altro guizzo di Matteo Darmian nella fase finale del match permette all'Inter di ottenere tre punti pesantissimi al termine di un match molto complicato contro l'Hellas Verona. Questo il primo commento di Antonio Conte, tecnico nerazzurro, ai microfoni di Dazn

Oggi non è stata l'Inter più brillante, ma contava solo una cosa ed è arrivata.
"Col pallone che inizia a pesare tanti calciatori si trovano in questa situazione e sentono la pressione. Però penso che anche oggi col Verona abbiamo fatto la partita con tante occasioni per fare gol. Certo che situazioni come quella di Lautaro all'avvio dimostrano che il pallone pesa più del solito, riuscire a vincere quest'anno significa mettere nella testa un'esperienza che ti porta a essere vincente e questo è importante. Altri comunque stanno perdendo punti, mentre noi abbiamo un ruolino costante. A volte fatichiamo di più, altre meno, ma l'importante è tenere il piede sull'acceleratore".

Negli abbracci e nella corsa dopo il gol c'è il senso del suo lavoro?
"Io vedo il 95% della conquista dello Scudetto, penso sia una corsa importante. Non è ancora conquistato, ma vincere contro una squadra che non aveva nulla da perdere ed è venuta a giocare a viso aperto porta non tre, non sei, ma nove punti".

Solo un tiro in porta preso a partita nelle ultime tre gare. Come valuti la tua triade difensiva?
"Vedo tante similitudini col percorso fatto con Bonucci, Barzagli e Chiellini alla Juve. Anche loro erano a zero a livello di curriculum, ci sono tante similitudini con Stefan, Alessandro e Milan. Se iniziano a vincere inizieranno un percorso dove ci sarà anche più consapevolezza, autostima, sicurezza nei propri mezzi. La BBC era vergine a livello di vittorie quando iniziò con me, parliamo di loro dopo un percorso importante. Mi auguro che per Skriniar, Bastoni e De Vrij possa succedere la stessa cosa. Al Chelsea era diverso, c'erano giocatori con esperienze importanti e un curriculum vincente".

Sull'abitudine del giro di campo pre-partita.
"Lo faccio da tempo con Oriali, facciamo una passeggiata che serve anche a scaricare le tensioni e per vedere com'è il campo visto che i giocatori non lo fanno più. In quei momenti si fermano le lancette, speri che inizi quanto prima perché hai voglia di vedere come finisce, di gioire come sta succedendo in questi due anni in maniera abbastanza frequente. Gioire poi ripaga di tantissimi sacrifici, preoccupazioni, di sperare che la partita vada col piano preparato".

Quanto soddisfa essere l'uomo che cambia la storia di un gruppo?
"Sicuramente in questi due anni abbiamo lavorato tanto non solo sul piano calcistico ma anche mentale. Come detto tante volte, da tantissimo tempo l'Inter non si trovava ad essere competitiva. Ci abbiamo provato l'anno scorso con finale di Europa League e secondo posto, quest'anno siamo vicini allo Scudetto. Noi lavoriamo tanto anche dal punto di vista mentale, i ragazzi lo sanno. A volte sei pesante, ma ne ho trovati pochi di vincenti che sanno essere leggeri. Alla fine il percorso è di difficoltà estrema, servono lavoro, sacrificio e rinuncia a determinate cose. Chi propina questo viene visto all'inizio un po' male ma i risultati fanno capire ai calciatori che il percorso è giusto e si fidano del mister".

Ha pronunciato la parola Scudetto.
"Non sono scaramantico, un allenatore del mio livello non può accontentarsi. Io ho firmato con l'Inter sapendo di avere anche l'1% di possibilità di vincere e su quello lavoro. Il traguardo massimo è l'obiettivo, poi c'è da essere realisti, capire in che momento societario arrivi. Mi rendo conto che il mio cognome porta a vincere, se non lo fai è un problema".

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Sezione: In Primo Piano / Data: Dom 25 aprile 2021 alle 17:39
Autore: Christian Liotta / Twitter: @ChriLiotta396A
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