La Uefa apre le sue porte al calcio giovanile. Dettata dalla voglia di creare una vetrina importante per i ragazzi dei vivai europei,  ma anche e soprattutto dal fastidio provato verso l'etichetta di Champions dei giovani data alla Next Generation Series, il torneo creato da organizzatori privati ma che ha saputo prendersi il consenso di tutti i club europei, la massima organizzazione calcistica europea vara la sua personale Champions League under 19, che prenderà il via nel 2013 con due stagioni di sperimentazione. Di sicuro una notizia importante, perché il calcio giovanile guadagna sempre più spazio e importanza anche nei canali ufficiali, che decidono di patrocinare una manifestazione che vuole essere una vetrina extra lusso per i migliori talenti dei vivai internazionali. Ma dando un'occhiata alle prime indiscrezioni sulla possibile formula da adottare, ecco che all'iniziale entusiasmo si sostituiscono i primi dubbi, anche pesanti.

Si legge infatti che la Uefa è intenzionata a creare una specie di torneo-parallelo con la Champions dei 'grandi', portando nella competizione le stesse 32 squadre che partecipano alla massima manifestazione europea per club. Non solo: al fine di limitare le spese per le società, sarebbero impiegati anche gli stessi raggruppamenti e lo stesso calendario il che significa che i ragazzi potranno viaggiare insieme ai grandi e avere l'opportunità di fare la 'ouverture' alla serata scendendo in campo prima della partita delle prime squadre. Diversa invece la struttura delle fasi ad eliminazione diretta, tutte in gara secca con l'introduzione delle Final Four in sede unica, idea mutuata dalla pallacanestro che qualche tempo fa si voleva proporre anche per la Champions dei grandi.

Questo, in sintesi, il progetto. Da dove emergono le perplessità sulle intenzioni della Uefa? Innanzitutto dal metodo della selezione delle squadre, tutto fuorché meritocratico. Si è fatto un grande, e inutile, vociare polemico sul successo dell'Inter nella NGS del 2012 e sul fatto che questo torneo non fosse assimilabile ad una Champions, perché non qualificava le squadre che effettivamente hanno vinto i loro tornei nazionali giovanili, ma questo sistema di scelta dei club non ha sostanzialmente nulla di diverso: nessun diritto acquisito sul campo, solo la possibilità di usufruire di questa vetrina solo grazie alle performances della prima squadra. In secondo luogo, i confronti tra queste squadre non avrebbero un loro spazio specifico in calendario ma sarebbero dipendenti da quello della Champions, il che significa ridurre il tutto ad una sorta di 'coppa-aperitivo' fatta di gare-esibizioni in attesa del match che conta. E non sappiamo fino a che punto questo vuol dire valorizzare lo scambio culturale-sportivo tra i vivai europei.

Francamente inconcepibile, poi, la mancata presa in considerazione, stando a quanto trapela, della concessione di eventuali wild-card alle squadre vincitrici del campionato giovanile qualora le prime squadre non dovessero centrare la qualificazione in Champions League, la situazione nella quale in proiezione si sarebbe trovata l'Inter lo scorso anno. Ma allora che Champions dei giovani sarebbe se i campioni nazionali devono vedere legata la loro presenza alle sorti dei grandi? L'anello debole di una formula che rischia di rendere un torneo potenzialmente interessante una sorta di incompiuta. Se poi si considera che, secondo sempre i primi rumors, prima ancora della macchina organizzativa la Uefa ha messo in moto quella degli sponsor, allora si aggiunge anche il sospetto che il tutto stia nascendo non per sviluppare il confronto tra vivai, ma anche e soprattutto per incrementare il flusso di cassa.

Aspettiamo di capire come si svilupperà questo torneo ancora in embrione, magari verrà fuori una competizione ricca di spettacolo e i dubbi faranno spazio alle certezze. Ma così come viene descritta, no, questa Champions dei giovani non piace: per ora, ci teniamo stretta la cara NextGen...

Sezione: In Primo Piano / Data: Mer 24 ottobre 2012 alle 21:45
Autore: Christian Liotta
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